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 2012  marzo 14 Mercoledì calendario

TORNA AGLI ARRESTI LA ROSSA REBEKAH — A

furia di arrampicarsi, strisciando coi potenti e urlando coi deboli, Rebekah è precipitata. Appena tre anni fa quando Rupert Murdoch la portò al vertice di News International, dopo averla già gratificata con la direzione del Sun, lei sfacciatissima confidò: «Sapete come mi sento? Mi sento come una bambina che può avere tutto».
Poverina. Viste le coperture di cui godeva e si vantava, non immaginava di certo che per ben due volte gli ex suoi amici poliziotti, nei tempi a venire, avrebbero bussato alla porta di casa per dirle: «Signora ci segua». Arrestata il 17 luglio 2011. E arrestata ieri con altri cinque imbroglioni (uno è Mark Hanna, direttore della sicurezza a News International) immischiati nelle faccende dello spionaggio ad opera dei giornali Murdoch, della corruzione per comperare le notizie e per convincere gli investigatori a tacere, delle menzogne per coprire gli scandali. Solo in tarda sera Scotland Yard riferiva il rilascio «su cauzione» degli indagati.
Trionfi e miserie. L’Olimpo e l’inferno. La regina dei tabloid coi bei boccoli rossi è stata sommersa dal fango. Non si rialzerà più. È tramortita. Come lei, del resto, tramortiva con arroganza i malcapitati sottoposti.
E nessuna pietà. Non importa che nelle pieghe fra il primo e il secondo round con la giustizia avesse acquisito lo status di madre surrogata, avendo portato a compimento la gravidanza avviata da un’altra donna. Mamma o no di un una bimba di pochi mesi, i conti per avere ostacolato la legge, Rebekah Wade sposata Brooks, li deve pagare. Eccome.
E pure il suo sposo, Charlie Brooks, allevatore e allenatore di cavalli, columnist del Telegraph, ha molto da spiegare: è impigliato nella rete, ordine di cattura quindi per il gentile consorte. Senza sconti. La coppia glamour è stata svegliata verso le cinque del mattino. Chissà se ridotti così, Rebekah e Charlie parleranno. Se lo dovessero fare crollerebbero i conservatori. E pure i laburisti si frantumerebbero. Chi si salva?
La famigliola è il cuore del «Chipping Norton Set», la cricca della mondanità trapiantata da Londra nell’Oxfordshire, a Chipping Norton appunto, dove si gongola nella sontuosa casa di campagna dei Brooks. E chi c’è nel manipolo degli esclusivi frequentatori? Lo Squalo Rupert Murdoch, il figlio James, la figlia Elizabeth, le star della televisione, i direttori delle testate, gli ex vertici di Scotland Yard, i pezzi da novanta di Westminster. Tutti cooptati. Downing Street apre la lista degli invitati.
David e Samantha Cameron, qui a Chipping Norton, amavano lanciarsi coi purosangue di Charlie e Rebekah. David Cameron lo ha ammesso: «Ho cavalcato Raisa». Femmina, di colore baio (colore finalmente accertato), che Scotland Yard aveva regalato a Rebekah.
Un club davvero esclusivo. Domande scontate: possibile che fra un tè e un biscottino non si sia mai parlato delle sorti del gruppo Murdoch? O della scalata poi fallita alla piattaforma satellitare BSkyB? O del tabloidgate? O dei denari pagati alla polizia? O delle cene a base di champagne offerte agli ex capi di Scotland Yard? Misteri della saga di campagna. Che la signora Brooks fosse cinica lo dicevano tanti. Che si prodigasse per lisciare il padrone-editore supermiliardario e per servirlo nel modo più utile alla causa era la battuta coltivata dai salotti di tendenza. Ma che la sua prodigiosa carriera, cominciata travestendosi da donna delle pulizie per entrare nei giornali concorrenti e spiarne (quando si dice il vizio) gli articoli, finisse con l’accusa di avere ostacolato gli investigatori, di avere manipolato le prove e di avere «cospirato» per nascondere i cervelli e la manovalanza degli scandali (arresti a quota 44) era impossibile prevederlo.
Anche dopo il primo scivolone nel luglio 2011 c’era chi era pronto a scommettere che Rebekah sarebbe risorta. Invece no. Affondata lei e affondato il marito Charlie. Stavano per partire alla volta del festival di gare equine di Cheltenham, orgia di vip e aristocratici.
David Cameron lo ha saputo mentre era in viaggio per gli Stati Uniti: Obama gli ha promesso il brivido di un volo nell’Air Force One, la fortezza presidenziale nei cieli, per andare ad assistere fra un vertice e l’altro a una partita di pallacanestro nell’Ohio.
Meglio pensare alle «relazioni speciali» con Washington piuttosto che alle «relazioni ingombranti» dell’Oxfordshire e di Londra. Se quei due aprono la bocca per il premier sono guai. Ma Charlie era compagno di studi e intimo di Cameron a Eton. E non lo tradirà.
Fabio Cavalera