[GUI. RUO.], La Stampa 13/3/2012, 13 marzo 2012
D’Alema: “Blitz irragionevole” - Si aggrava lo strappo con Londra, perché emergono sempre di più le responsabilità d’Oltremanica nella gestione «irragionevole», per dirla con Massimo D’Alema, del blitz finito con la morte dell’ingegnere Franco Lamolinara e dell’altro ostaggio inglese, Cristopher McManus
D’Alema: “Blitz irragionevole” - Si aggrava lo strappo con Londra, perché emergono sempre di più le responsabilità d’Oltremanica nella gestione «irragionevole», per dirla con Massimo D’Alema, del blitz finito con la morte dell’ingegnere Franco Lamolinara e dell’altro ostaggio inglese, Cristopher McManus. E si rafforza sempre di più la necessità di portare a termine una positiva «istruttoria» di messa a punto della nostra intelligence, che oggi presenta diverse falle. Al termine dell’audizione del generale Adriano Santini, direttore dell’Aise, il nostro servizio segreto estero, D’Alema, presidente del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della repubblica) solleva il caso Londra: «Dal resoconto dell’Aise emerge con chiarezza la necessità di un ulteriore chiarimento con le autorità britanniche per approfondire tutti gli aspetti della questione sia a livello di servizi che a livello politico». Il direttore Santini, si legge nella nota del Copasir, «ha informato dettagliatamente il comitato sugli avvenimenti e ha risposto alle richieste di chiarimento formulate dai componenti del comitato. Il comitato valuterà il quadro informativo acquisito in relazione alle proprie competenze di controllo». D’Alema, incontrando i giornalisti al termine dell’audizione di Santini, è durissimo contro gli inglesi: «Quest’operazione militare che doveva essere un blitz per la liberazione degli ostaggi è invece durata oltre un’ora e mezza. Difficilmente si può definire blitz una battaglia che si è conclusa con la morte degli ostaggi e da questo punto di vista mi sembra che non sia stata condotta secondo criteri che sarebbero ragionevoli». Prima di D’Alema, uscendo da Palazzo San Macuto, era stato Fabrizio Cicchitto (Pdl) a sollevare il problema: «È emerso un evidente problema che andrà approfondito in tutte le sedi successive, tra noi, il governo inglese e i suoi servizi». Ma naturalmente il Copasir ha anche avviato la sua «istruttoria» sullo stato dell’arte della nostra intelligence. Tant’è che sentirà, domani, prima il ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, convocato da tempo sul problema dei marò prigionieri in India ma che adesso sarà sentito anche sulla vicenda nigeriana e sulla sua conoscenza della presenza di reparti speciali inglesi in Nigeria. Poi, sempre domani, sarà sentito Gianni De Gennaro, direttore generale del Dis, il dipartimento che vigila sull’Aise e sull’Aisi (i servizi segreti interni). L’obiettivo è giungere successivamente, sottolinea il comunicato del Copasir, «a un confronto sugli aspetti di carattere politico con il presidente del Consiglio, nella sua qualità di responsabile del sistema di informazioni per la sicurezza del nostro Paese». Dice D’Alema incontrando i giornalisti: «Sono emersi anche altri problemi sulla nostra presenza lì (Nigeria, ndr), sulla nostra capacità operativa autonoma e sul rapporto tra servizi italiani e alleati». L’istruttoria, per il Copasir, servirà a «rendere maggiormente efficiente il sistema informativo italiano». Nei prossimi giorni giungerà in Italia il ministro degli Esteri britannico. Un’occasione per «un chiarimento più convincente della vicenda». Scrivono i membri del Copasir nella loro nota: «Si conferma la necessità che gli organi competenti assumano più precisi elementi informativi dalle autorità inglesi in merito allo svolgimento dell’operazione e alle iniziative poste in essere precedentemente». Insomma, il lavoro è solo agli «inizi». Ma è vero che al Copasir si è discusso anche della necessità della nomina di un sottosegretario delegato ai Servizi? Alla domanda dei giornalisti, Massimo D’Alema ha risposto così: «Non posso fare resoconti della discussione».