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 2012  marzo 12 Lunedì calendario

SE LA SECONDA CASA «SNATURA IL TERRITORIO» —

Il popolo svizzero ha messo un limite alla costruzione di case vacanza: non potranno superare il 20% del totale delle abitazioni e non potranno occupare più di un quinto dell’intera superficie abitata. Il referendum, lanciato dall’ecologista Franz Weber, è passato per poco: i «sì» hanno raggiunto il 50,6% delle preferenze, 15 i Cantoni favorevoli. Tra questi non c’è però il pezzo di Svizzera a noi più vicino, il Canton Ticino, dove anche tanti italiani hanno investito nel mattone.
I numeri elvetici ci dicono che le seconde case ai piedi del Gottardo sono il 40%, nelle valli più turistiche sfiorano il 60. Ma soprattutto, quei numeri, ci spingono a riflettere sul mercato nostrano dove si arriva a contare anche l’80% di case vacanza. La fotografia scattata nel 2011 dall’Agenzia del Territorio e dal Dipartimento delle Finanze ci dice che l’Italia è il Paese delle seconde case: sono 5 milioni e 782 mila, pertinenze incluse; rappresentano il 10,5% di tutte le abitazioni (al Sud il doppio, secondo Legambiente). Il 5% di tutte le transazioni. E ci dice anche che il numero di case rispetto a quello delle famiglie «è nettamente crescente passando dal Nord al Sud». Effetto del «maggior numero di seconde case per villeggiatura nel Sud e nelle Isole» ma anche dei «fenomeni di spopolamento delle aree depresse».
Di cinque milioni di seconde case parla pure Assoedilizia che mettendo in fila i numeri del rapporto case-abitanti stila la classifica delle regioni con più case vacanza: «Valle d’Aosta, Liguria e Puglia». Il presidente Achille Colombo Clerici commenta: «Un tetto serve. Ma da noi non si può pensare a un limite fisso: in certi casi non serve, in altri il 20 è già troppo. Attenzione però: le seconde case creano ricchezza. Con beni culturali e paesaggi rappresentano la forza della nostra attrattiva turistica. Case vacanze e... alberghi, certo».
In Svizzera il tetto è stato posto proprio per tutelare alberghi e territorio. «Lì già non è possibile trasformare un albergo in appartamenti, da noi succede anche a vecchi hotel fine ’800», dice Oliviero Tronconi, responsabile del laboratorio Gesti.Tec del Politecnico. «Il comparto delle seconde case ristagna non tanto per crisi e Imu, quanto per il diverso modo di fare vacanza. In ogni caso la promozione del turismo non passa da lì: così non si crea ricchezza ma deserto sociale». Ne sa qualcosa Roberto De Marchi, sindaco di Santa Margherita Ligure: «Su 8000 abitazioni, 4000 seconde case (800 appartengono a 80 famiglie): per la maggior parte dell’anno vuote. Bisogna fermarle con politiche fiscali». Ma anche Andora, nata con le seconde case, ha deciso di dire basta: «Vincolando le aree agricole», spiega il sindaco Franco Floris. Alberto Fiorillo, di Legambiente, distingue tra vecchie abitazioni trasformate in case vacanza e nuovi immobili: «Questi limitano la qualità del turismo, danneggiano il suolo, spersonalizzano i luoghi: paesi fantasma d’inverno diventano città ingovernabili d’estate con servizi (dai rifiuti alla depurazione, fino alle strade) sottodimensionati». Fin qui i problemi legati a quell’11,5% di seconde case legali: «Al quale va aggiunto un numero imprecisato di abusive (troppi pure gli affitti abusivi): ogni anno ne sorgono tra i 30 e i 40 mila. Molte le seconde case».
Alessandra Mangiarotti