Silvia Fumarola, la Repubblica 14/3/2012, 14 marzo 2012
VIRGINIA RAFFAELE "CON LA MIA BELEN HO CONQUISTATO IL WEB"
ROMA - Oddio, mi è caduta la spallina!» oppure «Scusami Victoria, ma sto comoda così, perché, cosa c´è? Davvero si vede tutto?». La Belen di Virginia Raffaele che si contorce come un pitone sullo sgabello a Quelli che il calcio mostrando quello che può, «ma sempre con ingenuità», spopola sul web. Non è un´imitazione ma una parodia geniale, «la lettura in controluce di una donna bellissima» spiega l´attrice «che ripropone la sensualità anni 80, lo spacco, la coscia, e ha messo nel sacco tutti. Una finta ingenua perfetta, perché Belen è intelligente non solo bella. Mi fa piacere che mi abbiano seguito le donne, ho visto su Twitter i commenti». Ride. Gambe chilometriche, Virginia si nasconde dietro i personaggi, ma per fare Belen si è spogliata, il Trio Medusa ha twittato: «Ma siamo sicuri che la Raffaele è la stessa che fa la Vanoni?».
Il dubbio viene, questa trentenne romana, alta e sottile, grande osservatrice, talento da vendere, è un fenomeno. «Belen è nata prima in voce, a Radio2 Social club con Luca Barbarossa, poi l´ho rifatta da Chiambretti a Comunque vada sarà Sanremo e lì ho capito che l´avevo proprio beccata. Ho chiamato Corona, che ci è cascato. "Ma come, non devi salire sul palco?". Abbiamo parlato un bel po´ poi mi sono tradita: "Amore, ma l´hai spento il gas?"». In quel momento Corona si è fermato: "Non sei Belen, lei non mi chiama mai amore". Poi in tv nello speciale di Chiambretti dedicato alla Pausini, mi sono presentata come Belen. A Quelli che il calcio l´idea con gli autori Fabio Di Iorio e Dario Tajetta ci è venuta vedendo Italia´s got talent: lei stava dietro le quinte, sempre in posa plastica».
Ma anche la sua Vanoni che ondeggia sui tacchi e fa agli ospiti una domanda a bruciapelo, per così dire, intima: "Abbiamo fatto l´amore io e te?", è diventata un cult del programma di Victoria Cabello su RaiDue. «Quattro ore e mezza di trucco, ma non è un´imitazione, reinterpreto il personaggio» spiega la Raffaele «Devo "sentire" l´anima delle persone, le scelgo perché mi viene naturale. La parodia per me è una chiave di lettura, dici cose che il personaggio non dice ma potrebbe dire, fai cose che forse potrebbe fare. La Vanoni non fa quella famosa domanda, ma potrebbe... Però mi piacciono anche i personaggi inventati come la poetessa transessuale Paula Gilberto Do Mar».
Scuola di recitazione, tournée teatrali «per fare sostituzioni all´ultimo minuto che ti mettono a dura prova», Virginia è figlia d´arte: «Vengo da una famiglia particolare, lavoravano tutti nel circo. Mia nonna» racconta « era cavallerizza e acrobata, i suoi fratelli equilibristi - ma faceva anche le parodie nell´avanspettacolo. Sono stati i miei nonni a fondare il Luna Park dell´Eur di Roma, io sono cresciuta lì, è stato il primo rapporto col pubblico, era bellissimo. Stavo con i miei tra lo stand del tiro al Cinzano - sa quando si sparava alle bottiglie? - e quello in cui si vincevano i pesciolini rossi. Poi il Luna Park è stato chiuso ingiustamente, mi ha lasciato una ferita, come se m´avessero bruciato casa. Non posso più passare lì vicino».
La carriera dell´attrice inizia con Lillo e Greg, da Sei uno zero su Radio2 al musical The blues brothers - Il plagio, «poi un giorno ricevo una telefonata: "Ciao, siamo la Gialappa´s", e io come una scema: "Io so´ Sophia Loren". Mi hanno chiesto di incontrarci, per metterti alla prova ti massacrano e devi schivare i colpi. Alla fine mi salutano: "Ok, per noi va bene"». Arriva Mai dire grande fratello, mentre continua l´impegno come voce di Radio2, ma Virginia, irriconoscibile, «se no che gusto c´è?», è anche nel cast del film di Fausto Brizzi Com´è bello far l´amore nei panni di una colf sudamericana. Cabello la scopre a teatro quando faceva la "voce meccanica", incredibile puzzle di frasi spezzate ripetute come un automa: la chiama a Victor Victoria e poi a Quelli che il calcio. «Quando ho fatto la Vanoni, che adoro, mamma mi ha telefonato: "Virginia, sembri nonna". Il complimento più bello».