Marco Gambaro e Riccardo Puglisi, la Repubblica 9/3/2012, 9 marzo 2012
Twitter In ritardo e un po’ goffi così i politici italiani comunicano sul Web – ROMA - La diffusione di Twitter non interessa solo il sistema dei mezzi di comunicazione, propriamente detto
Twitter In ritardo e un po’ goffi così i politici italiani comunicano sul Web – ROMA - La diffusione di Twitter non interessa solo il sistema dei mezzi di comunicazione, propriamente detto. Ha un grande potenziale anche nel mondo della comunicazione politica. Un paio di esempi possono chiarire meglio i rapporti tra tweet, partiti ed elettori. Il 4 dicembre 2011, il sindaco di Bari Michele Emiliano, invitato all’incontro tra Mario Monti e le parti sociali sulla finanziaria, tramite cinguettii continui ha informato in tempo reale i propri seguaci su quale sarebbe stato il contenuto del provvedimento del governo. I seguaci di Emiliano hanno ritwittato le informazioni ai propri follower e così via, cosicché ben prima della conferenza stampa ufficiale si sapeva già molto sul cosiddetto decreto "salva Italia". Anche troppo: la prossima volta Monti potrebbe pensare bene di ritirare i cellulari dei propri interlocutori, come a scuola. Il secondo caso riguarda la morte di Oscar Luigi Scalfaro, avvenuta domenica 29 gennaio: la notizia si è diffusa su Twitter almeno due ore prima rispetto ai lanci di agenzia e alla pubblicazione sui siti tradizionali. LA CONVENIENZA Chiunque abbia un interesse personale o istituzionale alla comunicazione può trovare conveniente l’utilizzo di Twitter. La capacità di comunicazione immediata mette in contatto diretto leadere strati bassi dell’organizzazione, erodendo il ruolo degli apparati nei partiti e del middle management nelle aziende. Ma la possibilità di feedback immediato, insieme con l’imprevedibilità che caratterizza i social media, richiede ai leader nuove capacità. Infatti, se una risposta sbagliata o uno scivolone viene ritwittato immediatamente in modo virale, può derivarne una rapida perdita di consenso e di credibilità. I politici sono dunque quasi obbligati ad adottarlo. CHI LO USA Al 9 di febbraio 2012, solo 304 dei 629 deputati hanno un account Twitter, ma il processo di diffusione risulta relativamente simile. il picco di iscrizioni è avvenuto nel novembre 2011, con 35 iscritti. A ruota segue dicembre 2011, con 32 iscritti. In ottobre si erano iscritti in 18. Facendo i conti, nell’ultimo trimestre 2011 si sono iscritti quasi un terzo (per l’esattezza il 28%) dei parlamentari che sono membri di Twitter. Molti deputati hanno dunque seguito l’onda della diffusione e della visibilità del social media. Nei partiti di centro la penetrazioneè maggiore, anche superiore al 60%, con l’Udc che ha un’anzianità media nettamente inferiore agli altri perché il grosso delle adozioni sono più recenti. Nei due partiti maggiori la penetrazioneè più bassa, ma i deputati del Pd fanno un uso intenso del mezzo con quasi un tweet al giorno per ogni deputato attivo (livello similea Idve in parte a Udc). Per quanto riguarda il numero di follower il primato dell’Udc è influenzato dal numero ridotto dei deputati e dal forte peso relativo del leader. Nel caso del Pd invece i 2028 follower medi sembrano influenzati dall’intensa attività di cinguettio. COME LO USANO Per analizzare meglio l’adozione e l’uso di twitter abbiamo provato a incrociare questi dati con le caratteristiche personali dei deputati stimando una serie di regressioni in cui le variabili dipendenti sono l’adozione di Twitter, il numero di follower, e il numero di tweets. L’adozione cresce al calare dell’età. Per ogni anno in meno di età anagrafica la probabilità di utilizzare il mezzo cresce di quasi l’1%. Twitter si conferma poi un mezzo prevalentemente maschile: stimiamo una probabilità minore da parte delle donne di circa il 16%. Il risultato può essere influenzato anche dalla disomogeneità per genere della composizione del Parlamento. Relativamente ai partiti, la Lega appare la più refrattaria al nuovo mezzo (i deputati leghisti hanno una probabilità di adozione più bassa del 15%), mentre l’appartenenza all’Udc alza in modo statisticamente significativo sia l’adozione che il numero di tweet.I risultati più interessanti sono forse quelli negativi. A differenza di quanto ci si potrebbe aspettare il fatto di essere laureati non è correlato in modo significativo con l’adozione e l’uso di Twitter. E lo stesso accade per condizioni lavorative elevate. (Il testo integrale di questo articolo può essere letto sul sito www.lavoce.info)