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 2012  marzo 10 Sabato calendario

ROMA - Le indicazioni sono chiare: i quattordicenni italiani, nelle grandi città e in provincia, nel Nord Est e nel Sud profondo, tornano a scegliere un istituto tecnico per proseguire nella carriera scolastica

ROMA - Le indicazioni sono chiare: i quattordicenni italiani, nelle grandi città e in provincia, nel Nord Est e nel Sud profondo, tornano a scegliere un istituto tecnico per proseguire nella carriera scolastica. Una perlustrazione tra i provveditorati che hanno trattato la pratica iscrizioni alle medie superiori (si sono chiuse il 20 febbraio scorso) rivela come in Lombardia, regione che anche in campo scolastico detta le tendenze, nel 2012-2013 si registrerà un declino dei licei e un forte aumento di studenti nelle scuole professionali. L´assessorato regionale all´Istruzione ha resa pubblica una crescita del 9% degli studenti che scelgono la formazione professionale e del 12% dei centri utilizzati. L´area principale delle iscrizioni è quella del "benessere", poi viene la "ristorazione". Le "Riparazioni veicoli a motore" registrano un 12% in più, la "Trasformazione agroalimentare" il 48%. Dei 90 mila studenti frequentanti la terza media in Lombardia, il 41,4% si è orientato sui sette licei (un punto in meno rispetto all´anno scorso), il 58,6% sull´area tecnica (un punto in più). I corsi regionali di formazione professionale (sarta o estetista, tra gli altri) sono cresciuti a Mantova e a Varese del 17%, a Pavia del 16%, a Milano e Bergamo del 15%. A Milano e provincia (28.066 ragazzi) il liceo scientifico mostra un lieve calo, più sostenuto quello del classico. Fino all´anno scorso le iscrizioni liceali superavano la metà del totale, ora sono al di sotto. A Lecco il 61% degli studenti ha scelto un istituto tecnico-professionale o la formazione. Un liceo classico della città in cinque anni ha dimezzato gli studenti, un altro oggi ha nove iscritti alla prima classe. Nella vicina Merate sono aumentate le richieste per enogastronomia. In provincia, Casargo, Valmadrera, cresce l´indirizzo per operatore agricolo. All´Ipsia di Pavia, istituto industrial-artigianale, si è passati da 90 a 141 studenti. «Un terzo dei nostri diplomati trova lavoro entro il primo anno», spiega la preside dell´alberghiero Cossa, «i genitori leggono le statistiche e ci scelgono». A Pavia l´affievolimento della spinta verso il classico è documentata dai 70 iscritti al Foscolo. Erano stati 90 lo scorso anno, 126 quello prima. L´ex ministro Mariastella Gelmini aveva spinto per la creazione degli Istituti tecnici superiori in sei aree industriali. Il successore Francesco Profumo prosegue sulla linea: «Il paese deve fare un grande investimento nella formazione tecnico professionale, siamo in ritardo, troppi gli studenti liceali». Il trend si avvista anche in Toscana. A Livorno l´incremento maggiore è dell´istituto per il commercio e il turismo: 90 studenti per la prima, un raddoppio. Gonfiano le aule l´Iti Galilei e il nautico, si salvano i licei con indirizzi linguistici e di scienze umane, cala il classico Niccolini. A Pontedera sale Ragioneria. E per i dodici corsi professionali (questi per adulti) della Provincia di Pisa - contabili, panificatori, maggiordomi di bordo - l´affluenza è stata da sold out: solo uno su dieci potrà entrare. Escono i primi dati dalla Sardegna e a Olbia il classico Gramsci dimezza. Più periti, ragionieri e cuochi a Pordenone, dove i presidi di Isis e Itg hanno fatto pubblicità aggressiva: «Un diploma professionale fa trovare lavoro in poche settimane, basta con plotoni di liceali disoccupati». A Firenze in forte crescita gli alberghieri, in ripresa i professionali. Bene i licei artistici, tengono gli scientifici (meglio quelli senza latino), calano i classici. A Bologna ripartono tecnici e commerciali ed esulta Unindustria: «Erano stati relegati a Bronx della scuola, si è compreso che la formazione tecnica è una risposta alla crisi». A Bari e provincia gli "istituti" si sono già organizzati per potenziare l´offerta, subito ripagati.