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 2012  marzo 09 Venerdì calendario

ROMA —

Consigliere Rai Antonio Verro, Pdl, considerato vicinissimo a Berlusconi. Cosa vede nell’immediato futuro dell’azienda di viale Mazzini? Questo Cda è in scadenza...
«Se Bersani insiste sulla linea di non voler partecipare al rinnovo del Cda, vedo solo una nostra proroga, non per una scelta ma secondo le regole del codice civile. Il centrodestra non vuole la modifica della Gasparri, il centrosinistra sì. Così non si va da nessuna parte. Un danno per la Rai».
Però il centrosinistra dice da molti mesi: questa governance non funziona, blocca l’azienda...
«Io concordo sul fatto che si debba trovare un equilibrio più snello di poteri tra Cda, presidente e direttore generale. Ma imbarcarsi ora in una modifica dei criteri di nomina della Gasparri significa darsi tempi lunghissimi. E poi, vogliamo dirlo? I problemi della Rai non si risolvono sforbiciando da nove a cinque i consiglieri. Ci ricordiamo i Professori?».
Ma il centrosinistra parla di un’azienda allo sbando.
«La descrivono come una specie di Grecia alla deriva. Falsissimo. Chiuderemo un bilancio in pareggio, abbiamo ottimi ascolti e una eccellente qualità media di prodotto, restiamo la principale azienda culturale del Paese. La Rai non merita di essere il terreno di uno scontro tutto politico. Dico anzi che la Gasparri contiene in sé tutte le potenzialità, essendo la Rai società per azioni, per designare un capo azienda forte, dotato di autentici poteri e di deleghe adeguate. Basta intendersi. La politica oggi è demonizzata. Ma il governo Monti si regge sulla politica e gli accordi sono politici...».
Un messaggio al presidente del Consiglio Mario Monti?
«Ritengo Monti il miglior politico in circolazione perché, non dovendosi confrontare col consenso, trova le sintesi giuste tra gli interessi particolari ma nell’interesse generale».
Dicono che Lorenza Lei sia blindatissima da Berlusconi. Pensa che il Cavaliere chiederà che resti al suo posto?
«Non ne ho parlato con Berlusconi. Lorenza Lei ha fatto molto bene, ha coniugato il rigore economico con la qualità e gli ascolti mantenendo in equilibrio i conti. So anche che questo vertice è il prodotto di una maggioranza che non c’è più. Perciò dico che è sbagliato trincerarsi dietro il rinnovo della Gasparri. Meglio procedere al rinnovo dei vertici e dare una prospettiva alla Rai. Una proroga bloccherebbe tutto».
C’è chi ha fatto anche il nome di Claudio Cappon...
«Un tecnico bravo, capace, ha fatto molto bene il direttore generale, ha grande esperienza nel campo della finanza».
L’altro nome che circola è quello di Giancarlo Leone
«Un personaggio di notevole spessore culturale, legatissimo al Servizio pubblico, che ha operato assai bene in vari settori. Le due personalità di cui parliamo sono accomunate dalla caratteristica di essere due interni. Fatto non secondario, anche in termini di semplice contenimento dei costi»
Potrebbe essere uno di loro due il nuovo capo azienda?
«Non voglio, né posso, né intendo designare chicchessia. So che Pdl e Pd, al di là delle battute-fotocopia, dimostrano ciascuno a loro modo un grande interesse per la valorizzazione della Rai. Quindi non mi stupirei se intorno a candidature come queste, o anche altre, si riuscisse a trovare una sintesi nell’interesse di tutti. Intendo nell’interesse del Paese. Ed è ciò che conta per la Rai».
Lunedì potrebbe esserci la sentenza del giudice del lavoro sul ricorso di Augusto Minzolini del Tg1. Se il magistrato ordinasse, per ipotesi, un reintegro?
«So ciò che è accaduto con Paolo Ruffini, reintegrato subito a Raitre. Non so cosa accadrà ma ho visto di buon grado la nomina di Alberto Maccari al Tg1: oltre che per la stima anche per un contratto che prevede la possibile rescissione anticipata e senza penali per la Rai».
Paolo Conti