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 2012  marzo 14 Mercoledì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. LA TRATTATIVA SUL LAVORO


REPUBBLICA.IT
ROMA - Il ministro del Lavoro Elsa Fornero incontra i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, presente anche il leader di Ugl, Giovanni Centrella. E, al termine, il clima sembra improntato all’ottimismo. "E’ stato un incontro utile - dichiarano i segretari sindacali - abbiamo concordato con il governo che i contenuti di questa conversazione resteranno patrimonio di chi li ha fatti". Camusso conferma che un altro appuntamento "ci sarà nei prossimi giorni", ma tiene a ribadire di non voler aggiungere altro perché "le trattative non si fanno sui giornali".
Successivamente, dalle dichiarazioni dei protagonisti della trattativa, trapelano molte aperture dopo che nei giorni scorsi c’era stata la sensazione che il tavolo potesse saltare. Il ministro Fornero, in audizione al Senato, si dice convinto che l’accordo possa essere trovato entro il termine previsto del 23 marzo. Camusso vede maturare "cose positive". E Bonanni dice che l’articolo 18 "può essere ristrutturato. E ho visto che partiti importanti, come il Pd, si sono detti d’accordo con questo".
Per Elsa Fornero, una giornata di colloqui (oltre ai sindacati, anche con Rete Imprese) che cade in un momento decisivo per la riforma del mercato del lavoro. Molti i nodi da sciogliere. Si registra, per ragioni di fondo molto diverse, la compattezza di sindacati e imprese sul "no" alla ricetta del ministro per la gestione sistemica dell’emergenza occupazionale nella crisi del presente. Ovvero, il passaggio dalla cassa integrazione ai modelli tedesco e danese, per una maggiore flessibilità in uscita che può produrre licenziamenti, ma anche attirare investimenti stranieri in grado di generare nuova occupazione.
Una giornata in cui dopo Bonanni, che ieri paventava il rischio di un naufragio del tavolo perché non si può "parlare di soldi senza aver stabilito prima quale sia il sistema che si adotta", giunge il sarcastico controcanto del presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia: "Miliardi? Credo ci daranno una ’paccata’ e basta", in riferimento al monito del ministro Fornero sulle risorse finanziarie 1per la riforma degli ammortizzatori sociali, condizionate al preventivo assenso delle parti sociali all’accordo. "Solo una battuta" precisa poi Marcegaglia, avvertendo: si può anche chiudere nei tempi stretti posti dal governo ma l’esecutivo deve fissare "punti fermi" e indicare "le cifre: è necessario che si capiscano le cifre". "Attendiamo anche la proposta sulla flessibilità in uscita - aggiunge la leader degli industriali - perché la riforma si tiene su tre gambe, tre temi: contratti, ammortizzatori, flessibilità in uscita. Daremo un giudizio complessivo quando vedremo tutte le parti".
Fornero al Senato: "Accordo realizzabile la prossima settimana". Dopo l’incontro con i sindacati, il ministro si presenta in commissione Lavoro al Senato. Per dire: "Un accordo mi sembra realizzabile, lavoriamo per questo, e credo che potremmo farlo la prossima settimana". "Una cosa che caratterizza questo governo è pensare al Paese nel suo insieme. Conto che quello che si fa per il Paese non possa essere rifiutato. Ci sono aspetti indigesti per tutte le parti, ma bisogna che le parti guardino il complessivo". "Noi chiediamo sacrifici a tutti, è un menù equilibrato", ribadisce il ministro, sottolineando che la riforma del mercato del lavoro potrebbe fare "uscire il Paese da un futuro di bassa crescita o addirittura di decrescita". "Siamo relativamente pronti a proposte" delle parti sociali, aggiunge Fornero, "non tutto è blindato". Poi ha annunciato che "il governo è pronto presentare proposte su un blocco complessivo della riforma del mercato del lavoro su 5 punti".
