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 2012  marzo 09 Venerdì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. TENSIONE TRA ITALIA E INGHILTERRA PER IL CASO LAMOLINARA


REPUBBLICA.IT
ROMA - Franco Lamolinara e Chris McManus, i due occidentali sequestrati in Nigeria 1 nel maggio scorso, sono stati uccisi dai rapitori con colpi di arma da fuoco una volta cominciato il raid delle forze speciali nigeriane con il supporto di quelle britanniche 2. Lo scrive oggi il Daily Telegraph citando una fonte di sicurezza nigeriana: "Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound". E che il decesso non sia stato causato da "fuoco amico", come si era temuto ieri sera, lo assicura stamattina anche il portavoce di Downing Street.
Il corpo di Lamolinara si trova ad Abuja, capitale della Nigeria. Secondo i servizi locali, è stato colpito da numerosi colpi di arma da fuoco. L’uccisione da parte dei terroristi, non sarebbe avvenuta con un unico colpo alla testa, come si credeva in un primo momento.
Scontro Roma-Londra. Il punto più controverso è il mancato coinvolgimento degli italiani nella scelta del blitz. L’irritazione di palazzo Chigi era già stata manifestata ieri sera, e stamattina
per fare il punto Monti ha riunito il Cisr, comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica. Ma oggi - su questo - intervenuto direttamente il Quirinale. "Ho parlato con il presidente del Consiglio Monti che mi ha subito informato - ha detto Napolitano - è effettivamente inspiegabile il comportamento del governo inglese che non ha informato e consultato l’Italia rispetto a una azione di forza che poteva fare". "E’ necessario - ha aggiunto - un chiarimento sul piano politico-diplomatico". La replica è affidata al ministro della Difesa, Phil Hammond: "Inspiegabile? No, è spiegabilissimo per quanto doloroso". L’Italia, ha ammesso il ministro degli Esteri britannico, William Hague, parlando con i giornalisti a Copenaghen, è stata informata "ad operazione avviata". Mentre il portavoce di Cameron sostiene che l’Italia non ha mai sollevato obiezioni sull’idea di un blitz. "Io - ha detto - non sono a conoscenza di nessuna obiezione da parte dell’Italia".
Secondo l’Independent, Roma era stata però "allertata" della possibilità di un’operazione di forza. "Aveva convenuto che avrebbe potuto esserci la necessità di un intervento con brevissimo preavviso", scrive il quotidiano citando fonti diplomatiche, secondo cui le proteste italiane in queste ore sono "in malafede". Posizione che il portavoce di Downing Street ha ulteriormente precisato chiarendo che "la priorità sul terreno era assicurare la liberazione degli ostaggi" e "dal terreno veniva il forte consiglio di agire rapidamente". "Gli ostaggi - ha sottolineato ancora Hammond - stavano per essere spostati e forse uccisi. Per questo abbiamo deciso di agire consapevoli che c’erano enormi rischi".
Le reazioni politiche in Italia. Risposta, quella arrivata dall’Inghilterra, che Massimo D’Alema, il presidente del Copasir, il comitato di controllo sui servizi segreti, definisce però "non convincente". "Occorrerà chiarire - aggiunge l’esponente del Pd - il ruolo dei nostri servizi segreti e valutare le iniziative svolte, in questo lungo periodo, fino a ieri, in relazione alla tragica vicenda".
Scontro Maroni-Terzi. Spara contro il governo italiano anche Roberto Maroni: "Dopo la figuraccia sui marò il governo, per nulla, autorevole dei professori si fa prendere per il c... dagli inglesi nella tragica vicenda dell’italiano ucciso in Nigeria", scrive l’ex ministro dell’Interno su Facebook. "’Nessuno ci aveva informati del blitz, si lamenta il ministro degli Esteri Terzi, che intanto manda a scuola i figli con l’auto blu. Ma che ci sta a fare uno così alla Farnesina? Dimissioni subito!!!", aggiunge l’esponente leghista. Immediata la replica di Terzi: "Maroni farebbe meglio ad occuparsi delle vicende interne alla Lega e spieghi cosa sta accadendo a Milano, invece di distogliere l’attenzione parlando di vicende che non conosce".
