Cesare Pasini, Domenica-Il Sole 24 Ore 11/3/2012, 11 marzo 2012
TUTTA LA VATICANA IN UN SOLO LIBRO
Un’intera biblioteca raccolta in un solo volume! E se la Biblioteca è quella Vaticana l’impresa non era certo di facile realizzazione. Non per nulla ha richiesto una dozzina d’anni di lavoro e ha coinvolto, oltre ai due curatori, altri venticinque collaboratori. Oggi abbiamo finalmente fra le mani la Guida ai fondi manoscritti, numismatici, a stampa della Biblioteca Vaticana a cura di Francesco D’Aiuto e Paolo Vian (pubblicato nella collana «Studi e testi» della stessa Biblioteca): 1.557 pagine in due poderosi tomi.
I libri esistono per essere letti e una biblioteca esiste per essere aperta a quanti desiderino fruirne. I libri non letti – si dice – è come se fossero morti; e una biblioteca non aperta sarebbe come un tesoro nascosto, come una vita che non sa dar vita. Grazie a questa convinzione, con lungimirante decisione papa Niccolò V, l’umanista Tommaso Parentucelli, nel 1451 aprì la Biblioteca alla «comune utilità degli uomini di scienza» – come ebbe egli stesso a scrivere –, rendendo accessibile ai lettori esterni la collezione di libri fino ad allora raccolti a esclusivo uso degli uffici della curia pontificia. Iniziò allora una storia di secoli, che ininterrottamente giunge sino a oggi e che ha visto la Sede Apostolica impegnata ad acquisire manoscritti e archivi, volumi a stampa, monete e medaglie, disegni, incisioni, matrici, fotografie. Acquisire per conservare e rendere fruibili tutti questi "beni culturali", secondo modalità continuamente aggiornate e rinnovate.
Un impegno di persone, di forze, di stanziamenti, che costituiscono un servizio all’umanità, per il quale non si finirà mai di apprezzare la lungimiranza di chi ha iniziato e di ringraziare la generosità di chi ha sostenuto tutto ciò sino a oggi.
Aprire quei beni e farli conoscere: ma non si può aprire a casaccio e senza offrire una guida. Bisogna spiegare, aiutare a entrare, illustrare i differenti ambiti, i "gruppi" di volumi, cioè gli svariati fondi e le raccolte che insieme compongono la Biblioteca Vaticana. Non un labirinto in cui potersi perdere, ma certo una "città" complessa, di cui è necessario conoscere i "quartieri" e poi le svariate "famiglie" che la abitano. Per non confondere il lettore, giocando con le immagini, diciamolo esplicitamente: è necessario presentare ciascun fondo e raccolta, descriverne la storia, segnalarne la consistenza e i contenuti generali, indicare gli strumenti catalografici, rimandare agli studi che introducono alla loro conoscenza, moltiplicare tutte quelle indicazioni che permettono allo studioso e al lettore di dire: «Mi hai gentilmente fornito tutte le chiavi di accesso». Ecco la Guida e il suo scopo: direi la sua missione.
Una guida, certo, non è il tutto. È solo una guida, un accompagnatore, forse un pedagogo. Non può descrivere i circa centottantamila volumi manoscritti e d’archivio di cui si compone la Biblioteca insieme al milione e seicentomila libri stampati (con più di ottomilaseicento incunaboli), trecentomila fra monete e medaglie, centocinquantamila fra stampe, disegni e matrici, oltre centocinquantamila fotografie... Può tuttavia aiutare a trovare gli aiuti necessari e a non partire sempre d’accapo. Perché questo è importante nella ricerca: raccogliere i frutti degli uni e degli altri e condurre innanzi la costruzione iniziata, appena accennata o già approfondita, oppure sondare un argomento nuovo ma potendolo riconnettere a un contesto già noto. La Guida è colma di nomi di persone che nei secoli hanno dato il loro apporto di conoscenza, è traboccante di informazioni che permettono di trovare e raccordare fra loro dati e approfondimenti.
Mentre descrivo una guida, mi accorgo che sto tratteggiando il modo "umanistico" di affrontare le cose (e non dimentichiamo che proprio in epoca umanistica nasce la Biblioteca Vaticana, e di quell’epoca porta felicemente lo spirito): un modo che tiene conto dell’apporto degli uni e degli altri, che non ha paura del confronto condotto con la più schietta obiettività (quella dei documenti: verificati, approfonditi); un modo che tradisce la passione e la pazienza del cercare, utilizzando e migliorando o anche correggendo quanto altri ha già tentato, conquistato, realizzato.
Torno alla parola "aprire": chi scorre le pagine della Guida percepisce quanti scritti e quante opere vi sono conservate, quanta storia e quanta umanità vi è raccolta, quante riflessioni vi sono state depositate, e quanto sia ancora in attesa di ulteriori ricerche e approfondimenti. Chi guarda dal l’esterno una biblioteca colma di "tesori dell’umanità" qual è la Vaticana, si trova come smarrito davanti a un "troppo" che non ha le forze o le capacità di sondare: quasi la sensazione di un mistero, che rimane nascosto, o persino il sospetto che sia volutamente tenuto nascosto. Certo il nostro osservatore esterno si meraviglierebbe di ritrovare, in quanti operano in una biblioteca o la frequentano abitualmente da ricercatori, una esperienza analoga: non però un mistero di insensate segretezze, che esistono solo nella fantasia di qualche romanzo, ma un grandioso mistero di cose belle e interessanti, di documentazione mai esaurita perché sempre disponibile a ulteriori approfondimenti, di vicende e persone da riscoprire e capire e ascoltare lasciandole approdare sino a noi, di "frammenti di verità" da trovare, vagliare, comporre in una più alta unità. Un mistero di ricchezza umana che apre i suoi tesori a chi bussa e lascia in cuore un desiderio, una speranza sempre più alta di comprensione, di bellezza, di verità. Il volume non è di lettura facile e immediata, anche se, quando viene descritta la storia dei fondi e delle raccolte – la loro origine, il loro arrivo, le ulteriori vicende fra le mura della Biblioteca – risulta veramente interessante e permette di farsi un’idea della vita stessa della Vaticana lungo i secoli, nel suo intersecarsi con altre istituzioni e con le più svariate personalità. Altre pagine della Guida, soprattutto quelle con la strumentazione bibliografica, non saranno certo oggetto di lettura continuativa, ma costituiscono senza dubbio una provocazione a far tesoro di ricerche già compiute e a procedere oltre. Ciascuno, nel suo ambito, potrà trarne vantaggio: anzitutto il ricercatore specialista, perché è sua incombenza compiere la fatica di primo sondaggio o l’indagine di più complessa trattazione. Poi, a seguire, sarà il compito del divulgatore: colui che raccoglie i frutti indagati dai primi e, senza tradirli o manipolarli ma sapientemente spiegandoli e comunicandoli, li divulga, li rende accessibili a un pubblico più vasto. Infine il lettore, tutti noi lettori, grati al lavoro di tanti e uniti in una catena di così positiva fecondità. Se la catena si spezzasse, si rimarrebbe tutti più poveri; se la catena vede all’opera ciascuno secondo il modo suo proprio, tutti si è più ricchi e l’umanità gode di un progresso culturale ammirevole.
Prefetto della Biblioteca Apostolica Vaticana.