Prima di vedere Camusso, Angeletti e Bonanni, a Radio anch’io il ministro Fornero aveva ribadito la presenza di risorse per gli ammortizzatori non derivanti da tagli alla spesa assistenziale. E aveva espresso l’urgenza di "intervenire sulle tipologie dei contratti, rendendo più severi i controlli sugli abusi e incoraggiando forme più virtuose. Abbiamo in mente anche un contratto che dovrà dominare gli altri: prevede l’entrata nel mercato del lavoro con l’apprendistato e una stabilizzazione, che però non sarà per obbligo. Si prevede poi una relativa, maggiore facilità di uscita".
Camusso: "Maturano cose positive". "Mi pare che stiano maturando cose positive. Oggi è ricominciato il confronto utile e costruttivo e mi pare che ci sia l’impegno per costruire tutele universali". Così, dopo l’incontro con il ministro Fornero, il leader Cgil Susanna Camusso nel corso del programma La storia siamo noi. "Se davvero ci fosse una paccata di soldi, potrebbe servire a dare prospettive che noi continuiamo chiedere". Poi la leader della Cgil ha espresso anche valutazioni più ’personali’. Sulla Fornero, innnanzitutto: Il ministro del Lavoro è una donna con una gran tenacia ma a volte un po arrogante". Su Veltroni: "Aveva annunciato progetti importanti per la sua esistenza che non ha portato a termine". Un riferimento al mancato trasferimento in Africa. E anche sulla figlia, Alice: "Temo che andrà all’estero. Spero di no, con affetto materno, e vorrei che fosse un’esperienza ma non l’abbandono del Paese".
Bonanni: "No a flessibilità ’malata’, tipo Co.co.co". Per il leader della Cisl, l’articolo 18 si può, dunque, ristrutturare. "Si può fare come in Germania - spiega - dove il giudice decide in quattro e quattr’otto se ci sarà il reintegro nei casi gravi o il risarcimento nei casi meno gravi. Poi ci sono i licenziamenti a carattere economico dove diciamo che si può ricorrere a sistemi diversi dall’art.18".
"Dobbiamo farlo l’accordo - afferma deciso ancora Bonanni parlando a L’Italia su 2 di Raidue -. Mi viene in mente la frase di Alfieri, ’volli, fortissimamente volli’. Ma questo deve riguardare la Fornero". Il ministro si è detto ottimista per una chiusura entro il 23 marzo. "Sette giorni bastano e avanzano - osserva il leader della Cisl - se è come stamattina, che siamo stati cinque ore a lavorare in modo abbastanza confortante. Il problema non è il tempo. Se il governo non è duttile come lo è il sindacato, è chiaro che si perde tempo".
Bonanni, che nel pomeriggio incontra anche il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ribadisce che l’articolo 18 deve restare a tutela contro le discriminazioni, "come in tutti i paesi civili". E, a riprova, racconta di quando "all’inizio della mia carriera lavorativa, fui licenziato perché sindacalista. Mi volevano discriminare, era un abuso palese e fui reintegrato proprio grazie allo statuto dei lavoratori. Abusi e discriminazioni bisogna combatterli comunque. Dovunque in Europa gli abusi sono combattuti".
Rimane da sciogliere la questione della mobilità, "la terza gamba degli ammortizzatori sociali". Bonanni spiega che "viene utilizzata quando le aziende sono morte, fallite. In quel caso è importante perché dà possibilità alle persone di non andare in mezzo alla strada e ripredisporsi per trovare un altro lavoro. Anzi, in questo momento della riforma previdenziale così ruvida, che ha portato a un innalzamento dell’età per la pensione molto molto forte, privare il sistema di una protezione di questo tipo sarebbe un’ecatombe sociale"
Piuttosto, per il leader Cisl, sono da "eliminare i lavori truffa, come partite iva e i Co.Co.Co. introdotti dalla legge Biagi" che Bonanni chiama "flessibilità malate", contratti che "nascondono bene l’esigenza di pagare contributi e salario e dobbiamo trovare soluzioni a queste tipologie, soprattutto perché vanno contro i giovani".