Ma giudizi molto duri arrivano anche dal Pdl: "Mai così umiliati come in India e in Nigeria", dice il capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri. Mentre il presidente dei deputati, Fabrizio Cicchitto, parla di Italia "ignorata e scavalcata".
Conferma invece "piena fiducia nell’operato del ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata e dei nostri servizi segreti" il presidente della Camera Gianranco Fini.
La dinamica del blitz. I dubbi riguardano però non solo la gestione diplomatica dell’operazione, ma anche quelli militari. La stampa britannica si interroga soprattutto sul perché di un raid partito in pieno giorno, quando nel compound di Sokoto in cui si trovavano gli ostaggi erano le 11 di mattina. Una possibile spiegazione secondo l’Independent è che le intercettazioni delle comunicazioni dei rapitori di Chris McManus e Franco Lamolinara avevano fatto temere che i due prigionieri fossero in procinto di essere "venduti" a una fazione più estremista che avrebbe potuto ucciderli. Negoziatori britannici e nigeriani avevano comunicato a intermittenza con i sequestratori per ottenere il rilascio dei due uomini ma a un certo punto "parti terze" si sono intromesse nei contatti lasciando temere che il gruppo originario non fosse più in controllo degli ostaggi.
Secondo fonti nigeriane, i Servizi segreti nigeriani sono venuti a conoscenza del luogo in cui erano tenuti i due ostaggi solamente durante la notte tra martedì e mercoledì, 36 ore prima del blitz. A rivelare la località alle autorità sarebbero stati alcuni terroristi di Boko Haram arrestati martedì sera nel corso di un raid a Zaria, nel nord del Paese. Tra gli arrestati Abu Muhammad, un leader locale del gruppo terroristico di matrice islamica. Nel blitz di giovedì, in cui sono morti anche tre rapitori (otto secondo altre fonti citate da Skynews), sono stati impiegati una quarantina di agenti delle forze speciali britanniche.
La procura di Roma ha incaricato i carabinieri del Ros di avviare tutti i contatti possibili al fine di recuperare, e rimpatriare, la salma di Lamolinara. Una volta in Italia, sarà sottoposta ad autopsia.
(09 marzo 2012)

REPUBBLICA.IT IERI
ROMA - Un blitz finito nel sangue. L’operazione militare decisa dagli inglesi e dalle autorità nigeriane non è servita a salvare la vita dei due ostaggi, uno italiano e l’altro britannico, che sono stati uccisi dai loro sequestratori 1. Secondo quanto comunicato dal presidente nigeriano Goodluck Jonathan, gli assassini degli ostaggi sarebbero stati arrestati. Si tratterebbe di membri del gruppo terroristico islamista Boko Haram.
Franco Lamolinara 2 e Christopher McManus erano stati sequestrati il 12 maggio 2011 3 a Birnin Kebbi. La notizia della loro morte è stata data dal primo ministro britannico David Cameron al presidente del Consiglio Mario Monti mentre era sull’aereo di ritorno da Belgrado. L’operazione militare era stata autorizzata proprio oggi da Cameron e il governo italiano - come ha sottolineato polemicamente con una nota Palazzo Chigi - è stato informato "solo a operazione iniziata" (MAPPA) 4. Anche l’Aise, i servizi segreti italiani, hanno appreso la notizia del blitz a cose avvenute.
Una circostanza su cui il Copasir, l’organismo parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza, ora vuole chiarezza. E per domattina alle 9 il premier Monti ha convocato il comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica.
