Mario Gerevini, Corriere della Sera 14/03/2012, 14 marzo 2012
IL TESORO NASCOSTO DI SAN MARINO. PICASSO E RAFFAELLO IN 150 CASSETTE — I
gendarmi spediti dal giudice di San Marino, Rita Vannucci, per una perquisizione hanno aperto una botola ben camuffata, infilato la ripida scalinata e si sono trovati in un caveau sotterraneo con tre casseforti e 150 cassette di sicurezza. Eppure non era la sede di un banca. Era un istituto di vigilanza privato di San Marino. Altra indagine sempre per sospetto riciclaggio: gli uomini della gendarmeria piombano negli uffici della Fin Project, una finanziaria. Svuotano armadi, sequestrano pc, aprono e «ripuliscono» 140 cassette di sicurezza. Ora 170 scatoloni giacciono piantonati negli uffici giudiziari. Comprese le carte su cui era stato eccepito il segreto di Stato libico. Nel frattempo dal caveau di una banca del Titano è spuntato un crocifisso ligneo di Michelangelo. Sarà vero? E ieri l’annuncio: ci sono anche opere di Raffaello, Matisse, Picasso. Tanto basta per chiedersi: quanti misteri nascondono le cassette di San Marino?
La botola e la legge
Ad accendere la miccia è stato, a fine gennaio, un articolo di David Oddone sul quotidiano L’Informazione di San Marino. Si parlava dei caveau delle agenzie di sicurezza e delle blande norme antiriciclaggio. A quel punto si alzano le antenne del più importante magistrato inquirente, Rita Vannucci. Parte la «caccia» alle cassette in odore di riciclaggio. E si arriva alla Cio, agenzia di sicurezza dell’investigatore privato Salvatore Vargiu, ex carabiniere, arrestato nell’ambito di un’inchiesta («Criminal Minds») per estorsione, corruzione, ricettazione. È la perquisizione della botola. In una cassetta viene trovata la prova della corruzione di un sottufficiale della Gdf.
Segreto libico
La finanziaria Fin Project noleggiava 140 cassette di sicurezza ma su tre di esse Gianluca Bruscoli ha opposto nientemeno che il segreto di Stato libico. Bruscoli oltre che socio e amministratore è anche consigliere d’ambasciata in Libia per San Marino. Con passaporto diplomatico, ovviamente. Il libico Mohamed Kankun è in affari con Bruscoli e Fin Project. Insomma tra Libia e Fin Project c’è effettivamente una rete di relazioni ben oliate. Sta di fatto che la storia del segreto di Stato non funziona e le tre cassette, intestate a un russo (prestanome?) vengono aperte. Il contenuto è ancora da visionare. Come quello delle altre, trovate «occupate». Però filtrano indiscrezioni piuttosto intriganti: non ci sarebbero soldi ma soprattutto carte. Ovvero contratti, carteggi riservati. E quasi tutti di italiani, dalle Marche fino arrivare a Roma. Fin Project sarebbe stata utilizzata per il transito di tangenti Enav.
Michelangelo in cassetta
L’ultima scoperta in ordine di tempo è il presunto tesoro d’arte riemerso da una cassetta della Euro Commercial Bank. È il patrimonio del defunto (2006) conte Giacomo Maria Ugolini, destinato alla sua Fondazione (chiusa) e al suo braccio destro, Angelo Boccardelli (in carcere a Viterbo). Nel caveau sammarinese il tesoro è stato nascosto da un amico del conte Giorgio Hugo Balestrieri, residente in Usa, ex ufficiale di Marina, massone e piduista dichiarato, ricercato per riciclaggio dalla Procura di Reggio Calabria. Balestrieri ha ordinato l’apertura della cassetta. Il contenuto è stato immediatamente sequestrato: sospetto riciclaggio. E ieri con l’arrivo da Roma e Bologna dei carabinieri del nucleo patrimonio artistico (segno di una sempre più stretta collaborazione tra Italia e San Marino) è stato fatto l’inventario. Risultato: il già noto crocifisso ligneo di Michelangelo, più un disegno (tecniche di prova) che raffigurerebbe i capitelli poi riportati nella Cappella Sistina; un disegno di Raffaello; poi disegni anche di Matisse e Picasso. Veri o falsi? Provenienza lecita o illecita? Si vedrà.
Mario Gerevini