Rete Imprese: "Così non firmiamo". "Il ministro ha detto che il governo è compatto e tira dritto per la sua strada" fa sapere Mauro Bussoni, direttore di confesercenti in rappresentanza di Rete Imprese Italia, al termine dell’incontro con Elsa Fornero, aggiungendo che "a queste condizioni non firmeremo".
"C’è un insostenibile gravame sul costo del lavoro per le piccole imprese - spiega Bussoni -. La riforma, così come ci è stata proposta, costerebbe alle nostre aziende e al milione e 800mila lavoratori che rappresentiamo, circa 1,2 miliardi in più all’anno, in aggiunta ai 2,7 miliardi di contributi già versati. Situazione illogica, perché si fanno pagare di più le piccole e medie imprese, che sostengono il Paese".
Le consultazioni di Bersani. "Mi sembra ci sia stato qualche spiraglio positivo nelle ultime ore. Il Pd è al servizio di un accordo di riforma perchè le cose naturalmente devono cambiare. Un accordo che dica coesione e sforzo comune". Così il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, al termine dell’incontro con il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. Bersani ha un giro di contatti e incontri anche con le altre sigle sindacali e con Rete Imprese e Confcooperative.
(14 marzo 2012)

REPUBBLICA.IT - Sul Reddito da Cittadinanza
Al di là delle uscite infelici sulle “paccate di soldi” – che ti aspetteresti da un leghista della prima ora e non da una docente autorevole di economia – sembra che l’assicurazione sociale per l’impiego (Aspi) non riuscirà a garantire la copertura universalistica promessa dalla ministra Fornero. Molti lavoratori disoccupati e inoccupati, specialmente quelli precari, ne resterebbero esclusi.
Nelle intenzioni il nuovo ammortizzatore sociale vorrebbe andare nella direzione del resto dell’Europa occidentale, dove però esistono forme di sostegno al reddito per chiunque e si chiede un impegno serio a cercare una nuova occupazione.
Se l’obiettivo è l’allineamento all’Europa, non si può evitare di affrontare il tema del reddito di cittadinanza, come da tempo propongono alcuni economisti, sociologi e politici. Su questo fronte in Italia è molto attiva l’associazione Basic Income Network (Bin), che ha scritto una lettera al presidente del Consiglio chiedendo l’introduzione del “reddito minimo garantito incondizionato, ulteriore rispetto a una indennità di disoccupazione generalizzata, affinché si definisca un nuovo diritto sociale”.
Il reddito di cittadinanza pone la questione centrale su cosa siano oggi i diritti sociali – sostiene il Bin – su cosa significhi garanzia di un livello socialmente decoroso di esistenza e della possibilità di scelta e di autodeterminazione dei soggetti sociali.
In effetti il punto è proprio l’autodeterminazione degli individui e l’emancipazione dalla famiglia, favorite dal reddito minimo, mentre in Italia bisogna ancora contare sul welfare familistico, sul sostegno dei genitori in assenza di un sostegno pubblico. Senza contare l’impulso che questo ammortizzatore darebbe al consumo e alla domanda interna.
Fatta eccezione per l’Italia, la Grecia e l’Ungheria, negli altri paesi dell’UE l’intergazione al reddito va dai 400 ai mille euro mensili, oltre alle facilitazioni per la casa, i trasporti, la cultura, la famiglia e i figli.
La domanda che ci si pone in quei contesti è se i sussidi scoraggino la ricerca di lavoro, favorendo l’abuso e l’assistenzialismo. Ma se ci sono buoni servizi per l’impiego che riqualificano e reinseriscono il disoccupato in tempi ragionevoli nel mercato del lavoro – come nei paesi scandinavi, ad esempio – il problema sembra davvero non sussistere.

REPUBBLICA.IT - ALCUNI COMMENTI DEI BLOGGER ALLE COSE SCRITTE DA LONGHI

Giuseppe 14 marzo 2012 alle 12:05

• Mi piacerebbe essere informato su cosa pensano i partiti della proposta sul reddito di cittadinanza.
So per certo che la SEL è proponente. E il PD?
Corrado 14 marzo 2012 alle 12:28

• “Molti dei mali delle attuali società scompariranno con l’introduzione di un reddito minimo annuo garantito.