Cameron. "La finestra di opportunità stava chiudendosi, Chris McManus e Franco Lamolinara rischiavano ogni giorno di più di esser uccisi dai loro sequestratori". Con queste parole il primo ministro inglese si è assunto la responsabilità di aver ordinato il blitz delle forze speciali nigeriane appoggiate da una ventina di commando britannici. Ma il raid è andato male. "Aspettiamo conferme, ma tutto lascia pensare che Chris e Franco siano stati uccisi dai rapitori prima che potessero essere salvati", ha spiegato. Dopo avere telefonato al presidente del Consiglio Monti, Cameron si è presentato ai microfoni di Downing Street. Una breve dichiarazione da Commander in Chief che ha fallito. "Oggi ho autorizzato il raid. Ma è con grande rammarico che devo annunciare che sia Chris che Franco hanno perso la vita". Nessuna parola nei confronti del governo italiano
Esecuzione o ’fuoco amico’? Secondo quanto ha raccontato alla Reuters un testimone, le forze di sicurezza "hanno tentato di farsi strada nel compound ma hanno incontrato una forte resistenza". "Le persone all’interno della casa hanno iniziato a sparare, e i militari hanno risposto al fuoco", ha detto Mahmoud Abubakar, che abita nella stessa strada del blitz. "Ho visto un camion militare uscire poi dal compound con due cadaveri a bordo, ma non ho visto il colore (della pelle, ndr), perché erano coperti dalle foglie".
I media locali nigeriani avevano annunciato, prima del blitz, che una casa a Mabera, un sobborgo di Sokoto, era stata circondata perché si sospettava ospitasse militanti armati, che da due giorni erano sotto controllo. Le forze di sicurezza sono arrivate alla casa "dopo la scoperta di un piano per assassinare il sultano di Sokoto, nell’ambito di un più vasto piano teso all’islamizzazione del Paese".
Secondo fonti della sicurezza nigeriana, Chris McManus e Franco Lamolinara sarebbero morti nel fuoco incrociato durante il blitz per liberarli. La ricostruzione fatta alla Ap da "un’alta fonte dei servizi di sicurezza" della Nigeria aprirebbe la possibilità, che i due ostaggi siano stati uccisi dai loro soccorritori, e non dai rapitori, come affermato dal premier britannico David Cameron, in base alle prime ricostruzioni. Non si esclude, però, che le autorità locali richiedano un’autopsia sui corpi delle vittime e accertamenti balistici. In questo caso ci vorrebbero diversi giorni prima che la salma di Lamolinara rientri in Italia. Ma ci sono anche versioni diverse: Franco Lamolinara e Chris McManus sono stati uccisi dai rapitori "con un colpo ravvicinato alla testa" una volta cominciato il raid delle forze speciali, scrive il Daily Telegraph. Il giornale britannico cita una fonte di sicurezza nigeriana: "Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound".
La nota di Palazzo Chigi. L’irritazione del governo italiano è evidente. La nota di Palazzo Chigi, seguita alla telefonata tra Monti e Cameron, è chiarissima laddove indica che "l’azione è stata avviata autonomamente dalle autorità nigeriane con il sostegno britannico, informandone le autorità italiane solo ad operazione avviata". La prassi consolidata in casi del genere prevede che la pianificazione, la decisione e l’esecuzione di un eventuale blitz veda il concorso di tutti i Paesi interessati. Prassi che in questa vicenda, evidentemente, non è stata seguita. E a Roma, ovviamente, non può bastare che il premier britannico si sia presentato in conferenza stampa per assumersi tutte le responsabilità del fallimento. Irritazione che traspare anche nella nota di palazzo Chigi che dice: "Il presidente del Consiglio Mario Monti ha chiesto al presidente della Nigeria Jonathan in una conversazione telefonica di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi Franco Lamolinara e Christopher McManus".
