Antonio Polito, Corriere della Sera 16/3/2012, 16 marzo 2012
Scusate il ritardo. Dieci anni dopo l’assassinio di Marco Biagi, forse si riforma il sistema di ammortizzatori sociali; che poi in Europa si chiama Welfare, perché da noi serve ad ammorbidire le cadute e lì a rimettere in piedi chi cade
Scusate il ritardo. Dieci anni dopo l’assassinio di Marco Biagi, forse si riforma il sistema di ammortizzatori sociali; che poi in Europa si chiama Welfare, perché da noi serve ad ammorbidire le cadute e lì a rimettere in piedi chi cade. Dieci anni fa il governo Berlusconi non trovò i soldi per finanziare la riforma, si prese la flessibilità e buttò la protezione: rimase una «flex» senza «security». Il governo di adesso dice che invece troverà i soldi: si vede che i tempi sono migliori. Ma non stretti però, visto che si partirà, pare, dal 2017. Scusate il ritardo. Dieci anni dopo l’assassinio di Marco Biagi, personalmente attaccato dal segretario della Cgil del tempo, Sergio Cofferati, il segretario di oggi, Susanna Camusso, ammette: «La Cgil può avere fatto errori di personalizzazione, la personalizzazione è sempre sbagliata... credo possa aver confuso lo studioso con il governo...». Non una vera autocritica, ma sempre meglio di niente. Anzi, da parte dei nemici di allora è in corso una rivalutazione un po’ truffaldina di Biagi, quasi come se fosse sempre stato un oppositore della «legge Biagi». Scusate il ritardo. Quarantadue anni dopo lo Statuto dei lavoratori, forse si riforma un articolo di quella legge: il celebre, sacro, intoccabile 18. Pare che nel frattempo il mercato del lavoro sia infatti un po’ cambiato: allora non c’erano la globalizzazione, gli immigrati, il computer, il cellulare, i voli low cost, l’euro, eccetera eccetera. Infatti Gran Bretagna e Spagna con le loro riforme hanno fatto in tempo in questi dieci anni ad avere un boom e uno sboom dell’occupazione, e la Germania addirittura un boom, uno sboom e poi un ri-boom. Noi ci stiamo pensando. C’è pure chi è in ritardo sul ritardo: quelli che stavano nel Pci si astennero anche sullo Statuto, nel ’70. La legge voluta dal socialista Brodolini e scritta dal socialista Giugni parve a loro troppo moderata, non citava i diritti politici oltre quelli sindacali. Giugni rispose che leggere il giornale è un diritto politico, ma leggerlo in fabbrica durante il lavoro, forse no. Scusate il ritardo. Il ministro dell’Ambiente Corrado Clini dice che il rifiuto italiano degli Ogm è un «grave danno perché da sempre compromette la ricerca sull’ingegneria genetica applicata all’agricoltura, alla farmaceutica e anche a importanti questioni energetiche». Giusto. Peccato che negli ultimi dieci anni tutti i ministri dell’Agricoltura che si sono succeduti, da Pecoraro Scanio ad Alemanno, abbiano deliberatamente arrecato questo danno all’Italia. E Corrado Clini, che è stato direttore generale del ministero dell’Ambiente dal 1990 — avete capito bene: da 22 anni — forse poteva segnalarcelo prima, questo grave danno. Scusate il ritardo. Tredici anni dopo il moto no global di Seattle, e undici anni dopo il moto e il morto di Genova, tutto in nome dei poveri del mondo, la Banca Mondiale ha accertato che la globalizzazione ha ridotto la povertà assoluta (cioè chi vive con meno di 1,25 dollari al giorno) in ogni parte della Terra. È la prima volta che accade. Abbiamo raggiunto l’obiettivo dell’Onu di dimezzare la povertà cinque anni prima del previsto: oggi è infatti la metà che nel 1990. Non c’è niente da festeggiare, perché sopra 1,25 dollari ma sotto i 2 dollari al giorno c’è più di un miliardo di esseri umani. Però, forse, con più globalizzazione si raggiungerà anche loro. È dunque certo che un altro mondo è possibile; ma non si capisce perché Bertinotti e Vendola volevano tenerne fuori i contadini dell’Asia. Intendiamoci: come dice il detto, meglio tardi che mai. Non ho dubbi, per esempio, che tra una decina d’anni si riconosceranno anche i vantaggi dell’Alta velocità, come oggi del resto già accade a chi viaggia tra Roma e Milano, anche se nel tratto Firenze-Bologna — ha calcolato Salvatore Settis — essa «ha provocato la morte di 81 torrenti, 37 sorgenti, 30 pozzi e 5 acquedotti». Però per allora i treni potrebbero non viaggiare più su rotaie, come già accade a Shanghai. E sono sicuro che tra dieci anni si riconoscerà anche l’utilità dei rigassificatori e forse perfino degli inceneritori di immondizia. Bisogna solo vedere nel frattempo quanto ci costeranno il gas importato dalla Russia e la monnezza spedita in Olanda. D’altra parte, arrivare in ritardo è un lusso, signori si nasce. E noi, avrebbe detto Totò, modestamente lo nacquimo.