Malcom Pagani, il Fatto Quotidiano 13/3/2012, 13 marzo 2012
“UN DUE TRE STELLA”, SATIRA IN ATTESA DI GIUDIZIO
Nove anni fa. A novembre. L’ultima volta. Prima dei 20 milioni di danni chiesti da Mediaset, della chiusura di Raiot e della consapevolezza che non c’è anagramma o cavallo di troia capace di sorprendere la militare sonnolenza di un Cda Rai. Sabina Guzzanti ritorna. Otto puntate, si comincia mercoledì, in prima serata. Un titolo: Un, due, tre stella che rimanda all’infanzia e al governatore della rete, sempre a Ovest di La7 perché l’esilio è stato troppo lungo per rilassarsi e la satira non la domini: “Fa un po’ quel cazzo che gli pare”. È atterrata a Telecom dopo sei mesi di trattative. Senza compromessi e quindi libera. Non detenuta, ma in attesa di giudizio. Al di là delle felicitazioni di prammatica (Ruffini, corsi e ricorsi), Sabina Guzzanti è Sabina Guzzanti. Ha un visto da turista che la colloca, naturalmente, alla frontiera. Il gruppo è vasto. La trasmissione lunga e (sembra dagli spezzoni proiettati alla Casa del Cinema) divertente. Due ore in cui considerare la convergenza tra ieri e l’oggi (D’Alema, Berlusconi e Annunziata c’erano già ai tempi di Raiot) e rilanciare la coralità. Nino Frassica, in sintonia: “Oggi dico grazie a La7, se domani mi chiama la Rai ne parlo male, non c’è problema”. Il cast di Romanzo Criminale, da Sartoretti a Roja, impegnato nella parodia della “Banca della Magliana”. E Caterina Guzzanti che prepara “adepte” di CasaPound e si appella all’ironia. “So-mazzi, l’autore, sostiene che reagiranno bene. In caso contrario fornisco il suo indirizzo”. Fuori, in faccia a una pallida primavera romana, la sorella maggiore fuma.
Guzzanti, è stata dura.
Essere in tv dopo quasi un decennio è strano. Quando abbiamo firmato il contratto ho provato emozione e commozione. Adesso? Soprattutto fifa.
La trattativa è durata sei mesi.
Non è stato semplice ottenere un’ipotesi che garantisse alla satira i diritti umani. (ride)
La7 chiuse il Decameron di Luttazzi. Dovrà riconoscergli oltre un milione di euro.
Sono contenta per Daniele. Un, due, tre stella sarà anche un apologo sulla libertà d’espressione.
Satira tecnica?
Ci sarà Monti (“Montinator”, sterminatore di evasori fiscali, ndr). Abbiamo scovato vecchi repertori.
Berlusconi è tramontato.
Ma lo scenario per la democrazia rimane preoccupante. Abbiamo un governo non eletto e un Parlamento che non ha il potere di legiferare, ma conserva quello di ricattare. Una situazione grave.
Da cosa dipende?
Nell’ultima fase del governo Berlusconi l’opinione pubblica esprimeva una sana crisi di rigetto. Poi il processo è stato bloccato e siamo stati costretti a sorridere senza poter rielaborare il passato. “Non se ne può più parlare” dicono. Ma come? Come fai a voltare pagina senza capire cosa è successo?
In conferenza stampa
hanno detto che lei è
“ossessionata” da
Berlusconi.
Sono stata e continuo a essere insultata in un modo violento, sleale e ingiustificato senza che dalla stampa o da nessun altro, arrivi una difesa.
È stata attaccata per il caso Lande-Torregiani.
I giornali insinuano che abbia compiuto scorrettezze. È falso. Sono parte civile nel processo e testimone dell’accusa, anche importante. Avendo pagato le tasse posso portare prove che ad altri testimoni sono interdette.
Sabina l’antipatica?
Chi si schiera, viene attaccato e ammettere che avevo ragione risulta scomodo. Ho sempre attaccato il giornalismo italiano e ricordato le sue responsabilità ai tempi in cui la censura dei pareri dissonanti era l’unica religione.
Quali responsabilità?
La mancanza di una reazione dignitosa agli editti. Sono state cacciate persone senza che dai colleghi sibilasse alcuna solidarietà. Chi ha alzato le spalle è stato emarginato e sostituito. Ma se cacci il singolo, stai limitando i diritti di tutti.
Cosa è stata la tv di questi anni?
Un terreno selvaggio in cui ognuno ha pensato agli affari suoi.
Dopo gli esordi trionfali e il cospicuo esodo dalla
Rai, gli investimenti di
La7 si trovano di fronte ad ascolti in netta diminuzione.
Aver messo in cima alla lista la poetica degli ascolti è una delle cause del degrado culturale del Paese. Il sistema dell’Auditel è molto discutibile, rivela una magagna al giorno, viene spacciato come oro colato e in ogni caso, corrisponde al populismo in politica. Siccome ho la maggioranza, posso fare quello che mi pare. In democrazia è il contrario. Vince la tutela della minoranza. Non il diritto assoluto della maggioranza.