D’Alema: "Gran Bretagna chiarisca". "Esprimo profondo cordoglio per la tragica uccisione di Franco Lamolinara e Chris McManus nel corso del blitz avvenuto a Birnin Kebbi in Nigeria" E’ quanto si legge in una nota del presidente del Copasir, Massimo D’Alema, che prosegue: "Occorrerà chiarire con rigore le circostanze che hanno portato le autorità britanniche a decidere l’operazione militare senza preventivamente informare le autorità italiane, ancorché fosse coinvolto un nostro connazionale". Il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica, "nell’ambito delle proprie competenze, si adopererà affinché sia fatta piena luce sulla vicenda".
Lo stupore dei servizi segreti italiani. Il rapimento di Franco Lamolinara è stata una vicenda seguita "da vicino" in questi dieci mesi dagli 007 dell’Aise, sottolinea una fonte di intelligence, in collaborazione con i colleghi inglesi e nigeriani. Con i quali, però, lo scambio di informazioni non sempre è soddisfacente. Un difetto di comunicazione che ha raggiunto l’apice proprio oggi, con la notizia dell’operazione per la liberazione degli ostaggi data alle autorità italiane - e appresa dagli stessi Servizi - a cose avvenute. Il sequestro di Lamolinara e degli altri ostaggi italiani era stato oggetto di un punto di situazione fatto dal direttore del Dis, Gianni De Gennaro, nella sua ultima audizione al Copasir: secondo quanto si è appreso il prefetto non aveva espresso particolari segnali che facessero pensare a una svolta vicina, o a un blitz imminente. I servizi italiani in Nigeria vantano una buona rete di contatti, considerata anche la presenza massiccia di aziende nazionali, Eni in primis, e sembra che da questi contatti si fosse anche stabilito un buon canale con i rapitori.
Il messaggio di Napolitano. "Vorrei esprimere, a lei e a tutta la famiglia, la mia affettuosa vicinanza in questo momento di profondo dolore per la tragica perdita di suo marito Franco, vittima di brutale violenza al termine di un lungo e sofferto sequestro. Suo marito apparteneva alla schiera degli italiani che fanno onore al nostro paese, portando in tutto il mondo il meglio dell’operosa creatività ingegneristica. Ora, di fronte a questa vita spezzata, l’Italia si stringe in un moto di commossa solidarietà di cui mi faccio interprete a nome delle istituzioni e dell’intero Paese". A scriverlo è il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in un messaggio inviato alla signora Lamolinara.
Le vittime. Franco Lamolinara era un tecnico di Gattinara (Vercelli) 6di 47 anni e viveva in Nigeria da circa dieci anni, dove lavorava per la società di costruzioni ’Stabilini Visinoni Limited’. Negli ultimi tempi era impegnato nella costruzione di un edificio della Banca centrale a Birnin Kebbi, capitale dello stato nell’estremo nord-ovest della Nigeria, vicino al confine con il Niger. Era stato rapito a maggio insieme all’ingegnere britannico che lavorava per la stessa società e la notizia era stata diffusa dalla polizia locale.
Il video. Ad agosto era stato diffuso un video 7 che mostrava i due ostaggi, inginocchiati e bendati, con tre uomini armati alle spalle. Il sequestro, avvenuto a a Birnin Kebbi, la capitale dello Stato nord occidentale del Kebbi, al confine con il Niger, era stato rivendicato da Al Qaeda nel Maghreb islamico. Il 5 dicembre scorso la stessa organizzazione terroristica aveva lanciato un ultimatum al governo britannico, dando alle autorità di Londra due settimane di tempo per rispondere alle loro richieste e minacciando di uccidere Christopher McManus. I genitori di McManus, con cui il Foreign Office era in contatto fin dal giorno del rapimento, si sono detti "devastati" ma non hanno recriminato: "E’ stato fatto tutto il possibile".
