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 2012  marzo 13 Martedì calendario

LUSSO E SHOW DOPO LA CONCORDIA —

Gli operatori soffrono ancora per i danni causati dal naufragio Concordia all’immagine del mondo delle crociere e ai profitti delle loro compagnie. Ma ostentano ottimismo sul futuro e dal salone Seatrade Cruise Shipping Miami — aperto da ieri fino a giovedì, l’appuntamento più importante del settore — si preparano a lanciare una campagna per riconquistare la fiducia dei clienti. «Chi conosce questa industria sa che la terribile tragedia della Concordia è stato un evento estremamente raro e che le crociere restano una delle vacanze più sicure, tuttavia abbiamo subito creato una task force come Clia, l’associazione internazionale delle compagnie di crociera, per rivedere tutte le procedure di sicurezza a bordo e migliorarle ulteriormente», ha spiegato il presidente della Clia Howard Frank, che è anche vicepresidente e responsabile operativo del gruppo Carnival, il numero 1 al mondo con quasi il 50% del mercato e 10 marchi compresa Costa Crociere.
Il disastro Concordia aveva fatto crollare subito dell’80-90% le prenotazioni di Costa, con un assestamento poi su un calo del 40-50% rispetto all’anno scorso. Essendo Costa la più grande compagnia di Carnival, l’impatto è stato pesante sui conti del primo trimestre 2012: in rosso per 139 milioni di dollari rispetto a guadagni di 152 milioni un anno fa; con la previsione di utili dimezzati per tutto l’anno. Anche il numero 2, Royal Caribbean Cruise, ha visto un calo del 20% delle prenotazioni subito dopo il naufragio e ora registra una flessione di circa il 15%. E il numero 3, Norwegian Cruise Line, pur non diffondendo dati perché non quotato in Borsa, ha ammesso un rallentamento sensibile degli affari.
Il fatturato globale del settore è di 30 miliardi di dollari l’anno secondo le stime di Jaime Katz, analista di Morningstar, che osserva: «Il settore non si è ancora ripreso e fino a che appariranno le immagini della Concordia incagliata, sarà un problema. La domanda resta debole, perché i clienti aspettano a prenotare le crociere, sperando in forti sconti. Carnival non vuole offrire prezzi stracciati, ma se non riesce a riempire le navi dovrà fare qualcosa. In Europa poi i consumatori sono nervosi per il nuovo clima di austerità».
Ottimista appare invece Manfredi Lefebvre d’Ovidio, presidente di Silversea cruises e dell’European cruise council, l’associazione delle compagnie di crociera europee: non lo preoccupa nemmeno l’imminente celebrazione del centenario dell’affondamento del Titanic (15 aprile) con la riedizione 3D del film con Leonardo DiCaprio. «Quando uscì nel ’97 ebbe un effetto positivo sulle crociere, perché al pubblico piaceva la parte romantica della storia — dice Lefebvre d’Ovidio al Corriere —. L’industria delle crociere in Europa vale 300 mila dipendenti e ha un potenziale di crescita enorme: solo l’1% degli europei va in crociera, contro il 3% degli americani. Il problema adesso è come comunicare al pubblico i nostri sforzi per rendere ancora più sicura la vacanza a bordo di una nave».
Ieri al salone di Miami i leader del settore hanno discusso a porte chiuse proprio quali nuovi standard concordare. «Uno è l’obbligo di dare ai passeggeri le istruzioni in caso d’emergenza prima di lasciare il porto e non più entro 24 ore dall’imbarco — ha anticipato al Corriere Pierfrancesco Vago, ceo di Msc cruises —. Un altro tema sono i controlli sul capitano, che oggi è il "dio" a bordo, uno status da rivedere alla luce dell’incidente Concordia», dice pensando probabilmente a Schettino. «Riparare i danni all’immagine delle crociere è vitale per l’economia italiana: ogni passeggero (i passaggi nei porti sono 25 milioni l’anno) spende in media 100 euro per porto visitato».
Le rotte europee sono fra quelle in maggior crescita (+109% dal 2006). «È il trend della globalizzazione, con l’aumento anche delle destinazioni esotiche come Vietnam, Cina, Abu Dhabi — spiega Fabrizio Giustarini dell’Italian trade commission (Ice) che a Miami ha organizzato la presenza italiana, la più grande del salone —. L’altra tendenza è alzare il livello del trattamento a bordo, con cabine più ampie e lussuose, e più servizi come show prestigiosi. Il settore sta vivendo un boom grazie all’aumento degli anziani in buona salute e delle famiglie che scelgono le vacanze intergenerazionali sulle navi, a un prezzo molto conveniente rispetto alla qualità».
Maria Teresa Cometto