Paolo Lepri, Corriere della Sera 10/03/2012, 10 marzo 2012
RIVESTITEVI. L’ULTIMO TOPLESS DELLA «BILD» - S
i cambia. Niente più ragazze sexy in prima pagina, come avveniva sulla Bild da ventotto anni, quasi tutti i giorni. Una piccola rivoluzione, perché il mondo forse è un po’ diverso, o una mossa ipocrita di «pomposa autopromozione» come ha commentato Lena Jakat sulla Süddeutsche Zeitung? In effetti, c’era qualcosa che non andava, o di tremendamente coerente, nel numero dell’8 marzo del quotidiano più venduto della Germania in cui il lettore poteva trovare, una accanto all’altra, l’immagine sorridente di Rebecca, ventenne di Wismar, senza nulla o quasi addosso, e la notizia che era stato deciso di celebrare la festa della donna facendo lavorare solo gli uomini e dando un giorno di vacanza a giornaliste, fotografe, impiegate, segretarie. «Vogliamo far vedere, con la loro assenza, quanto le nostre colleghe siano importanti», era la parola d’ordine dell’iniziativa. Anche se poi qualcuno ha raccontato con sarcasmo, nel diario apparso sul sito, che il postino non aveva potuto consegnare a chi li aveva ordinati scarpe e vestiti acquistati online. Intanto, nella piccola intervista che accompagna sempre la foto della ragazza del giorno Rebecca raccontava che se avesse avuto 10 mila euro (una delle domande più frequenti, insieme a hobby, desideri inconfessati, segreti e curiosità grandi e piccole) sarebbe andata subito a «farsi ingrandire il seno».
Abbiamo saputo tutti sogni di Rebecca, come quello di «essere, almeno per un giorno» Daniela Katzenberger, una stella dei reality show tedeschi. E tutte le altre che l’anno preceduta hanno raccontato un po’ ingenuamente di avere paura del buio, di amare i dolci, di essere conquistate dalla tenerezza o dalla forza degli uomini. Perché la grande idea della Bild, da quel 29 marzo 1984 in cui Miss Vienna, Evelyn Rillé, fu la prima delle cinquemila, è stata quella di alternare alle modelle «ragazze della porta accanto» di cui, non a caso, veniva sempre pubblicata una piccola foto, scattata nella vita di tutti i giorni, spesso molto diversa da quella in topless sparata al centro del giornale. Un modo per creare competizione, alimentare la curiosità, organizzare una sorta di concorso di bellezza quotidiano aperto a tutte, ma anche per dare un’immagine della società tedesca un po’ frivola e poco problematica. E non si fa fatica a credere che nelle stanze della direzione di questa potente macchina da guerra, che vende 2.700.000 copie e spesso è stata in grado di creare o distruggere la carriera di un politico, si svolgesse ogni giorno, con grande divertimento, il rito di decidere la prescelta.
«Sono l’ultima», ci ha così informato ieri Eva, polacca, sotto un gigantesco titolo che annuncia la decisione. Un «commiato» che viene affiancato, con un’operazione acrobatica tipica della Bild, a quello del presidente dimissionario Christian Wulff, la cui cerimonia di addio si è svolta proprio giovedì scorso. Ultimo giorno per le ragazze in prima pagina, ultimo giorno allo Schloss Bellevue per l’ex presidente tedesco dimessosi per gli sviluppi di uno scandalo che proprio il giornale del gruppo Springer è stato il primo a rivelare. Ma la svolta sulle «Bild-Girl» non sarebbe stata decisa dal direttore Kai Diekmann, l’uomo alla cui segreteria telefonica arrivò il famoso messaggio minaccioso di Wulff. A proporla sarebbero stati i giornalisti durante la giornata di lavoro senza donne. Nessuno ci ha creduto. E ha fatto anche un po’ sorridere quanto è stato scritto: «Si è trattato forse di un piccolo passo per le donne, ma di un passo da gigante per la Bild e per tutti gli uomini in Germania».
Un portavoce della Springer, Tobias Fröhlich, ha detto infatti a Der Spiegel che la scelta era nell’aria da tempo e ha espresso la convinzione che nessuno resterà deluso. «Non siamo preoccupati», ha aggiunto. Intanto, secondo un sondaggio, il 60 per cento dei lettori è contrario, il 14 per cento è favorevole, ma solo se le foto sexy non spariranno dal giornale (come peraltro è stato assicurato) e appena il 15 per cento approva. Questo per quanto riguarda i fedelissimi della Bild. Altrove, le opinioni sono più complesse, o inattese. Come quella di Lena Jakat, appunto, secondo cui «ci sono Paesi dove le donne non possono guidare l’automobile o sono costrette a matrimoni forzati, e ci sono Paesi, come la Germania, dove se vogliono, possono spogliarsi in pubblico, come per esempio sulla prima pagina della Bild».
Paolo Lepri