(08 marzo 2012)

CORRIERE.IT
MILANO - «Ho parlato con il presidente del consiglio Monti che mi ha subito informato da Belgrado di quanto era accaduto. È effettivamente inspiegabile il comportamento del governo inglese che non ha informato e consultato l’Italia rispetto a una azione di forza che poteva fare». Così il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano è intervenuto sulla vicenda dell’ostaggio italiano morto ieri in Nigeria durante un blitz condotto da forze nigeriane e inglesi. Secondo Maurizio Caprara, giornalista del Corriere della Sera, le due versioni contrastanti - quella di Monti e Cameron - troverebbero la loro motivazione «in due opinioni pubbliche diverse».
L’AMBASCIATA A ROMA - La collaborazione tra Italia e Gran Bretagna sul caso della morte di Franco Lamolinara, ucciso in un blitz in Nigeria condotto da forze britanniche e nigeriane, «prosegue». È quanto fa sapere il portavoce dell’ambasciata britannica a Roma, Pierluigi Puglia, secondo cui l’ambasciatore Christopher Prentice, «su sua richiesta, ha programmato per questo pomeriggio ulteriori contatti e incontri alla Farnesina». Nel pomeriggio, poi, l’emittente britannica Sky News ha annunciato che Prentice ha incontrato Monti e Terzi a proposito di questo episodio.
CISR RIUNITO IN PERMANENZA - Nel frattempo il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica (Cisr), convocato giovedì sera dal presidente del Consiglio Mario Monti per discutere di quanto avvenuto in Nigeria (e nel contempo seguire la vicenda dei marò in India), ha deciso di continuare a riunirsi in permanenza. «Su proposta del Presidente del Consiglio - si legge nel comunicato - alla luce del contesto di crescente rischio al quale sono esposti nostri connazionali in alcune specifiche situazioni internazionali, si è deciso che il CISR, oltre a continuare a riunirsi periodicamente a livello dei ministri, rimarrà d’ora in poi attivato in permanenza, con il coordinamento del Direttore Generale del DIS e la partecipazione di delegati dei ministri, allo scopo di intensificare il monitoraggio delle singole situazioni e la condivisione delle linee di azione».
MARONI-TERZI: BOTTA E RISPOSTA - Anche la Lega va (ancora) all’attacco del governo. Dopo aver polemizzato sulla vicenda dei marò in India, Maroni su Facebook rincara la dose: «Dopo la figuraccia sui marò il governo (per nulla) autorevole dei professori si fa prendere per il culo dagli inglesi nella tragica vicenda dell’italiano ucciso in Nigeria: ’Nessuno ci aveva informati del blitz’ si lamenta il ministro degli esteri Terzi (che intanto manda a scuola i figli con l’auto blu). Ma che ci sta a fare uno così alla Farnesina? Dimissioni subito!!!». Un attacco duro, cui risponde in modo altrettanto duro l’ex ambasciatore: «Maroni farebbe meglio a occuparsi delle vicende interne alla Lega e spiegare cosa sta accadendo a Milano, invece di distogliere l’attenzione parlando di vicende che non conosce».
D’ALEMA: «POCO CONVINCENTI»- «Non appare convincente la risposta del governo britannico alle richieste di chiarimento da parte del nostro Paese» afferma il presidente del Copasir, Massimo D’Alema. «La tragica vicenda dei due ostaggi uccisi nel blitz in Nigeria si è sviluppata in modo non chiaro e presenta aspetti importanti su cui bisogna far luce». È quanto dichiara il presidente del Copasir, Massimo D’Alema, secondo il quale «innanzitutto non appare convincente la risposta del governo britannico alle richieste di chiarimento da parte del nostro Paese». Il rapimento di Franco Lamolinara e Christopher McManus, «infatti- prosegue D’Alema- è avvenuto circa un anno fa, dunque ci troviamo di fronte, evidentemente, a un’operazione pianificata da tempo e non ad un evento improvviso. Per questo- osserva il presidente del Copasir- la comunicazione dell’operazione al governo italiano sarebbe dovuta avvenire per tempo e non a cose fatte. Ecco perchè, come giustamente ha affermato il capo dello Stato, questo episodio rimane per molti aspetti inspiegabile». In secondo luogo, sottolinea il presidente del Copasir, «occorrerà chiarire il ruolo dei nostri servizi segreti e valutare le iniziative svolte, in questo lungo periodo, fino a ieri, in relazione alla tragica vicenda».