Il nocciolo di quest’idea è che tutte le persone, che lavorino o meno, devono godere dell’incondizionato diritto a non morire di fame e ad avere un ricovero. Non dovranno ricevere più di quanto sia indispensabile per mantenersi, ma non dovranno neppure ricevere di meno. E’ un diritto che risponde a una concezione nuova oggi, benché si tratti di una antichissima norma di cui si è fatto paladino il cristianesimo, e che era messa in pratica in molte tribù «primitive», quello secondo cui gli esseri umani hanno un “incondizionato diritto a vivere, indipendentemente dal fatto che compiano o meno il loro «dovere verso la società»”.
E’ un diritto che concediamo ai nostri animali domestici, non però ai nostri simili.
Una prescrizione del genere avrà per effetto di dilatare enormemente l’ambito della libertà personale; nessuno che sia economicamente dipendente da altri (da un genitore, da un marito, da un capo) sarebbe più sottoposto al ricatto di venir lasciato morire di fame; individui dotati, che vogliono cominciare una nuova vita, potrebbero farlo a patto che siano disposti a sobbarcarsi al sacrificio di vivere, per un certo periodo, in relativa povertà.
Il reddito annuo minimo garantito assicurerebbe reale libertà e indipendenza; per tale motivo, esso è inaccettabile per ogni sistema basato sullo sfruttamento e il controllo, soprattutto per le varie forme di dittatura.
Si tratta di un’idea che apparirà senza dubbio inattuabile o pericolosa a coloro i quali ritengono che «gli uomini sono sostanzialmente pigri per natura». Ma è questo un “cliché” che non si basa sui fatti: è un semplice slogan che funge da razionalizzazione della riluttanza a rinunciare al sentimento di potere nei confronti di coloro che non ne hanno affatto.”
(E.Fromm, “Avere o essere?” 1976)
• R M G REDITTO MINIMO GARANTITO
desidero sensibilizzarvi su una possibile soluzione come risposta alla vera emergenza del paese, un ammortizzatore sociale globale e nazionale che garantisca ad ogni cittadino con redditto basso un salario minimo che riduca la precarieta perche la sicurezza economica rida dignita alle persone, genera sicurezza sociale e rafforza l’ unita nazionale.
il RMG è una rivoluzione societale
per I CITTADINI
per LE FAMIGLIE
per Le UNIVERSITÀ
per LE IMPRESE
OGGI il sistema sociale ha permesso solo di ridurre e minimizzare le tensioni sociali tenendolo sotto controllo con una pioggia di aiuti comunali, regionali, statali ed europei.
Questa rivoluzione societale prevede un reddito minimo garantito RMG utilizzando tutte le risorse date a pioggia contro lavoro obbligatorio su richiesta dei comuni o lavoro di benevolato presso associazioni riconosciute di utilita pubblica, scuole, beni culturali …oppure formazione.
Il salario minimo garantito deve coprire le esigenze primarie di ogni individuo dai 18 anni in su (per nucleo famigliare) in difficolta con reddito annuo inferiore a X per esempio 9600 € ( = 800€ x12 mesi ).
Il RMG deve coprire le cinque esigence primarie: tetto, cibo, vestiario,salute, educazione in cambio di lavoro socialmente utile.
PROPOSTA RMG
Ogni cittadino disoccupato, precario, con un reddito inferiore a X per esempio 9600 € netti.
Per gli studenti universitari iscritti al primo anno potranno chiedere il reddito minimo garantito X per esempio 500 € mese per 10 mesi settembre / giugno.
