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 2012  marzo 11 Domenica calendario

LASCIATE CHE I RAGAZZI LEGGANO A CASO

Piuttosto che leggere certi libri, è meglio non leggere. Io ho sempre diffidato della pubblicità che reclamizza i libri come il latte nella Dolce vita di Federico Fellini: «Leggete più libri, i libri fan bene», eccetera. Leggere cosa? Non si può mettere tutto sullo stesso piano. C’è però una stagione della vita in cui le distinzioni non servono. È quando un ragazzo incomincia a leggere. Ci si innamora della lettura, prima che dei libri: e non è opportuno, non è utile pretendere che chi ha dieci o dodici anni sappia già scegliere. La stagione delle scelte verrà dopo. Tutti i «grandi lettori» che ho incontrato hanno incominciato con letture casuali. Voglio ricordarne tre. Il primo è Daniele Ponchiroli, un protagonista un po’ in ombra della vecchia Einaudi. Veniva da un paese lombardo in riva al Po e raccontava di avere trascorso pomeriggi fantastici, da ragazzo, leggendo all’ombra di una siepe o dietro il muro di un orto. Il secondo è il milanese Mario Spinella. Ricordo di avergli sentito dire, non in una conversazione privata ma in pubblico, che alcuni dei momenti più belli della sua vita li doveva ai libri. Il terzo è il piemontese Giovanni Tesio, autore di un libretto pubblicato da Interlinea che si contrappone fino dal titolo alla logica dei «più venduti»: I più amati. Perché leggerli? Come leggerli? «Tutto è incominciato in un piccolo paese della pianura piemontese tra Pellice e Po, tra prati, campi e rii...». Buona lettura.
Sebastiano Vassalli