Erminia Della Frattina, il Fatto Quotidiano 11/3/2012, 11 marzo 2012
VENETO SULL’ORLO DEL BARATRO NON PUÒ PIÙ INDEBITARSI
Il calcolo è tecnico, ma la somma algebrica di tante crepe fa gridare al rischio default per il Veneto. “La Regione Veneto è in uno stato di completa paralisi” affonda il consigliere regionale del Pd e vicepresidente della commissione Bilancio Piero Ruzzante. Tutto questo mentre il bilancio sta finalmente facendo il suo iter in aula (“è l’ultimo ad essere approvato tra tutte le regioni d’Italia” commenta l’opposizione) e mentre si sentono scricchiolii sinistri in casa Lega-Pdl, la maggioranza che ancora resiste tra battibecchi e liti sulle rive del Canal Grande. “È proprio per accontentare le opposizioni che il Consiglio sta affrontando con calma il bilancio – replica il governatore Zaia – per non ritoccarlo più”.
ESERCIZIO provvisorio. Per la prima volta dopo 30 anni, dicono all’opposizione, dobbiamo sopportare l’onta dell’esercizio provvisorio perché il bilancio definitivo non è ancora concluso. Inoltre dai banchi del Pd si scopre che la Regione Veneto ha esaurito la propria capacità di indebitamento, che consisteva in 4,5 miliardi. Significa che non potrà più fare investimenti nei prossimi anni, “è imballata, unica situazione del genere in Italia” commenta Ruzzante.
I CONTI Se a questo si aggiunge la scelta della giunta Galan di cancellare l’addizionale Irpef, facendo mancare alle casse venete 150 milioni l’anno (“il che consentiva una capacità di indebitamento di 600 milioni in più”) e si somma il buco di 1 miliardo e 300 milioni che appesantisce il settore sanità e impone conteggi pesanti (“per 25 anni la Regione dovrà pagare un rientro di 40 milioni l’anno”) si capisce che la situazione non è rosea. “Siamo l’unica Regione dove non si paga l’Irpef – replica Zaia – i tuoi colleghi giornalisti nelle altre regioni la pagano, dovreste essere contenti”. “Per non parlare dei buchi nelle controllate regionali” conteggiano di rimando dai banchi dell’opposizione: solo per dire i più noti, 30 milioni di profondo rosso per l’Arpav, l’agenzia per il controllo ambientale, ripianati in parte da risorse pubbliche nel bilancio 2011, il passivo di Veneto strade (società che ha un’esposizione bancaria di 80 milioni di euro) e quello di Veneto agricoltura, che ha speso quasi 200 milioni per un giornalino para-pubblicitario encomiastico e di Avepa, la società per i pagamenti in agricoltura considerata da un consigliere regionale del Pdl “un postificio”.
L’EREDITÀ Bisogna dire che Zaia, che governa da meno di due anni, si è ritrovato questa situazione – aveva ragione Frigo consigliere del Pd che disse: “Dopo Galan, Zaia troverà solo i muri da imbiancare” – e che a onor del vero sta cercando di trovare dei rimedi. Come quello di vendere o dare in uso a privati alcuni beni demaniali, terreni, ville e proprietà, compreso un intero complesso termale. Si chiama “Programma di dismissioni e valorizzazioni” ed è un pacchetto che sulla carta vale 90 milioni. Per ora la bilancia dei conti in Regione pende verso il rosso, “anche per l’effetto delle manovre Bossi-Berlusconi che hanno tagliato 450 milioni di risorse che venivano trasferite dallo Stato” incalzano dall’opposizione.
IL NODO del bilancio. “Siamo la prima regione italiana per afflussi turistici e nel bilancio in approvazione il settore subisce un taglio del 60% rispetto al 2011, 30 milioni in meno”. Non va meglio per l’altro settore caro ai leghisti al governo in Regione, la sicurezza, che dopo i fasti del passato (22 milioni nel 2008) si ritrova il piatto vuoto: zero euro nel bilancio in approvazione, fondi azzerati.
LE SPESE LEGALI Uno scenario a tinte fosche per Palazzo Balbi, al quale si aggiunge un mistero: le spese legali a bilancio subiscono un incremento del 361% rispetto all’anno scorso. Nell’assestamento di bilancio 2011 erano 4,7 milioni, ora ammontano a 21,7 milioni. Sono 17 milioni in più di cause perse. I contenziosi riguardano il sistema metropolitano ferroviario regionale, annoso progetto per collegare su metro le città venete, e coinvolgono la società Net Engineering e Astaldi. “Sono risorse di vecchi lodi che io ho ereditato e ora bisogna pagare, roba vecchissima” dice Zaia.
I DERIVATI Ultimo capitolo delle doleance regionali: una parte dei mutui a tasso variabile di Palazzo Balbi sono impiegati (dalla precedente giunta Galan) in derivati Collar, strumento che serve a limitare il costo del denaro verso l’alto e verso il basso. Come dire che il detentore rinuncia a una parte delle opportunità di guadagno in cambio di una riduzione del costo del premio. “In sostanza dal 2009 a oggi la Regione ha perso 28 milioni di euro” chiosa Ruzzante: “Certo, Zaia se li è ritrovati sul tavolo già fatti, ma tante altre Regioni quando si sono accorte che non funzionavano hanno rotto i contratti o sono ricorsi al Tar”. Anche su questo il governatore veneto ha qualcosa da dire: “La comunicazione sui giornali ora l’hanno fatta attraverso Il Fatto quotidiano, ma se vengono in aula con le cifre ne parliamo serenamente, se ci saranno provvedimenti da prendere li prenderemo”. Sarà, per intanto nel bilancio c’è un taglio di 56 milioni delle spese per il sociale. “Pagheranno più di tutti i cittadini che hanno più bisogno di essere aiutati” chiosa l’opposizione.