Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 09 Venerdì calendario

La casa costerà il triplo per colpa dell’Imu Ci tocca rimpiangere l’Ici - Se l’Ici era la tassa più odia­ta dagli italiani, tanto da spingere l’ex premier Silvio Berlusconi a sce­glierla tra tutte le imposte quando si trattò di decidere il primo taglio fiscale, l’Imu, che prenderà il suo posto, è destinata a diventare il ba­bau del contribuente italiano, vi­sto che il passaggio dalla vecchio tributo a quello nuovo comporterà aumenti che in molti casi supera­no il 200%

La casa costerà il triplo per colpa dell’Imu Ci tocca rimpiangere l’Ici - Se l’Ici era la tassa più odia­ta dagli italiani, tanto da spingere l’ex premier Silvio Berlusconi a sce­glierla tra tutte le imposte quando si trattò di decidere il primo taglio fiscale, l’Imu, che prenderà il suo posto, è destinata a diventare il ba­bau del contribuente italiano, vi­sto che il passaggio dalla vecchio tributo a quello nuovo comporterà aumenti che in molti casi supera­no il 200%. Le leve principali della nuova im­posta municipale sono in mano ai Comuni che sono intenzionati a utilizzarle tutte, innanzitutto al­zando l’aliquota dell’imposta fino ai livelli massimi consentiti. Il Sole24ore ha anticipato le dec­i­sioni dei capoluoghi di provincia e il risultato è sconfortate per i contri­buenti. I sindaci, che potrebbero anche aumentare le addizionali Ir­pef, sembrano intenzionati a con­centrarsi sul mattone. È il caso di Milano e di Firenze dove l’aliquota sulla prima casa dovrebbe rimane­re al 4 per mille, mentre quella «or­dinaria » sugli altri immobili do­vrebbe andare al 9,6 o al 10,6 per mille, con possibili sconti per le ca­se date in affitto agevolato e pena­lizzazioni per gli edifici di banche e assicurazioni. Comunque più alta dell’aliquota di riferimento indica­ta dal governo nel decreto «salva Italia»:7,6 per mille.Va peggio a Ro­ma dove sulla prima casa l’aliquo­ta andrà al 6 per mille e quella sugli altri immobili, commerciali e se­conde case, al livello massimo del 10,6. Rincari anche in tutte le altre città. Torino 5 per mille e 9,8; Geno­va 4 o 5 e 10,6, fino a Caserta, 6 e 10,6 per mille. I rincari delle aliquote, insieme all’aumento dei moltiplicatori (cioè la cifra che, moltiplicata per la rendita catastale aggiornata, dà l’imponibile) di fatto annullano l’effetto gli sgravi che il governo aveva introdotto per non colpire eccessivamente le famiglie (le de­trazioni fino a 200 euro per le abita­zioni principali più 50 euro per ogni figlio, fino a un massimo di 400 euro), in particolare per le case più grandi. Dal trilocale in su, si pro­spetta un rincaro di centinaia di eu­ro l’anno anche sulle prime case. Ma è sugli uffici, le case in affitto, sfitte e sugli immobili commercia­li che si sentiranno gli aumenti più consistenti. A Milano un ufficio di 250 metri quadrati passerà dai 3.123,5 euro dell’Ici ai 9.595,4 del­l’Imu. Più 207%. Aumento in per­centuale ancora più marcato per i negozi (quasi 211%). Aumenti me­di del 155% a Torino. Più che rad­doppiata l’imposta a Firenze per case in affitto, negozi e uffici. Poco meno, intorno al 140%, i rincari ro­mani. Sfiorano il 100% quelli di Ge­nova. Il conto che i contribuenti si ap­prestano a pagare è quello della partita tra governo ed enti locali sulla ripartizione delle risorse. A fronte di continui tagli ai trasferi­menti, si è data la possibilità ai Co­m­uni di compensare attraverso il fi­sco. Quindi con le addizionali e con l’aliquota Imu. Il termine dei municipi per presentare i bilanci preventivi del 2012 e quindi fissare l’imposta è stato spostato al 30 giu­gno, quindi fino ad allora sono pos­sibili cambiamenti. Ma alcune de­cisioni sembrano già definite. Po­chi giorni fa il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha ammesso che l’amministrazione «sta lavo­rando »alla definizione dell’aliquo­ta sulla prima casa. Difficile quindi che resti al 4 per mille. Tra gli effetti perversi della nuo­va normativa, il fatto che l’abolizio­n­e dell’Irpef sulle proprietà fondia­rie (assorbita dall’Imu) premierà i proprietari degli immobili sfitti e penalizzerà chi dichiara un affitto. Ad esempio a Milano per i primi il rincaro sarà del 50% per i secondi del 207%. Se i Comuni non interver­ranno è un incentivo ad affittare in nero.