Massimo Mucchetti, Corriere della Sera 14/03/2012, 14 marzo 2012
I CONTI SUL FOTOVOLTAICO DEI FURBETTI E IL POSSIBILE SALASSO DEI CONSUMATORI
Il sonno della ragione, indotto dalla demagogia ambientalista e dagli interessi corporativi, ha generato il mostro del fotovoltaico all’ italiana. Ma alla prova dei fatti il mostro rischia di rivelarsi peggiore del previsto. Secondo il ministro dello Sviluppo, Corrado Passera, gli incentivi per le fonti rinnovabili (fotovoltaico, eolico, biomasse, certificati verdi e Cip 6) assorbiranno tra i 150 e i 200 miliardi dalla bolletta elettrica. Precisiamo: da qui al 2035, anno di scadenza degli ultimi incentivi. Le nostre stime, basate sulle rilevazioni dell’ Autorità per l’ Energia al 2020, arrivavano a 170 miliardi. Il governo teme possa andare peggio perché si continuano a realizzare campi fotovoltaici che fanno crescere il monte dei sussidi di 200 milioni al mese. Mancano, infatti, vincoli efficaci alle nuove installazioni, tanto è vero che, quanto all’ energia elettrica, l’ Italia raggiungerà gli obiettivi del Trattato di Kyoto con 8 anni di anticipo. Un record davvero curioso per il Paese del Non Fare! Perché questa incessante corsa al sole? Per due ragioni: a) sono crollati i prezzi di pannelli e inverter e così gli incentivi, pur ridotti rispetto a prima, garantiscono ancora rendimenti allettanti; b) si teme che il governo Monti fermi la cuccagna.
Ma i conti (nostri e del governo) rischiano di essere incompleti. L’ energia prodotta da fonti rinnovabili, si sa, ha priorità di vendita rispetto a quella da fonti fossili. Ne deriva che le centrali a gas vengono spente o fatte girare a regime ridotto nelle ore di piena luce. Ma il fotovoltaico è intermittente. Perciò la sua estensione richiede più centrali a gas e più pompaggi da porre a riserva per evitare buchi nella fornitura (un altro costo in bolletta). E quando il fotovoltaico cessa, gli altri recuperano aumentando i prezzi nelle ore serali. Morale, i prezzi salgono sempre. Di giorno e di notte. Al netto dei vantaggi ambientali (che potrebbero venire anche dal termico e dall’ efficienza energetica, assai più convenienti ma fin qui trascurati), il fotovoltaico dei furbetti si rivela un salasso per i consumatori. In attesa che gli economisti verdi scandalizzati per i 2,8 miliardi della Tav battano un colpo, sarebbe il caso di dare un stop ai nuovi campi e di far pagare a chi li ha creati i nuovi oneri di sistema.
Massimo Mucchetti