Per i cittadini che andranno all’universita il 1° anno potranno ricevere il RMG invece dal secondo anno in poi sara l’Universita che secondo del reddito e dei risultati dello studente potra concedere una borsa di studio) questo è un allegerimento del budget delle Università e l’applicazione della Costituzione sul diritto allo studio (e occorre limitare i fuori corso ad 1 anno visto che in europa è una anomalia tutta italiana)
Reddito minimo garantito :es. 800 € x 12 mesi
se un figlio a carico + 100€ per piu di un figlio o/e genitore a carico + 300€
(comprende gli attuali assegni famigliari) in modo da poter rilanciare la demografia che uno dei problemi italiani.
utilizzando i vari fondi attuali oggi distribuiti a doccia dai vari enti / tasse sui scambi finanza / confische alla criminalita / recupero evasione fiscale / inserire come in altri stati pagamento di cauzioni in tutti i piccoli e medi processi/ recupero da evasione fiscale/assegni familiari…
organizzando il pagamento del servizio tramite INPS «ente gia strutturato» ma gestito/autorizzato dai comuni.
tramite conto corrente gratuito presso le Poste e carta di credito con fotografia
Il pagamento mensile unicamente su conto corrente del cittadino presso le Poste . La carta di credito limitata alla somma stabilita del salario minimo garantito per pagamento tramite bonifico bancario dell’affitto
( su presentazione del contratto d’affitto registrato dunque riduzione degli affitto in nero).
L’utilizzo della carta di credito (facilita i controlli) per acquisto cibi o altro presso ipermercati per il valore residuo. Un massimo settimanale di 50/100 euro da ritirare in contanti.
«Perche non dare i contanti ?» per evitare abbusi
Il salario minimo garantito non permettera di comperare oggetti di lusso, automobili, barche, vacanze… oppure di giocare d’azzardo in quanto
le somme sono molto contenute
i contanti autorizzati saranno per esempio tra 50/75 euro a settimana
La carta di credito con fotografia permette di utilizzare il trasporto pubblico gratuitamente e di frequentare gratuitamente le biblioteche per consultare giornali o utilizzare un pc per ricercare una nuova occupazione che permettera di uscire dal sistema salario minimo garantito e ritrovare una attivita remunerata sul mercato del lavoro.
CONTROLLO
Un controllo mensile sara eseguito (controllo facile su spese individuali visto l’utilizzo
della carta di credito e verifica del lavoro obbligatorio di utilita pubblica per la continuita del pagamento)
DOMANI
PER I CITTADINI
Il diritto al reddito minimo garantito dovra essere riconosciuto a tutti gli italiani residenti in Italia ed ai cittadini dell’UE con reddito annuo inferiore a per es. 9600 € se stabilmente residente in Italia da piu di 5 anni e regolarmente registrati presso l’ufficio delle entrate e avendo presentato per i cinque ultimi anni la dichiarazione dei redditi. Per gli extra comunitari che risiedono stabilmente e pagano le tasse da minimo 10 anni.
Se c’è un reddito uguale o inferiore ai 9600€ si potra percepire il RMG vedi esempio cui di seguito: se ha un reddito di 5000 Euro ricevera la differenza 9600 – 5000 = 4600 diviso dodici = 383 € / mese ) contro lavoro socialmente utile , lavoro per comune/associazioni.
+ A chi usufruira del reddito minimo garantito ogni mutuo dovra essere sospeso fino ad un massimo di tre anni.
Nel frattempo chi usufruira dello RMG dovra attivarsi per un nuovo lavoro, una nuova attivita anche creando la sua impresa: asilo nido, dopo scuola, aiuto agli anziani , ai malati … ( vedi riforma Monti gratuità della creazione d’impresa )
PER LE IMPRESE:
che non hanno licenziato personale nei ultimi 12 mesi
Vorrei ribadire cui il ruolo sociale delle imprese e anche della loro responsabilita sociale nelle loro politiche di sviluppo aziendale
potranno assumere un cittadino con reddito minimo garantito pagando solo la differenza tra reddito minimo garantito RMG e lo stipendio concordato per esempio RMG 800 € stipendio netto concordato 1500 Euro il datore di lavoro paghera unicamente la differenza di 700 € questo per X anni (esempio per tre anni). Il datore di lavoro paghera come per qualunque dipendente le tasse relative al lavoratore e dovra tenere il collboratore in azienda per un minimo di tre anni.
