Stefano Montefiori, Corriere della Sera 09/03/2012, 9 marzo 2012
METTI LA COMPAGNA IN PRIMA PAGINA. L’IRA DI VALERIE CONTRO IL SUO GIORNALE —
La giornalista Valérie Trierweiler ha passato la vita a mettere gli uomini politici in prima pagina ma ieri, nel vedersi sulla copertina di Paris Match assieme a François Hollande, si è infuriata. «Che choc scoprirsi sulla prima pagina del proprio giornale. Rabbia per l’utilizzo di foto senza il mio consenso e senza essere stata neppure avvertita». La prosa stringata dipende da Twitter, il mezzo scelto per la protesta. Poco dopo un altro messaggio della Trierweiler: «Complimenti a Paris Match per il suo sessismo in questa giornata dei diritti delle donne... I miei pensieri a tutte le donne in collera». A quel punto, visto che si era scelto di non affrontare la questione con una semplice telefonata, anche la direzione di Paris Match ha deciso di continuare la polemica su Twitter: «È vero, Valérie, non abbiamo discusso con te della copertina. È l’indipendenza del nostro giornale. Nessuno può capirlo meglio di te».
In effetti, dov’è lo scandalo? Valérie Trierweiler, firma del giornalismo politico francese, è da mesi la compagna ufficiale del favorito alle elezioni presidenziali, e lo scorso autunno ha deciso — di comune accordo con Paris Match — di non seguire la campagna elettorale per evidente conflitto di interessi, e dedicarsi alla cultura, senza più partecipare alle riunioni di redazione.
Sul numero uscito ieri, a pagina 18 la Trierweiler firma un’intervista a Stéphane Hessel. Solo che il servizio più importante del settimanale parla di lei non come intervistatrice ma come potenziale première dame, con una serie di fotografie che risalgono agli inizi della relazione — prima professionale, poi sentimentale — con François Hollande. Su due pagine intere, una grande foto scattata 10 anni fa, a bordo del jet privato usato da Hollande per percorrere la Francia durante la campagna elettorale delle legislative: il politico e la giornalista che lo segue, l’uno accanto all’altra, rivelano una complicità che porterà cinque anni dopo alla separazione di Hollande da Ségolène Royal. È questo che ha ferito la Trierweiler, la foto — e il testo di accompagnamento — che indugiano sulla parte più delicata della sua vita privata, quando la ragazza di umili origini, grande ambizione e talento cominciò a frequentare l’uomo della futura candidata alla presidenza (la Royal). Per un periodo la Trierweiler fu amica della coppia Hollande-Royal; oggi che è lui a correre per l’Eliseo, la giornalista gli è di nuovo accanto, stavolta come compagna.
«Se avessi chiesto a Valérie di scegliere le foto del servizio e di dare il suo parere sul testo, sarei stato accusato di connivenza con lo staff di François Hollande — ha spiegato poi il direttore della redazione Olivier Royant —. Abbiamo preso una decisione difficile, un po’ brutale, lo confesso. È doloroso per lei e per noi ma quel che conta è la fiducia dei lettori di Paris Match sulla nostra indipendenza».
Nel giorno dei nervi saltati alla candidata primadonna del campo socialista, la sua rivale Carla Bruni-Sarkozy ha invece scelto di rivendicare completamente il suo ruolo comparendo all’ora di cena non al tg ma nel loft della popolare trasmissione «C à vous», tra una ricetta e un bicchiere di vino rosso. Dopo anni di relativa discrezione, giudicata nei sondaggi troppo distante e superba, la moglie del presidente in carica ha deciso di mettersi completamente in gioco per sostenere il marito, che poche ore prima aveva annunciato che si ritirerà dalla vita politica in caso di sconfitta.
«Temo per lui perché dà tutto se stesso, lavora 20 ore al giorno — ha detto la Bruni —. Sono preoccupata per la sua salute. Certe volte ho paura che muoia, di colpo. Nicolas tira troppo la corda». Per finire, la première dame in carica ha accettato di cantare di nuovo, in diretta, interpretando la mesta Déranger les pierres di Julien Clerc, già ripresa nel suo ultimo album Comme si de rien n’était. La scioltezza di Carla Bruni-Sarkozy contro l’impaccio di Valérie Trierweiler: anche di questo è fatta la campagna presidenziale.
Stefano Montefiori