Ettore Livini, la Repubblica 8/3/2012, 8 marzo 2012
Debito Grecia, ristrutturazione vicina al successo – MILANO - Atene (salvo sorprese dell´ultima ora) si avvia a chiudere con una vittoria ai punti il mega swap da 206 miliardi sul suo debito che ha tenuto con il fiato sospeso i mercati
Debito Grecia, ristrutturazione vicina al successo – MILANO - Atene (salvo sorprese dell´ultima ora) si avvia a chiudere con una vittoria ai punti il mega swap da 206 miliardi sul suo debito che ha tenuto con il fiato sospeso i mercati. Nella serata di ieri - in base ai dati preliminari - quasi il 60% dei privati esposti con la Grecia avevano dato il via libera all´operazione. Una percentuale in teoria già sufficiente per consentire al governo ellenico di far scattare le clausole di azione collettiva, obbligando tutti i suoi creditori ad accettare un taglio del 75% sul loro investimento. L´operazione si chiuderà questa sera ma i mercati, fiutando il probabile successo del concambio, hanno iniziato a festeggiare: Piazza Affari ha chiuso ieri in rialzo dell´1,11% (poco meglio del resto dei listini europei) sostenuta dalle banche e dai buoni dati sull´occupazione Usa. A rasserenare il clima hanno contribuito pure le dichiarazioni ottimistiche di Olli Rehn: «Lo swap andrà in porto senza intoppi», ha vaticinato ieri il Commissario Ue agli affari economici e monetari. Se fosse veramente così, per la Grecia sarebbe una bella boccata d´ossigeno: i 206 miliardi di debiti si ridurrebbero dalla sera alla mattina (in caso di concambio al 100%) a 107 miliardi, rendendo decisamente più praticabile l´obiettivo di un rapporto debito/pil al 120% entro il 2020. E la partecipazione delle banche al salvataggio del paese con un sacrificio importante renderebbe più accettabile pure per i semplici cittadini ellenici l´austerity che hanno dovuto trangugiare a suoni di tagli a stipendi e pensioni negli ultimi anni. La lista dei sì alla proposta di Atene si è allungata ieri grazie alle adesioni (per 84 miliardi) di banche e assicurazioni riunite sotto l´ombrello dell´Iif. Quasi venti miliardi verranno invece consegnati dai fondi pensione greci (tranne quelli di giornalisti e poliziotti che hanno rifiutato l´offerta). Un "no" secco è arrivato pure dal quotidiano tedesco Bild che in forte polemica con le concessioni Ue ha detto che non aderirà con i suoi investimenti (pari alla miseria di 4.315 euro) in titoli di Stato. La partita non è però ancora chiusa del tutto e qualcosa, in teoria, può ancora andar storta proprio a un passo dal traguardo. Il primo nodo da sciogliere è quello relativo al livello di adesione allo swap. Sopra il 90%, Il governo Papademos potrebbe accettare tout court l´offerta, onorando probabilmente per intero i debiti con il 10% o meno di investitori contrari alla transazione. Tra il 75 e il 90% dovrebbero scattare le clausole di garanzia, almeno sui bond emessi sotto legislazione ellenica. In questo caso, però, con ogni probabilità scatterebbero i credit default swap acquistati da chi si è assicurato contro il rischio Grecia. Si tratta di una cifra nominalmente ridotta (3 miliardi circa) ma con un nozionale più alto. E nessuno è in grado di capire che effetto potrebbe avere il loro esercizio sul mercato. Nessuno, se non altro per scaramanzia, osa immaginare cosa succederebbe se lo swap non andasse in porto e Atene finisse in fallimento incontrollato. L´Iif ha calcolato un impatto di mille miliardi tra crac bancari ed effetto domino sugli altri debiti sovrani.