Noel Gallagher, la Repubblica 11/3/2012, 11 marzo 2012
CHI DI NOI DUE"
(Noel Gallagher e Mario Balotelli) –
Non sbaglio mai Perché ho voluto battere quel rigore decisivo contro il Tottenham? Perché segno sempre Lo sanno anche Agüero e Barry: mi vedono agli allenamenti ogni giorno, non sbaglio mai
Talento naturale È come tutte le persone dotate di un talento naturale: non ha idea di quello che sta facendo L´unico paragone che mi viene in mente è con me stesso: non ho studiato la musica, la faccio e basta
La regola del campione del City la conoscono tutti: niente interviste. Ma stavolta ha aggiunto un´eccezione: tranne che all´ex leader degli Oasis, suo fan numero uno, che a ogni concerto gli dedica una canzone. Detto fatto. In esclusiva il racconto in prima persona di quell´incontro
NOEL GALLAGHER
è da parecchio che la Bbc sta cercando di mettere le mani su Mario Balotelli per intervistarlo. Ma lui non rilascia interviste televisive perché non ama i giornalisti: i giornalisti continuano a tornare da lui, e lui continua a dire no. Durante il tour, io gli ho dedicato una canzone (What a Life) tutte le sere. È incredibile vedere le reazioni che suscita questa dedica, in tutto il mondo. La gente lo adora. Inizialmente fischiano perché è un giocatore del City, ma poi i fischi si trasformano in applausi, perché lui è una rockstar dei nostri tempi. Lui ha sentito di questa cosa e ha detto che avrebbe accettato di farsi intervistare solo se a intervistarlo fossi stato io. Così me l´hanno chiesto, e io ho annullato tutti i miei impegni. Sarà uno spasso.
Ho passato un´ora con il ragazzo, è piuttosto timido. Si vede che ha un po´ il diavolo dentro. Sembra non riuscire a capire perché la gente si occupi tanto di lui. Sembrava che gli interessasse molto sapere perché gli avevo dedicato una canzone. È come tutte le persone dotate di un talento naturale: non ha idea di quello che sta facendo.
L´unico paragone che mi viene in mente è con me stesso: io sono nato con un dono naturale per la musica. Non ho mai preso una lezione in vita mia, nessuno mi ha mai insegnato a suonare la chitarra o qualche altro strumento musicale, eppure ne so suonare una mezza dozzina. Nessuno mi ha mai insegnato a scrivere canzoni, a cantare o cose del genere. E quando qualcuno mi chiede di insegnargli a suonare la chitarra, io non so da dove cominciare, perché a me viene così, naturale. Non ho la più pallida idea di che cosa sto facendo mentre lo faccio. E quando incontro altri autori di canzoni e mi parlano dei pezzi che scrivo è come se mi parlassero in una lingua straniera. Perché io non ci capisco nulla, lo faccio e basta. E per lui è lo stesso.
Gli ho chiesto dei suoi rigori e lui si è limitato ad alzare le spalle, come fa quando segna. Gli ho chiesto del rigore nei minuti di recupero contro il Tottenham: c´è lo scudetto in ballo, hai ventun anni e sei in un Paese nuovo, perché sei andato a prenderti la palla? «Perché segno sempre». E i giocatori più anziani? Sergio Agüero e Gareth Barry, non hanno detto niente? «No, perché mi vedono agli allenamenti ogni giorno e non sbaglio mai». Dice che a Joe Hart, il portiere del Manchester City, gliene mette dentro regolarmente dieci su dieci.
Gli ho chiesto che cosa voleva dire quando ha esibito la maglietta con scritto Why Always Me? (Perché sempre io?) al derby con il Manchester United all´Old Trafford, il giorno dopo aver quasi incendiato casa con i fuochi d´artificio. «Mi sono alzato la mattina e ho letto i giornali, e sapevo che avrei segnato una tripletta». Ma ne hai fatti solo due. «Perché Mancini mi ha sostituito, se mi avesse lasciato in campo avrei segnato una tripletta». E io gli credo. Per questo gli ho chiesto di quella scritta sulla maglietta. Lui dice che era un messaggio per la stampa: «Perché vi interessate tanto a me?».
Vado in giro per tutto il mondo e per tutta la Gran Bretagna e il mio unico argomento di conversazione - a parte la musica - è il calcio: con i tassisti, con la gente nei pub e così via. E tutti adorano Balotelli. Tutti in Inghilterra lo adorano, perfino i tifosi del Manchester United. E questa è una cosa affascinante per lui. Io lo adorerei se giocasse per lo United. Durante l´intervista mi fa una domanda: «Perché mi ami così tanto?». La mia risposta dura cinque minuti e lui ride per tutto il tempo. Non credo che riesca a capire la ragione di tutto questo interesse. Ma è il gol con la spalla, sono i rigori, sono gli spezzoni su YouTube in cui frega i guanti ad Agüero durante il riscaldamento, è questo genere di cose. È abbastanza giovane perché tutto quello che fa risulti innocente. E mostra sprazzi di genialità.
Gli chiedo delle leggende su di lui, le elenchiamo una per una. Sfortunatamente nove su dieci sono panzane, ma in tutte c´è un briciolo di verità. Gli ho detto che mi stava uccidendo, perché noi vogliamo che siano tutte vere. Vogliamo un calciatore che va in giro a regalare mille sterline a un mendicante, semplicemente perché è cool. Non vogliamo calciatori professionisti come Michael Owen o Ashley Cole, gente che pensa che il mondo debba loro qualcosa. Vogliamo credere che sia vero che questo ragazzo va in una stazione di benzina e offre un pieno a tutti. Non perché i calciatori dovrebbero fare cose del genere, ma perché sono ragazzi e si devono comportare come ragazzi.
La mia storia preferita su Balotelli è quella sui giochi di prestigio. Un giorno se ne va in giro per il Trafford Centre, un grande centro commerciale di Manchester, pensando ai fatti suoi, come se fosse veramente possibile, come un Mr T. dei nostri giorni. E c´è un tizio che sta facendo giochi di prestigio, e lui chiede se gliene può insegnare qualcuno. Il tizio dice: «No, non insegno i miei trucchi». Mario se ne va a casa, ci pensa su, ma non si dà per vinto, perciò torna al Trafford Centre e dice al tizio: «Insegnami questi trucchi». Il tizio dice: «No, c´è troppa gente qui». Mario lo porta alla sua macchina, lo invita a casa sua per cena e durante la cena il tizio gli mostra i suoi giochi di prestigio. È così che ha imparato i suoi trucchi.
Non si preoccupa troppo dei soldi, di dove sta, contro chi gioca, nulla di tutto questo. Ha un grande affetto per Roberto Mancini. Dice che l´unico motivo per cui è a Manchester è Mancini, è evidente che c´è un legame fra i due. Credo che adori i tifosi, perché non l´hanno mai contestato, nonostante tutte le volte che si è fatto espellere. Gli chiedo qual è il suo obbiettivo nel calcio e lui dice che vuole solo essere il miglior giocatore del mondo. Ma non sono sicuro che sappia come fare per diventarlo. È semplicemente una forza della natura.
Traduzione di Fabio Galimberti
© The Independent/la Repubblica