LO SCONCERTO DI CICCHITTO - Non si placano intanto le polemiche del mondo politico sul blitz britannico: «Quello che è avvenuto in Nigeria è di una gravità straordinaria perché solitamente vengono informati i governi che hanno dei connazionali in ostaggio: vengono avvertiti e consultati». Lo ha dichiarato in una nota il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto. «Su questo - prosegue - come sulla scelta di andare in un porto indiano, è assolutamente necessario che almeno il Copasir nella forma più riservata venga informato perché francamente oramai si ripetono episodi assai inquietanti».

SERVIZI DA LONDRA E DALLA NIGERIA (CORRIERE.IT)
MILANO - Franco Lamolinara e Christopher McManus, gli ostaggi morti durante un blitz condotto giovedì pomeriggio in Nigeria da forze britanniche e nigeriane «non sono stati uccisi da fuoco incrociato» ma dagli stessi rapitori. Lo ha dichiarato uno dei portavoce di Downing Street durante un briefing con la stampa a Londra. «Il governo italiano non ha intrapreso nessuna protesta formale nei confronti di quello britannico :- ha proseguito il portavoce - sono stati contattati , nel momento in cui stava iniziando l’operazione ma la situazione si è poi evoluta con grande rapidità». E alla domanda se il primo ministro David Cameron si fosse davvero «scusato» con il presidente del Consiglio Mario Monti per le modalità con cui è stata condotta l’operazione, il portavoce ha risposto: «No».
NUMEROSI COLPI DI ARMA DA FUOCO - Il corpo di Franco Lamolinara, l’ingegnere italiano ucciso, si trova ad Abuja, capitale della Nigeria. Lo riferisce l’agenzia Agi citando fonti dei servizi segreti locali, che sostengono invece che l’uomo sarebbe stato colpito da numerosi colpi di arma da fuoco. L’uccisione da parte dei terroristi, dunque, non sarebbe avvenuta con un unico colpo alla testa.
Londra: «L’Italia sapeva del blitz»
Rcd
ROMA SAPEVA - «La nostra valutazione sulla situazione non è cambiata» ha fatto sapere ancora Downing Street, «siamo stati informati fin dall’inizio che entrambi gli ostaggi sono stati uccisi dai loro rapitori». Dal momento del sequestro dei due tecnici, il 12 maggio scorso a Birnin Kebbi Roma era a conoscenza che il blitz militare per la liberazione «era un’opzione» sul tavolo, ha sottolineato il portavoce del premier britannico David Cameron. «Non sono a conoscenza di alcuna obiezione sollevata dagli italiani in questo periodo», ha aggiunto.
«DOBBIAMO CHIEDERCI COSA È SUCCESSO» - Anche il ministro degli Esteri, William Hague conferma la ricostruzione del portavoce di Cameron. «Abbiamo lavorato con l’Italia sin dall’inizio ed abbiamo avuto una cooperazione sempre molto buona. Ancora giovedì ne abbiamo discusso col governo italiano, ma la decisione è stata molto rapida e abbiamo avuto un periodo di tempo molto limitato che ha impedito un’informazione preventiva. Pertanto l’Italia è stata informata ad operazione in corso». Più interrogativa la posizione di Philip Hammond, il ministro della Difesa britannico: «Anche noi vogliamo analizzare esattamente quello che è successo per imparare la lezione per simili situazioni in futuro. Ovviamente - ha aggiunto il ministro - comunicheremo tutto quello che possiamo agli italiani così che possano avere una piena comprensione della dinamica degli eventi». Secondo il corrispondente da Londra del Corriere della Sera, Fabio Cavalera, Monti sarebbe stato avvisato a operazione conclusa, anche se in precedenza le autorità italiane (forse il governo Berlusconi) avrebbero concordato con Cameron l’eventualità di un blitz delle forze speciali inglesi.
