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 2012  marzo 12 Lunedì calendario

Fra liti, sprechi e degrado Ravello lascia morire l’Auditorium di Niemeyer – Questa è una storia - al limite dell’inverosimile - di straordinario malcostume meridionale

Fra liti, sprechi e degrado Ravello lascia morire l’Auditorium di Niemeyer – Questa è una storia - al limite dell’inverosimile - di straordinario malcostume meridionale. Di sprechi finanziari a carico dell’Unione europea. Di degrado culturale e ambientale, a danno di una comunità locale e dell’intera economia nazionale. Un paradigma, insomma, di quell’Italia dissoluta che - in particolare al Sud - non funziona e fa di tutto per non funzionare. Parliamo dell’Auditorium di Ravello, la "perla" della Costiera amalfitana, città della musica e sede di un Festival internazionale che d’estate richiama turisti e appassionati da tutto il mondo. Un’opera architettonica spettacolare, realizzata su progetto del celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer che volle donarlo al Comune, in virtù dell’amicizia personale con il sociologo Domenico De Masi, da lui stesso delegato a supervisionare e controllare il complesso come tutore morale del suo "stato di manutenzione e di estetica". Destinato nelle intenzioni a prolungare la stagione musicale e turistica oltre i mesi estivi; inaugurato ufficialmente il 29 gennaio 2010, con un concerto dell’orchestra e del coro del Teatro San Carlo di Napoli, da allora però l’Auditorium è rimasto praticamente chiuso. Ormai è ridotto a ospitare sporadicamente concerti bandistici, spettacoli di modesta qualità e nel fine settimana addirittura un cinematografo. Il suo stato di abbandono e degrado è visibile anche dall’esterno. E per sovrappiù, intorno all’opera infuria adesso una nuova faida: la Fondazione presieduta dall’ex ministro Renato Brunetta, che qui ha una casa di vacanze e qui s’è sposato nel luglio scorso, pretenderebbe di acquisire la strutturaa titolo gratuito - e quindi illegalmente - dal Comune di Ravello che ne ha la proprietà e per legge non può alienarla. La costruzione dell’Auditorium, finanziata dalla Regione Campania con fondi europei pari a 18,5 milioni di euro. I lavori cominciarono con sei anni di ritardo, in seguito a una serie di ricorsi al Tar - orchestrati dall’opposizione politica locale - che spaccarono perfino il fronte ambientalista: a favore Legambiente, Wwf, Fai e Verdi; contro Italia Nostra. Superati tutti gli intoppi giuridici e burocratici, finalmente i lavori iniziarono nell’ottobre 2006 per terminarea tempo di record, dopo circa tre anni. Nel 2002, anche per gestire l’intero complesso architettonico e gli eventi culturali, la Regione, la Provincia, il Comune e il Monte dei Paschi di Siena costituirono la Fondazione, sotto la presidenza del professor De Masi. E fu proprio questa, in attesa di aprire le porte dell’Auditorium, a rilanciare il Festival estivo a livello internazionale, a vigilare sulla realizzazione del progetto, a creare una Scuola di management culturale per preparare un gruppo di giovani neolaureati: gli allievi, arrivati da tutta la Campania e anche dall’estero, sono stati più di cento. Ma, come spesso avviene in Italia, purtroppo la politica - o meglio, la bassa politica - s’è messa di mezzo. La Regione e la Provincia sono passate da un governo di sinistra (Bassolino a Napoli e Andria a Salerno) a uno di destra (rispettivamente, Caldoro e Cirielli). A Ravello, nel 2006 l’ex opposizione conquistò la maggioranza trovandosi così a gestire proprio quel capolavoro che aveva sempre osteggiato. E contemporaneamente, nel segno del peggiore trasformismo meridionale, l’ex sindaco Secondo Amalfitano - già leader locale della Margherita e aderente al Pd - s’è trasferito armi e bagagli nel Pdl, sotto l’ala protettrice di Brunetta che l’ha ricambiato generosamente con la nomina a presidente del Formez. Di fronte a un tale terremoto, e al tentativo palese di politicizzare la Fondazione, il 6 maggio 2010 De Masi comunicava perciò ai Soci l’intenzione di lasciare la presidenza. E il 19 luglio di quello stesso anno, anche il Monte dei Paschi di Siena usciva dalla Fondazione Ravello. Poi la Regione e la Provincia, con l’astensione del Comune, hanno conferito la presidenza a Brunetta che di fatto la esercita attraverso il suo "factotum" Amalfitano, il quale gode anche di un secondo stipendio in qualità di dipendente della Fondazione medesima. Con la delega "morale" di Niemeyer in mano, De Masi ha provato più voltea denunciare al Comune lo stato di abbandono dell’Auditorium che nel frattempo si sta progressivamente degradando per scarsa manutenzione. E lui stesso aggiunge: «Ho chiesto almeno che facesse rispettare i divieti di sosta, punendo i parcheggiatori abusivi che scempiano con le loro auto la bellezza del capolavoro. Non ho mai ottenuto nulla. Ora penso di creare un comitato internazionale di grandi intellettuali e architetti, che rafforzino con il loro prestigio le mie proteste». L’Auditorium di Ravello, come occupazione diretta, potrebbe offrire un lavoro stabile a una quindicina di persone. Ma ipotizzando l’arrivo di 500 turisti a settimana per concerti e convegni, con una spesa di circa 250 euro a testa, si può calcolare che agli introiti del Festival estivo si aggiungerebbero almeno quattro milioni di euro all’anno. Con buona pace di un ex collega dell’ex ministro Brunetta, dunque,a volte anche la cultura si mangia. Giovanni Valentini