Alex Saragosa, il venerdì 9/3/2012, 9 marzo 2012
Come aiutare i propri figli a navigare in rete senza finire nelle reti – Anna, nome di fantasia, a 16 anni aveva trovato il suo amore in rete, Alex, così bello nelle foto, gentile e intelligente in chat, e tanto sfortunato da avere sempre la webcam rotta, quando Anna voleva vederlo
Come aiutare i propri figli a navigare in rete senza finire nelle reti – Anna, nome di fantasia, a 16 anni aveva trovato il suo amore in rete, Alex, così bello nelle foto, gentile e intelligente in chat, e tanto sfortunato da avere sempre la webcam rotta, quando Anna voleva vederlo. Lei, invece, acconsentiva sempre alle sue richieste di esibirsi in pose via via più audaci. A rovinare l’idillio, proprio alla vigilia del primo incontro con lui, è arrivata la Polizia postale che ha mostrato ad Anna la vera foto di Alex: un sessantacinquenne noto per gli adescamenti on line di ragazzine. Questa storia, vera, viene raccontata nel libro Sicuri in rete da Laura Bissolotti e Mauro Ozenda (Hoepli, pp. 234, euro 14,90) per illustrare la necessità che i genitori, così come accompagnano e consigliano i figli nel mondo reale, diano loro una bussola di regole per navigare nel mare aperto della rete. "Purtroppo" dice Bissolotti, psicologa specializzata in dipendenze legate al virtuale "padri e madri spesso di web ne sanno meno dei figli, e credono che il computer sia una specie di super tv da mettere nella camera dei ragazzi per farli divertire a casa, al sicuro. In realtà si tratta di un canale di comunicazione a due vie, che apre ai giovani il bello e l’interessante del mondo, ma può anche esporli a tutto il sordido, l’orribile e il pericoloso che c’è fuori casa". L’elenco dei rischi è lungo. Si comincia con il cyberbullismo "in cui una persona viene bersagliata in un social network da continue offese, minacce e ricatti da parte di altri, un fatto che può essere devastante quanto essere perseguitati nel mondo reale". Si prosegue con l’esposizione a dosi massicce di pornografia: "Praticamente inevitabile in rete, e così pervasiva ed esauriente su ogni perversione da distorcere l’idea della sessualità o da disgustare e saturare il giovane al punto di renderlo "sessualmente anoressico"". Ecco poi le dipendenze da gioco o vita sociale on line: "Per molti ragazzi timidi potersi chiudere in un mondo virtuale dove si gode di grande status e sicurezza, è una tentazione irresistibile. Ho conosciuto un diciottenne che preferiva incontrare la sua fidanzata on line, piuttosto che dal vivo... ". Non mancano i rischi legati alla divulgazione di dati personali: "Si può dire che i giovani scambiano il web per un’area privata, divulgando notizie personali o immagini osé di sé stessi, senza rendersi conto che li vedranno in migliaia e che non sarà più possibile cancellarli". Prima di allarmarsi, bisogna dire che in Italia i casi patologici o drammatici sono per ora rari, ma è bene cominciare a pensarci: "Prima di tutto i genitori devono usare il web, social network compresi, anche facendosi aiutare dai figli, e guadagnandone la confidenza. Mai lasciare però da soli in rete i bambini sotto i 10 anni e mai mettere i computer nelle camerette: meglio stiano in luoghi comuni. Fissare regole chiare su quando e cosa fare in rete, e se si rilevano attività sospette rivolgersi subito alla Polizia postale. Infine usare i programmi di filtraggio disponibili per bloccare l’accesso dei figli a contenuti inappropriati". Ma non proibire internet: "La rete è fonte di risorse educative per i giovani. E poi i ragazzi di oggi vivono anche nel mondo virtuale. Se gli si chiude l’accesso, li si danneggia anche in quello reale". Alex Saragosa