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 2012  marzo 12 Lunedì calendario

Il blogger Navalny “Putin ha paura di fare la fine di Gheddafi” - Il più famoso attivista anticorruzione e blogger della Russia ha subito alcuni colpi pesanti

Il blogger Navalny “Putin ha paura di fare la fine di Gheddafi” - Il più famoso attivista anticorruzione e blogger della Russia ha subito alcuni colpi pesanti. La sua nemesi, Vladimir Putin, ha conquistato facilmente un terzo mandato record per la presidenza, la manifestazione anti-Cremlino convocata per protestare contro il risultato elettorale ha avuto scarsa adesione, e lui stesso è stato fermato per poche ore da poliziotti armati di manganelli. Ma Alexei Navalny, 35 anni, uno dei leader del movimento di protesta dietro alle più massicce manifestazione di opposizione negli ultimi vent’anni, aveva un atteggiamento di sfida quando l’ho incontrato nel suo ufficio poche ore dopo essere stato rilasciato. Vestito casual, maglietta bianca e scarpe da ginnastica, promette di aumentare la pressione sul Cremlino. Si siede accanto a una grande foto di Putin che stringe la mano a Gheddafi. Gli è stata regalata da un ricco imprenditore che aveva appoggiato Putin, ma ora si è ribellato. «Non sono demoralizzato, tutt’altro. Alzeremo la posta», dice. «Io sono pronto a una corsa lunga. Ho sempre saputo che rimuovere Putin non sarebbe stato facile. Finora abbiamo organizzato manifestazioni permesse ufficialmente dalle autorità, ma il Cremlino non ci ha chiesto il permesso di truccare le elezioni. Perciò ora chiamiamo la gente in piazza, non per un paio d’ore, ma per restarci. Questo è solo l’inizio». Questa sfida sicuramente aumenterebbe la tensione e provocherebbe la reazione della polizia. Manifestazioni non autorizzate vengono sempre fatte disperdere, e i manifestanti fermati con violenza. Il Cremlino andrebbe giù pesante con attivisti che cerchino di organizzare una protesta permanente. Putin, che governa la Russia con pugno di ferro dal 2000, per due mandati come presidente e negli ultimi quattro anni come primo ministro, ha conquistato una settimana fa il terzo mandato al Cremlino con circa il 64% dei voti. In seguito a modifiche costituzionali, potrebbe fare due mandati di sei anni e occupare il Cremlino fino al 2024, quando a 72 anni si ritirirebbe con il record del leader russo più longevo dopo Stalin. La sua voce tremava quando, la sera delle elezioni, è apparso di fronte a decine di migliaia di sostenitori radunati sotto le mura del Cremlino. Era così commosso che, per la prima volta, ha pianto in pubblico. Poi ha detto che le lacrime gli erano spuntate a causa del vento gelido. L’opposizione ha denunciato i brogli elettorali. Gli osservatori internazionali hanno definito il voto viziato da violazioni e la campagna come «palesemente a favore di Putin», ma non hanno dichiararato il risultato non valido. Citando osservatori indipendenti, un giornale d’opposizione ha scritto che almeno il 15% dei voti a Putin sono stati aggiunti con frodi, per risparmiargli un ballottaggio. Le massicce manifestazioni antiCremlino con la gente che gridava «Putin ladro» e «Russia senza Putin» sono iniziate a dicembre, dopo le diffuse testimonianze di brogli a favore del partito di governo nelle parlamentari. ««Mi aspettavo qualche broglio questa volta, ma considerata la pressione alla quale il Cremlino era sottoposto dopo essere stato colto con le mani nel sacco a dicembre, non avrei pensato che avrebbero truccato così spudoratamente anche le presidenziali», dice Navalny, carismatico avvocato che un anno fa ha lanciato un sito per indagare sui sospetti concorsi statali gonfiati da burocrati corrotti. «Non dubito che se il voto fosse stato libero e onesto Putin non avrebbe vinto al primo turno», continua: «Non è possibile riconoscere queste elezioni». Navalny, accusato dai sostenitori del Cremlino di essere colluso con gli Usa, dice di aver ricevuto di recente telefonate con minacce nel cuore della notte, e di venire spiato dall’Fsb, l’ex Kgb. Ritiene che anche sua moglie venga pedinata. Per sicurezza, ha smesso di guidare ed evita di restare solo. Alto, con gli occhi blu, sicuro di se e abile oratore, è visto da molti come la figura politica più interessante emersa nella Russia di Putin. AlcPer alcuni è addirittura il futuro presidente. Più di un milione di persone ogni mese leggono il suo blog. Altri però sono molto diffidenti riguardo alle sue idee nazionaliste e la posizione dura verso gli immigrati. Famoso per il suo umorismo sardonico, questo padre di due figli che abita in un appartamento modesto in una periferia-dormitorio di Mosca, è stato il primo a descrivere i putiniani di Russia Unita come «il partito dei ladri e dei cialtroni», definizione ormai diffusissima. La settimana scorsa ha promesso di combattere la propaganda della tv di Stato con un’aggressiva campagna nei media e su Internet, per svelare le ricchezze dell’entourage di Putin. I sondaggi avevano pronosticato la vittoria di Putin al primo turno e perfino i suoi critici più duri riconoscono che avrebbe vinto facilmente qualunque ballottaggio, anche perché a nessun reale candidato d’opposizione è stato permesso di sfidarlo. Pochi però contestano che il voto sia stato inquinato dai brogli, soprattutto a Mosca e Pietroburgo, dove è meno popolare. Osservatori indipendenti hanno riferito di impiegati statali costretti a votare per Putn, e anche delle diffuse «giostre», con gruppi di elettori caricati su pullman per girare i seggi e votare più volte. Ma, nonostante l’indignazione diffusa, solo 25 mila persone hanno partecipato al comizio antiputiniano lunedì, alla fine del quale Navalny è stato fermato per qualche ora, molto meno rispetto alle volte precedenti. Anche la manifestazione di sabato scorso, alla quale Navalny ha partecipato, ma senza parlare, non ha visto un’adesione massiccia. Si pensa che sarà l’ultimo raduno, almeno per qualche tempo, ma gli esperti ritengono che, per quando l’onda di protesta di strada stia scemando, l’onda invece dello scontento, soprattutto tra il ceto medio moscovita colto e internettizzato, continuerà a salire. «Se Putin pensa che questo movimento di protesta sia passeggero, si sbaglia di grosso», dice Navalny. «Forse abbiamo sopravalutato l’impatto che abbiamo avuto negli ultimi tre mesi, ma ci renderà più determinati. La temperatura non farà che salire». Indicando la foto con Gheddafi, aggiunge: «La storia di questo tipo fa impazzire Putin. Pensa che l’unico modo per lui di restare vivo, vegeto e ricco, è di rimanere presidente. E per noi è un grosso problema. Questo tipo è in trappola». *Corrispondente da Mosca del Sunday Times di Londra