+ reddito minimo garantito RMG , aiuto minimo per andicappati / invalidi 100% ,le pensioni minime dovranno avere lo stesso valore
+Il reddito minimo garantito dovra essere fissato ogni fine anno per l’anno successivo dal Parlamento insieme allo Salario Minimo = «SMIG» come in Francia con valore ca. doppio del SMG «1600 €» lordi per 40 ore di lavoro settimanale che servira a limitare i stipendi (per esempio 20 volte il minimo …..)
/ pensioni massime 3 volte il SMG perche la pensione non è uno stipendio)
Per primo impiego con una laurea magistrale SM deve essere aumentato del 25 % e 50% per chi ha studiato per minimo un semestre all’estero questo per evitare la fuga dei cervelli.
Primo impiego o riinserimento di lavoratori di 55 anni in su l’ impresa che non ha licenziato
nell’ ultimo anno avra la possibilita di pagare la differenza tra RMG e stipendio da contratto per 3 anni
negli ultimi due avra la possibilita di pagare la differenza tra RMG e stipendio da contratto per 6 anni
negli ultimi tre ———————————————————————— 9 anni
Con questo sistema ci guadagnano tutti : le Aziende, i Cittadini, la Societa
FATTIBILITA
su base 800€ mese / 9600€ anno (studenti universitari immatricolati al 1° anno 450€ mese x10 mesi = 4500€ anno
In Italia marzo 2012 ci sono 2 400 000 disoccupati partiamo su una cifra di
3 000 000 di cittadini a reddito critico per una spesa di ca. 30 milliardi pertanto e fattibile visto che uno parte di questa cifra e gia oggi distribuita e che il restante va trovato dai politici che devono riprendere il controllo dell’ economia.
- ogni anno in Italia abbiamo un evasione fiscale di ca 180 milliardi – per info solo cassa integrazione = previsione 2012 su base gennaio / febbraio = 10 milliardi di €)
- Ricordo che il problema non e il PIL ma in questo modo si raggiunge anche un aumento del PIL del paese).
CONCLUSIONI
IL SMG è una parte della soluzione occorre anche
una nuova legge elettorale con:
- divieto di cumulo
- riduzione ad uno – due mandati (la politica non deve diventare un mestiere) accanto ad una ridimenzionata camera di eletti, una camera del popolo non eletti ma tirati a sorte con diritto di veto su tutte le leggi che vengono presentate dalla camera degli eletti.Questa camera del popolo con cittadini tirati a sorte ( per Montesquieu il sorteggio fa parte della democrazia) per un mandato su liste comunali dove ogni cittadino che lo desidera potra iscriversi (per gli emigrati sulle liste AIRE sara sufficiente iscriversi come ogni altro cittadino residente).con controlli all’iscrizione, prima dell’insediamento, durante il mandato e dopo il mandato.
Con presenza obbligatoria dei rapresentanti ai lavori: se tre assenze senza motivo valido vale esclusione definitiva dall’assemblea
- annullamento di un elezione dove i voti bianchi raggiungano il 25 % cosi come annullare un elezione se piu del 25 % dei votanti non ha votato.(25% visto che i primi partiti non superano il 25%)
2) un contratto di lavoro unico a tempo indeterminato con tre mesi di prova per tutti ( su base di 12 mensilita per tutti = reddito annuo diviso 12 )
3) a causa della globalizzazione dunque alle delocalizzazioni serve una politica industriale che obblighi le aziende produtrici all’estero che non rispettano i diritto dei lavoratori di poter vendere i loro prodotti nell’UE e in Italia solo se 50% del prodotto e fatto nel U.E. di cui 25% in Italia questo vuol dire riindustrializzare il paese.
4) una politica dell’energia (isolamento degli edifici / risparmio energetico / rinnovabili)
5) una politica estera verso i paesi del mediterraneo
6) una politica dei trasporti (rotaie – treni / strade del mare – cantieri navali)
7) una politica del credito alle imprese, ai cittadini se le banche non fanno il loro lavoro istituzione di un ente di stato per il credito alle PMI che hanno bisogno di liquidità
• Luca 14 marzo 2012 alle 12:33
Certo, è importante il reddito di cittadinanza, mica creare posti di lavoro.
