Lu. Card., il Fatto Quotidiano 14/3/2012, 14 marzo 2012
TIFO SCATENATO: ADDIO CLERICUS CUP
Al milionesimo posto dei guai vaticani, c’è anche questa storia della Clericus Cup. Giunta stancamente alla sesta edizione – la competizione ha “stranamente” molto appeal soprattutto sulle tv nazionali, assai di più che su Sat 2000, per intenderci – quest’anno per la prima volta non ha il patrocinio della sezione Chiesa e sport del Pontificio Consiglio dei Laici. Nell’ultima riga ci sono almeno due notizie: il patrocinio negato e l’esistenza di un Consiglio dei Laici, sia pur Pontificio. Letta in filigrana nell’antica sapienza e diplomazia vaticana, è una sorta di “strappo” polemico. E cosa sarebbe mai successo? La serie A del Vaticano , così qualche sciagurato ebbe a definire il torneo di pallone dei Sacri Palazzi, è fin dall’inizio organizzato dal Csi (centro sportivo italiano) e da sempre ha avuto la doppia benedizione dell’ufficio sport della Cei e del Pontificio Collegio per la Cultura del Vaticano. Ora, i secondi si sono sfilati, per protesta. Nel corso degli anni, a loro dire, il torneo sarebbe diventato uno come gli altri, senza profumi di incenso o fair play incorporato – lo scorso anno ci furono addirittura squadre che si rifiutarono di partecipare al terzo tempo di preghiera (che esiste, giuro) – ma con botte in campo e sugli spalti, popolati pur sempre unicamente di seminaristi, preti, suore e religiosi vari. Slogan e striscioni sempre più arditi, che si traducevano in facili e scontati pezzi di “colore” sui giornali. Memorabile, due anni fa, il quarto di finale Redemptoris Mater-Università Gregoriana con un gol fantasma, un rigore non fischiato, l’espulsione dell’allenatore dei gregoriani (tal Ranieri), fino al calcione a fermo rifilato ad un avversario dal tedesco Matias Kugler, nome da terzino del Bayern ma seminarista della Gregoriana, poi vincitrice del torneo.
LA RISSA da saloon che ne seguì, stava a dimostrare che il tifo non è affatto una fede, come invece si dice spesso. Così, oggi, arriva la decisione commentata da Kevin Lixey, responsabile della sezione Chiesa e Sport, in questo modo: “Al di là delle competizioni e della partecipazione delle varie tifoserie, a noi interessano molto di più gli sforzi legati alla formazioneì dei giovani, all’insegnamento del rispetto nella società civile e nelle varie discipline sportive”. Per i dietrologi c’è anche dell’altro. Il Consiglio dei Laici fa capo alla Segreteria di Stato (Bertone), mentre la sezione sport e tempo libero della Cei (Bagnasco) ha fatto stampare i manifesti con il logo ufficiale. Per la cronaca i bookmakers vedono bene il Verbo Incarnato di Montefiascone. Anch’io.