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 2012  marzo 08 Giovedì calendario

ADDIO LUCIA MANNUCCI. ERA L’ULTIMA VOCE DEL QUARTETTO CETRA —

Si chiude definitivamente la storia gloriosa del Quartetto Cetra. È morta, l’altra notte in clinica a Milano, Lucia Mannucci, a 91 anni, voce solista dal 1941 quando il gruppo, sciolta la primitiva formazione, si formò, sotto l’egida dell’Eiar, la Rai. Da allora hanno allietato con refrain semplici da imitare alcune generazioni cui urgeva distrazione. Con loro hanno intonato «Vecchia America», «Vecchia fattoria», «In un vecchio palco della Scala», «Aveva un bavero» e tante altre legate al genio del loro complice più assiduo, Gorni Kramer. Erano quattro ragazzi ventenni, Tata Giacobetti, Felice Chiusano e Virgilio Savona che nel ’44 sposò la Mannucci, bolognese del ’20 poi milanese di adozione dove è vissuta fino a ieri col figlio Carlo.
Gli inseparabili amici che dopo la morte di Giacobetti, nell’88, non si sono esibiti più, ci hanno conquistato con uno stile personale, ma in cui i ruoli erano ben definiti (Giacobetti scriveva i testi e Savona, diplomato a Santa Cecilia, la musica). Erano un gruppo vocale divertente, non solo legato, anche durante la guerra, allo swing e al jazz Usa, allo spleen di Natalino Otto, mai cuore-amore insomma, ma sceneggiando canzoni, recitando caratteri, mimando suoni, illustrando idee: mini fiabe, mini sketch, mini love story sempre con spirito. Conquistarono così un’immensa, sorridente, rassicurante popolarità che toccò tutte le età, bambini compresi, e tutti i media: la radio poi la rivista e il musical di Garinei e Giovannini, da Gran baldoria (debutto nel ’51, scoperti, visti e presi da Paone al night don Rodrigo a Milano) a Gran baraonda, da Carlo non farlo a Trapezio per Lisistrata, duettando con Wanda Osiris («Un bacio a mezzanotte»), con Delia Scala («Donna»), la Masiero, la Barzizza; qualche film e tanta, tv, una serie infinita di sabati sera in bianco e nero. Nella raccolta Fabbri-Cetra sono 25 i dvd con materiale Rai dell’Italia musicarella dei 60, con trasmissioni cult del grande Falqui, da «Studio Uno» a «Giardino d’Inverno», da «Non cantare, spara» a «Stasera i Cetra» al kolossal «La Biblioteca di Studio Uno» nel ’64 in cui, magari con 400 comparse e colleghi ospiti di nome, gli scatenati Cetra singin’ and dancin’ sceneggiavano i romanzi celebri, dal Dumas al Manzoni, saccheggiando con ironia il repertorio di tutto il mondo.
Al solito, la nostalgia: oggi si chiude. Chiusano se ne è andato nel ’90 e Savona nel 2008, ma rimane la memoria di un’esperienza irripetibile per gusto, classe, personalità di gruppo. Non è facile sintonizzarsi in quattro ma loro per 50 anni sono sempre andati d’amore e d’accordo con tutta l’Italia.
Maurizio Porro