Mario Ajello, Il Messaggero 16/03/2012, 16 marzo 2012
IL SOTTOSEGRETARIO CHE AMA ESTERNARE E HA IL RECORD DI COMPARSATE TV
Parla e straparla di tutto, dal nucleare ai conti corrente, dalla storia italiana tra Prima e Seconda Repubblica ai futuri scenari che riguardano il Quirinale. Ogni tanto stuzzica, per esempio ha fatto arrabbiare Elsa Fornero. E siccome il sottosegretario Gianfranco Polillo è il meno lessicalmente sobrio nel governo dei professori che pesano o dovrebbero pesare le parole, i talk show se lo litigano, non facendogli un favore.
Polillo, che nasce consigliere parlamentare e non sembra aver introiettato l’aplomb del tecnico, prima dell’episodio di ieri si era già fatto ampiamente notare. Un giorno se ne esce così, a commento delle lacrime di Fornero quando stava per essere varata la riforma delle pensioni: «Un politico con un minimo di esperienza non avrebbe mai fatto l’icona della fontana che piange». La collega ministro s’offende. Lui le manda un mazzo di fiori e tante scuse, e lei dopo aver ricevuto il dono floreale dichiara: «E’ stato un po’ maschilista e villano, Polillo, ma l’incidente è chiuso».
Un’altra volta fa arrabbiare tutti, dentro e fuori dal governo ma non nel Pdl, quando ai microfoni della Zanzara si pronuncia così, quasi parlasse con la voce di Cicchitto di cui è stato consigliere e a cui deve per sua stessa ammissione l’ingresso nel governo Monti: «Spero che Berlusconi vada al Quirinale». E ancora: «Nel ’94 salvò l’Italia. Se avesse vinto la gioiosa macchina da guerra di Occhetto avremmo avuto un sistema da partito unico e una democrazia monca». Un’altra volta, sempre su Berlusconi: «E’ un perseguitato dalla magistratura. Neppure Al Capone è ha ricevuto così tanti avvisi di garanzia». Oppure, nelle continue apparizioni tivvù, svicola ed è evasivo Polillo, quando gli viene chiesto qualcosa. E di sicuro i suoi colleghi lo preferiscono in questa veste.