Federico Fubini, Corriere della Sera 14/03/2012, 14 marzo 2012
IL DOCUMENTO COMUNE ITALO-TEDESCO - A
Roma come a Berlino, i tessitori del progetto lo definiscono un ritorno (aggiornato) a Jean Monnet. L’ex esportatore di Cognac negli Stati Uniti, divenuto commissario francese al Piano, ha ispirato un’Europa capace di integrarsi nella concretezza. Invece di partire dalle vuote dichiarazioni di principio, Jean Monnet ideò nel 1951 la Comunità del carbone e dell’acciaio come primo atto pratico di un’Europa politicamente unita.
Secondo Mario Monti e Angela Merkel, che ieri ne hanno parlato, il carbone e l’acciaio di oggi si chiamano: libere professioni, servizi all’industria dell’auto come assicurazioni e logistica, professionisti e artigiani, libera circolazione dei lavoratori attraverso le frontiere, società di rete nell’energia o nell’acqua. Se l’Europa riuscirà a integrarsi di più su questo calendario pratico di nodi da sciogliere, allora potrà esserci spazio per il resto. Possono crearsi le basi per andare oltre nella politica, nella gestione dei difficili equilibri dell’euro, del debito e degli squilibri di competitività.
I leader di Italia e Germania ieri su questo si sono trovati perfettamente d’accordo e per loro è solo il primo passo. Il colpo d’avvio di una nuova iniziativa. I due governi puntano a produrre un documento per il vertice europeo di giugno, probabilmente aperto alla firma dei Paesi che ci stanno. L’iniziativa ora è affidata a due fra i più stretti collaboratori di Merkel e Monti: da parte tedesca il consigliere diplomatico della cancelliera Nikolaus Meyer-Landrut, da quella italiana il ministro degli Affari europei Enzo Moavero Milanesi. Dopo molti anni di lavoro a Bruxelles, i due si conoscono bene. E per loro il mandato di Monti e Merkel è produrre risultati tangibili, non frasi solenni. È per questo che l’iniziativa italo-tedesca partita ieri non mira solo a indicare le aree d’intervento, in vista di una nuova generazione di liberalizzazioni europee; Moavero e Mayer-Landrut cercheranno anche di indicare gli strumenti per arrivarci: dove serve una direttiva, dove un intervento sul trattato o semplicemente un accordo politico. È la politica europea come piace a Angela Merkel. Forse passi che sembrano piccoli, ma sostanziali e non retorici. Monti, quando era commissario a Bruxelles, ne ha fatti già molti.
Federico Fubini