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 2012  marzo 11 Domenica calendario

Le centrali nucleari fanno il boom - A distanza di un anno possia­mo tirare le somme sulla lezione da Fukushima

Le centrali nucleari fanno il boom - A distanza di un anno possia­mo tirare le somme sulla lezione da Fukushima. Abbiamo impara­to almeno due cose. La prima è che intorno a Fukushima, come già Chernobyl, è stato montato un colossale falso mediatico: il nucle­are è non sicuro, ma ultrasicuro. Non a dispetto di Fukushima (e Chernobyl), ma grazie a Fukushi­ma (e a Chernobyl). So bene che siete bombardati dai milioni di cu­rie e dai fantastiliardi di becque­rel, che non sapete neanche cosa sono e che perciò vi incutono ter­rore. Come fare, allora, a giustifi­care la paura o, alternativamente, a tranquillizzarsi? Continuate a leggere. L’ultimo rapporto dell’ Agenzia di sicurezza nucleare giapponese recita: «Non è stata ri­portata alc­una conseguenza sani­taria in nessuna persona per espo­sizione alle radiazioni fuoriuscite dagli impianti incidentati». La te­muta radioattività, cioè, ha causa­to zero morti, zero feriti, zero mala­ti. Zero. Se vi piacciono i grandi nu­meri e i curie, le fuoriuscite radio­attive da Fukushima assommano a 18 milioni di curie. Però le fuoriu­scite da Chernobyl furono 380 mi­lioni di curie. Ma anche a Cher­nobyl la radioattività ha causato alla popolazione civile, in questi 25 anni, zero morti, zero feriti e ze­ro malati. Zero. Tant’è che, in barba a Chernobyl, l’Ucraina, portandoli a 15, ha in­s­tallato 9 reattori nucleari negli ul­timi 25 anni, e non ha modificato il proprio programma di installar­ne 22 nei prossimi 20 anni. Non da meno la Bielorussia, che lo scorso ottobre ha sottoscritto un contrat­to con la Russia per la costruzione di due nuovi reattori. E, in barba a Fukushima, Yoshihiko Noda, da pochi mesi Primo Ministro del Giappone, ha dichiarato: «È ne­cessario riconquistare la fiducia della popolazione nella produzio­ne elettronucleare ». Cioè, il Giap­pone non si sogna di cancellare il programma di costruire 17 nuovi reattori nei prossimi 20 anni. An­zi, lo scorso 29 settembre ha sotto­scritto un accordo col Vietnam per realizzare il secondo dei 4 reat­tori che il Vi­etnam ha deciso di ave­re operativi entro il 2025. E lo scor­so mese, su 144 amministrazioni di 20 prefetture giapponesi localiz­z­ate entro un raggio di 30 km da re­attori nucleari attualmente anco­ra spenti dopo il terremoto, alla domanda se avessero approvato o no il riavvio degli impianti, solo 23 hanno manifestato disapprova­zione. D’altra parte, anche il resto del mondo si comporta allo stesso modo. Barack Obama ha esteso di 20 anni la vita di 68 dei 104 reattori nucleari americani, lo scorso me­se ne ha avviato la costruzione di 2 nuovi, e lo scorso 21 settembre ha sottoscritto con la Russia un accor­do per «impegnarsi a sostenere lo sviluppo dell’energia nucleare ci­vile ». Pochi giorni dopo, la stessa Russia connesse alla rete elettrica il proprio 33mo reattore. Lo scor­so 5 ottobre il governo finlandese ha deciso la localizzazione del set­timo reattore nucleare (la Finlan­dia ha 4 reattori in esercizio, un quinto in costruzione avanzata che andrà in esercizio nel 2013, e altri due la cui costruzione partirà nel 2012, uno, e nel 2014 l’altro). Nel corso del 2011, nel mondo, so­no stati 6 i reattori nucleari con­nessi alla rete elettrica, tra cui quello in Iran iniziato a costruire 7 anni fa. L’Argentina ha completa­to quest’anno il suo terzo reattore nucleare, cominciato a costruire nel 2006; e lo scorso mese la Corea del Sud ha collegato alla rete elet­trica 2 nuovi reattori. Quelli fuori dal coro sono l’Italia e la Germania. Fuori dal coro, ma stravaganti. Noi, costruiamo all’ estero ciò che ci siamo vietato in casa: lo scorso ottobre l’italiana Ansaldo è diventata partner con l’Inghilterra per la costruzione di componenti nei nuovi reattori nu­cl­eari di cui quel paese intende do­tarsi. La Germania, avendo chiu­so 8 dei suoi 17 reattori nucleari sull’onda irrazionale di Fukushi­ma, ha dovuto approvare un pia­n­o energetico che prevede sia l’in­stallazione di 23 nuovi gigawatt a carbone entro il 2020, sia l’impor­tazione di energia elettronuclea­re dalla Russia. La quale, lo scorso 27 febbraio, ha posto la prima pie­tra per un impianto nucleare sul Baltico, quindi non lontano dalla Germania, destinato, dal 2016, proprio ad erogare energia elettri­ca da vendere ai tedeschi. Dun­que, il paradosso ultimo dell’anti­nuclearismo è aver causato la na­scita di un’altra centrale nucleare (oltre a quelle a carbone). La seconda cosa che Fukushima (come già Chernobyl) insegna è che - posto che non è solo con le bombe che si fa il terrore - le asso­ciazioni ambientaliste, 99 su 100, sono associazioni terroristiche. Stiamocene alla larga, isoliamole e chiediamo che sia fermato que­sto loro racket di venditori di terro­re.