LA STAMPA INGLESE - L’argomento è al centro anche delle ricostruzioni della stampa britannica. Il Guardian è l’unico si sofferma sulla reazione italiana all’incursione, secondo Roma non annunciato, titolando: «Sale la rabbia italiana dopo la morte degli ostaggi nel blitz fallito». Secondo The Independent l’Italia era in qualche modo al corrente di quel che stava avvenendo in Nigeria. «La diplomazia italiana -scrive il quotidiano britannico- era al corrente della presenza sul territorio delle forze speciali e sapeva che un mossa poteva scattare in tempi brevi» Inoltre Monti è stato informato dal David Cameron della «tragica conclusione» dell’operazione.
COLPI A BRUCIAPELO - Franco Lamolinara e Chris McManus sono stati uccisi dai rapitori «con un colpo ravvicinato alla testa» una volta cominciato il raid delle forze speciali. Lo scrive oggi il Daily Telegraph. Il giornale britannico cita una fonte di sicurezza nigeriana: «Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound». Nel blitz di ieri a Sokoto sono stati coinvolti una quarantina di uomini delle forze speciali britanniche che si trovavano da due settimane in Nigeria. Secondo la ricostruzione del Daily Telegraph, le Sbs (Special Boat Service) composte quasi esclusivamente di Royal Marines, sono state scelte perchè erano l’unità in stand by per operazioni di antiterrorismo.
PERCHE’ ATTACCARE DI GIORNO - Sempre secondo i media britannici non è chiaro perchè le Sbs abbiano deciso di attaccare di giorno. Di norma blitz del genere si sarebbe svolto di notte preferibilmente prima dell’alba, scrive il Daily Telegraph ma «per ragioni che restano non chiare le Sbs sono state costrette a fare un attacco in pieno giorno». In un segno di fretta, hanno detto fonti al giornale, i soldati hanno posto in atto un piano di «risposta di emergenza» invece del più coordinato piano di «risposta deliberata». Le squadre speciali britanniche si sono avvicinate in camion vicino alla casa. Il raid, autorizzato dal primo ministro David Cameron alle otto ora di Londra, è cominciato alle undici, ora di Lagos (a Londra era mezzogiorno).

CORRIERE.IT
GUIDO OLIMPIO SUL COMMANDO CHE HA TENTATO LA LIBERAZIONE DEI DUE OSTAGGI
WASHINGTON - Non è purtroppo la prima volta che blitz per liberare gli ostaggi catturati da qaedisti nord africani finiscono in modo drammatico. Questo perché le operazioni di recupero sono sempre complesse sotto il profilo dell’intelligence, della logistica e poi nell’esecuzione. Inoltre i terroristi islamisti non esitano a eliminare i loro prigionieri e spesso sono pronti al «martirio». Dunque le teste di cuoio dovrebbero intervenire solo in casi dove non vi siano alternative. Ed è quello che ha sostenuto, in una prima dichiarazione, il premier britannico Cameron. Ma come sempre sono ancora pochi gli elementi a disposizione per poter giudicare tutti gli aspetti del dramma. Compresa il fatto che l’Italia sia stata informata solo in secondo momento.
KILLER PRONTI A TUTTO - Nell’affrontare i militanti qaedisti serve determinazione ma anche la consapevolezza che si ha davanti dei killer, pronti a tutto. Lo dice la storia recente. Nel gennaio di un anno fa, due ostaggi francesi sequestrati in Mali sono rimasti uccisi in un’azione lanciata dalle forze speciali mobilitate da Parigi. La jeep sulla quale si trovavano si sarebbe incendiata durante una sparatoria: una raffica ha investito i bidoni di benzina che di solito i predoni si portano dietro. Un’altra versione, invece, ha sostenuto che siano stati trucidati dagli stessi terroristi. Le formazioni islamiste - che si muovono una vasta zona compresa tra Algeria, Sahel e Nigeria -, si è mostrata sempre feroce con i suoi prigionieri.
