Giorgio Dell’Arti, Domenica-Il Sole 24 Ore 11/3/2012, 11 marzo 2012
ULTIME DA BABELE - L’IMPORTANTE È ALLENARSI
Chilometri. L’americano Dean Karnhazes, 50 anni, è l’unico uomo della storia ad aver corso 563 chilometri di fila (tempo impiegato 80 ore e 44 minuti). Dice di aver percorso in tutta la vita 162mila chilometri. Dieta senza bianchi: né zucchero raffinato né farina né grassi idrogenati. «In linea di massima il 40% delle mie calorie quotidiane deriva dai carboidrati, il 30% da proteine e il 30% dai grassi buoni. Con questi pochi accorgimenti è cambiata la composizione del mio corpo». 1
Mediocri. «Sfibrarsi nelle ultramaratone estreme (il deserto va per la maggiore, di sale, sabbia, o ghiaccio) non è impresa eroica, ma un surrogato di attività agonistica da grottesco guinness dei primati. Basta un allenamento da mulo, un pacchetto turistico tutto compreso e il capolavoro è fatto. L’inutile gioco al massacro può compiersi.
Gli sport estremi sono frequentati da atleti mediocri ossessionati da preparazioni deliranti. In assenza di talento la quantità sostituisce la qualità» (Saverio Fattori). 2
Zatopek. Zatopek si allenava per mille ore all’anno indossando scarponi militari. 5
Cento chilometri. Esistono maratone da cento chilometri. La più celebre è forse quella che si corre in giugno sul lago Saroma, nell’Hokkaido, in Giappone. Se ne corre una anche in Italia, a Seregno, appuntamento il prossimo 22 aprile.
Resistenza. «Sono nella fase in cui devo lavorare sulla resistenza e aumentare la distanza che percorro, mentre il tempo che impiego per il momento è irrilevante. Basta che copra in silenzio il numero di chilometri che mi sono prefisso mettendoci le ore necessarie. Se desidero arrivare più lontano aumento in proporzione la velocità, ma se accelero il ritmo, riduco la durata dell’allenamento, perché l’essenziale per me è ritrovare domani il piacere fisico che provo oggi. Quando scrivo un romanzo è fondamentalmente la stessa cosa. Anche se sento che potrei continuare, a un certo punto poso la penna. Così mi sarà più facile mettermi al lavoro il giorno seguente. Ernest Hemingway ha detto qualcosa di simile» (Murakami). 3
Concentrarsi. «Anche se non scrivo niente, ogni giorno mi siedo comunque diverse ore alla scrivania e mi concentro» (Raymond Chandler).
Misura. «La corsa dà la misura di te, è conoscenza di te. Come la scrittura, è disciplina interiore e assenza di autoindulgenza» (Mauro Covacich a Marco Del Corona). 6
Tabella. «Rileggo la tabella dove ho segnato i chilometri fatti di corsa. Giugno: 260 chilometri. Luglio: 310 chilometri. Agosto: 350 chilometri. Settembre: 300 chilometri. Correre per la strada ogni mattina mi ha insegnato molto riguardo alla scrittura» (Murakami). 3
Fauja. Fauja Singh, 101 anni, indiano sikh che vive in Inghilterra, ha completato l’anno scorso la maratona di Toronto in 8 ore 25 minuti 16 secondi.
Zanardi. Alex Zanardi corse la maratona di Venezia (categoria handbike) tirandosi dietro l’amico Francesco Canali, sofferente di Sla. A pochi metri dal traguardo saltò giù dalla bici e spinse l’amico per farlo vincere. «Poi ho rivisto le immagini in tv e mi ha fatto impressione vedermi senza gambe». 4
1 Nicoletti, Sta 5/3; 2 Fattori, GQ/2007; 3 Murakami, L’arte di correre, Einaudi; 4 Della Penna, Chi 16/11; 5 Gabrielli, Fatto 27/7; 6 Catalogo dei viventi, voce «Covacich Mauro»