Soldi per tutti, lavoro per nessuno.
Il reddito di cittadinanza è il modo più becero per sprecare soldi.
Io i soldi li voglio perchè ho lavorato, perchè me li merito, non perchè lo stato/papà me li regala.
Che schifo, che schifo vero, povera sinistra. Ma la sinistra non era il partito del lavoro e dei lavoratori?
unos 14 marzo 2012 alle 12:40
• “Chi non vuol lavorare, neppure mangi” (S.Paolo – 2 Lettera ai Tessalonicesi)
@ Luca 14 marzo 2012 alle 12:46
• La sinistra socialista era il partito del lavoro e dei lavoratori ma contro l’alienazione e lo sfruttamento del lavoro. Oggi tutti potremmo lavorare la metà delle ore e guadagnare il doppio, se sapessimo rinunciare all’ideologia del liberismo, del consumismo, dell’ultra mercato, della sovraproduzione di merci inutili.
La sinistra socialista era il partito del lavoro e dei lavoratori ma contro lo squilibrio sociale. Un tempo un datore di lavoro guadagnava 50 volte quello che guadagnava un operaio, a parità di ore lavorate. Ed era già uno squilibrio insensato. Oggi la proporzione è di 1000 a 1. E’ accettabile, è etico, è giusto che una sola persona guadagni in un’ora la stessa cifra di 1000 persone messe insieme?
La sinistra socialista era il partito del lavoro e dei lavoratori ma contro la finanza che non produce nulla e anzi sottrae risorse per autoalimentare il proprio potere.
Vuoi i soldi perchè hai lavorato? Vuoi emergere? Nessuno te lo sta negando. Se qualcuno vuole fare una vita più modesta, non esser parte degli ingranaggi alinanti dello sfruttamento capitalista è anch’egli libero di farlo. Percepirà un sussidio tanto per impedirgli di morire di fame. Evidentemente non lavorando, non si permetterà la seconda casa al mare, non comprerà il SUV, non andrà a cena a mangiare pesce due volte a settimana, non giocherà in borsa, sarà impossibilitato a fare la crocera ai caraibi. Ma potrà sopravvivere.
La cosa ti infastidisce? Vuoi che muoia di fame perchè produce meno di te? E chi sei tu per stabilire delle vite altrui?
Io voglio il reddito di cittadinanza per coltivare il mio orto. Di comprare i prodotti delle pubblicità non ho interesse. Qualora non avrò i soldi sufficienti eviterò di comprare quella cosa, di fare debiti e di morire logorato dall’invidia perchè il mio vicino di casa può al contrario di me permettersi tutto. A che prezzo? Al prezzo di uscire alle 5 di casa e tornare alle 8 della sera? Per un misero salario? E’ vita quella? Secondo te è vita? E tutti dovrebbe sottostare a questi ritmi per un misero stipendio che arricchisce i potenti e solo i padroni? C’è chi non vuole stare a questi ricatti. C’è chi al primo posto sceglie la vita, il vivere anzichè essere sfruttato. C’è chi ama la famiglia più del lavoro. C’è chi non casca nel meccanismo dell’invidia sociale. C’è chi pensa che il lavoro debba essere un mezzo per vivere, non il fine della vita.
Sì al reddito di cittadinanza, che spezza le catene dello sfruttamento.
• Luca 14 marzo 2012 alle 12:54
“Io voglio il reddito di cittadinanza per coltivare il mio orto.”
Cioè, tu vuoi coltivare il tuo orto alle spalle di chi paga le tasse?
Certe idee trasformano lo stato sociale da agente di ammortizzazione dei rischi a furto legalizzato del lavoro degli altri.
Io esco alle 8 di casa e torno alle 20. Non me ne vergogno, Perchè sono quelli come me che mandano avanti questo paese in cui tu vuoi fare il free rider.
Immagina, come suggerisce Kant nella critica della ragion pratica, se tutti decidessero di vivere senza lavorare ma pretendendo il loro reddito di cittadinanza.
Viva il lavoro, viva la sinistra, viva il sindacato e viva i lavoratori.