I RISCATTI - Nel 2009 il cittadino britannico Edwin Dyer è stato eliminato perché Londra si era rifiutata di liberare l’esponente islamista Abu Qatada. L’anno dopo la crudele vendetta degli estremisti si è abbattuta sull’ingegnere francese Michel Germaneau. Lo hanno assassinato in risposta ad un attacco (fallito) contro il loro accampamento. Per questo i governi hanno spesso preferito pagare i riscatti in quanto i rischi per strappare gli occidentali dalle mani dei qaedisti erano troppo alti. L’assalto dove ha perso la vita il nostro connazionale sarebbe stata condotta dagli Sbs, un’unità d’elite specializzata in interventi in ambiente marittimo e lungo le coste. Un reparto molto simile ai Navy Seals americani o ai Comsubin della Marina italiana.

INTERNATIONAL BUSINESS TIMES
Franco Lamolinara e Chris McManus sono stati uccisi dai rapitori "con un colpo ravvicinato alla testa" una volta cominciato il raid delle forze speciali. E’ quello che riporta oggi il Daily Telegraph. Il giornale britannico cita una fonte di sicurezza nigeriana: "Sono stati uccisi prima ancora che le Sbs entrassero nel compound".
Nel blitz di ieri a Sokoto sono stati coinvolti circa quaranta uomini delle forze speciali britanniche che si trovavano da due settimane in Nigeria. Dalla ricostruzione fornita dal Daily Telegraph, si tratta di un corpo speciale composto quasi esclusivamente di Royal Marines, scelti perchè "unità in stand by" per operazioni di antiterrorismo. Le Sbs, Special Boat Service, erano arrivate in Nigeria viaggiando in borghese su aerei civili con armi e attrezzature spedite in grandi valige diplomatiche. Il loro comandante aveva installato il posto di comando della task force presso l’ambasciata britannica a Lagos. Le Sbs avevano accesso a intercettazioni di cellulari ottenute dalle forze di intelligence nigeriane che avevano localizzato gli ostaggi a Sokoto.
Ma cosa è accaduto in realtà durante l’operazione?
Un testimone ha raccontato alla Reuters che le forze di sicurezza hanno cercato di fare irruzione nel compound dove erano tenuti prigionieri gli ostaggi, "ma hanno incontrato resitenza, da dentro casa sparavano e loro hanno risposto al fuoco. La sparatoria è proseguita a lungo" spiega Mahmound Abubakar, che abita nella stessa strada. "Ho visto un camion militare uscire dal compound con due corpi. Non ho visto il colore della loro pelle, perché erano coperti da foglie" ha poi aggiunto.
Secondo i media britannici non è chiaro perché le Sbs hanno attaccato di giorno la casa dove Chris McManus e Franco Lamolinara venivano tenuti ostaggio. In casi ’normali’ un blitz del genere si sarebbe svolto di notte preferibilmente prima dell’alba, scrive oggi il Daily Telegraph ma "per ragioni che restano non chiare le Sbs sono state costrette a fare un attacco in pieno giorno".
L’Italia all’indomani dell’uccisione dell’ostaggio italiano, l’ingegner Franco Lamolinara, chiede chiarimenti sui fatti, soprattutto perché l’operazione coordinata da forze nigeriane e britanniche è stata compiuta senza mettere al corrente il nostro governo. Per questo il presidente del Consiglio Mario Monti, ha convocato per stamattina il Comitato interministeriale per la sicurezza della Repubblica.
Monti nella tarda serata di ieri ha parlato con il presidente della Nigeria Goodluck Jonathan, chiedendogli "di avere al più presto una ricostruzione dettagliata delle circostanze che hanno portato all’uccisione degli ostaggi", come dice un comunicato di Palazzo Chigi.