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 2012  marzo 13 Martedì calendario

«Non posso più correre», dice Gabriel Batistuta, e già fa molta impressione a chi lo ricorda esultare con la «mitraglia» sotto la curva Fiesole o idolatrato come Re Leone dalla Curva Sud alla quale regalò lo scudetto

«Non posso più correre», dice Gabriel Batistuta, e già fa molta impressione a chi lo ricorda esultare con la «mitraglia» sotto la curva Fiesole o idolatrato come Re Leone dalla Curva Sud alla quale regalò lo scudetto. Ma a France Football, Batigol confida di essere stato davvero «malissimo»: «Non potevo quasi più camminare». La foto che correda l’articolo tranquillizza, c’è l’ex centravanti argentino capocannoniere di tutti i tempi della sua nazionale (56 gol) e della Fiorentina (152 in serie A) in gran forma, capelli corti e abbronzato. Ma la storia fa venire i brividi: «Non posso più giocare perché non posso più correre - spiega semplicemente - ma cammino abbastanza bene. Devo ammettere che c’è stato un momento in cui sono stato malissimo. Non potevo quasi più camminare». Troppe infiltrazioni? chiede il giornalista di France Football. «Si, ma non più di tanto - minimizza l’ex bomber - giocavo sempre. Su una stagione da 70 partite ne facevo 65. E davo sempre tutto fino in fondo. Non riuscivo ad accettare di restare fuori per un infortunio. Se tornassi indietro, forse starei più attento a me stesso, ma certamente poi nemmeno troppo... Mi piaceva fare gol, sentire il pubblico». L’AMORE VIOLA - Qualche rimpianto ce l’ha, il vecchio goleador. Un amore viscerale per la Fiorentina, poi lo scudetto vinto dalla Roma con i suoi gol: per queste due maglie ha rinunciato ad offerte che avrebbero potuto garantirgli un posto nella storia ancora più in alto. «Sono fiero che delle grandi squadre mi abbiano cercato - dice - vincere un titolo con il Manchester, all’epoca, era abbastanza facile. Vincere un campionato con 15 punti di distacco, però, non mi attirava granché. Volevo segnare contro i più grandi difensori italiani, i migliori del mondo all’epoca. Se me ne fossi andato, avrei segnato di più, avrei potuto vincere la Liga o la Premier League». Insomma, Batigol che fatica a camminare a soli 43 anni, sogna: «avrei vinto il Pallone d’Oro se avessi giocato nel Barcellona o nel Manchester... ma io volevo vincere con la Fiorentina». LA LEGGENDA - Batistuta, un mito che è stato costruito anche attraverso tante leggende, come quella che non avrebbe amato il calcio: «E’ vero che da ragazzino non ho mai pensato di diventare un calciatore - racconta - ha sempre circolato questa storia secondo cui a me il calcio non piace. Ma ho sempre amato moltissimo giocare, allenarmi, scendere in campo. E poi, è sempre stato naturale per me. Tutte le polemiche intorno, invece, non mi piacciono». Infine, il mito argentino di oggi, Leo Messi: «E’ un fenomeno che gioca in una squadra che vanta diversi fenomeni. Fa parte di un gruppo che si appoggia su una vera filosofia».