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 2012  marzo 14 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

Con Valletta, in Fiat, il rapporto tra gli stipendi era di 1 a 20. Adesso, considerando anche le stock options, da un lato della bilancia c’è la busta paga di Marchionne e dall’altro quella di 1.112 operai. Domenico De Masi, sociologo, l’Unità.

I magistrati della Corte dei conti, in un rapporto del 2008, raccontavano come funziona la scuola dove ogni decisione passava ancora per una commissione a maggioranza sindacale. Capace di punire gli autori di reati sessuali verso minorenni con sospensioni dal lavoro oscillanti tra uno e dieci giorni. Stefano Livadotti, giornalista de l’Espresso. Oggi.

Abbiamo il tasso di occupazione minore in Europa. Se dovessimo fare come gli altri, dovremmo avere la bellezza di sette milioni di occupati in più (su circa 23 che già lavorano). Nicola Porro. Il Giornale.

Siamo il paese con il costo del lavoro fra i più alti dei Paesi industrializzati, ma anche con i salari più bassi. Piero Ostellino. Corsera.

Sulla collocazione di Veltroni qualche voce di protesta si alza anche dallo schieramento del Pd: «Insomma, basta!», dice un esponente del Pdl, «ogni volta che qualcuno a sinistra fa la figura del fesso dite che è dei nostri!». Alessandro Robecchi. Il MisFatto.

Abbozzare: tacere facendo finta di aver capito. Salvatore D’Agata: «Dizionario impolitico» (Bompiani).

Il mio solo nemico è il mondo della finanza. François Hollande, candidato socialista alla presidenze della Repubblica francese. Le Point.

Siamo tutti in debito con Trieste. Conquistata al prezzo di 650 mila vite, perduta nel disastro della guerra e dell’esodo istriano, ripresa dopo 18 mesi di crimini nazisti, 40 giorni di massacri titini e nove anni di occupazione angloamericana, e poi dimenticata. Aldo Cazzullo. Corsera.

Visite a Gebel Aulìa. È venuto Giulio Gavotti, ispettore dell’Ala Littoria, il celeberrimo pilota che per primo, durante la campagna libica, bombardò il nemico dal cielo, con piccole bombe gettate con la mano lasciata libera dalla cloche di comando. È con lui Marazza, commendatore milanese, che all’aperitivo di mezzogiorno, dopo il sesto pink-gin propinatogli da Storrs, ha tenuto un’ammirevole conferenza in aglo-ambrosiano. Paolo Caccia Dominioni: «Ascari K7». Longanesi.

Di Bologna non amo via Indipendenza, i cui portici sono autostrade pedonali dove traffico e velocità rendono difficile fermarsi a guardare una vetrina e di bolognesi autoctoni se ne vedono pochi. Poi a me piace mangiare seduto, servito e riverito, mica in piedi come le bestie. Camillo Langone. Il Foglio.

A Mediaset lavoro da uomo libero. Nel mio circo non ci sono nani e ballerine, ma solo acrobati e contorsionisti. Giampaolo Fabrizio, comico. Libero.

Un politico che dice tutto, non combinerà mai niente. Roberto Gervaso. Il Messaggero.

Recitare? L’ho fatto sì, ma forse non era la mia strada. Mi sarebbe piaciuta una vita d’ozio. Adriana Asti, attrice. Corsera.

Non avrei mai pensato che un giorno avremmo avuto in Francia due candidati di estrema destra di cui uno sostenuto dalla Germania. Emmanuel Todd, sociologo. Le Nouvel Observateur.

La vita dello scrittore, quando vuol promuovere il suo libro, è terribile. Deve sorbirsi presentazioni dove gli assessori alla cultura storpiano il suo nome o dove può capitare a un saggista del valore di Marcello Veneziani di vedersi disdire la presentazione di un suo libro perché gli organizzatori gli avevano anteposto la presentazione del libro di Patrizia D’Addario, la più nota fra le escort di Berlusconi. Giampiero Mughini. Libero.

Che bello era ridere assieme della passione insoddisfatta di Gabriele D’Annunzio che, per lei, secondo la sua sprezzante definizione, era un nano in uniforme. Lorella Pagnucco Salvemini: «Gli occhi sul samovar». (Marsilio).

Anche se Dio non esistesse, la Religione sarebbe Santa e Divina. Charles Baudelaire.