Edoardo Narduzzi, ItaliaOggi 8/3/2012, 8 marzo 2012
Il capitalismo di Apple è soltanto all’inizio – Apple è la società a maggiore capitalizzazione al mondo
Il capitalismo di Apple è soltanto all’inizio – Apple è la società a maggiore capitalizzazione al mondo. Oggi il suo valore di borsa supera quello di ogni altra impresa ed è ora anche maggiore di quello sommato dei suoi due super rivali, Microsoft e Google. Da sola, l’impresa co-fondata da Steve Jobs vale più dell’insieme di questi due colossi dell’high tech mondiale. Se a tutto ciò, si aggiunge anche il fatto che Apple dispone di quasi 100 miliardi di dollari di liquidità, c’è di che pensare su quale importante contributo l’impresa di Cupertino abbia già dato all’evoluzione del capitalismo internazionale. Il successo di Apple merita un’attenta riflessione. Rispetto a quanto verificatosi fin dagli anni 60 del secolo scorso, la società californiana ha prodotto un’importante discontinuità strategica nel modo di fare business con la tecnologia. È diventata grande e profittevole senza dover affermare un monopolio naturale per mezzo di uno standard tecnologico. Non è passata, cioè, per la stessa strada che prima di lei Ibm, Microsoft e la stessa Google avevano seguito, come: definire un algoritmo o un software proprietario, imporlo al mercato come standard e diventare un monopolista naturale, con una quota di mercato anche superiore al 90%, e «spremere» i consumatori di tutto il mondo, facendo loro pagare un prezzo eccessivo mai ostacolato dalla concorrenza. Apple non ha vinto perché ha dato vita a uno standard tecnologico e al connesso monopolio, ha vinto perché ha saputo produrre una nuova dimensione di business. Ha aperto un nuovo mercato ai consumatori, mercato in concorrenza con altri analoghi o alternativi e, nei fatti, aperto anche ai nuovi entranti intenzionati ad offrire prodotti analoghi. Apple non ha mai goduto della rendita assicurata per anni dal sistema operativo standard a Microsoft o dell’unicità dell’algoritmo di ricerca di Google. La Apple si conquista cash flow aggiuntivo offrendo prodotti particolari ai consumatori e rinnovandoli velocemente così da avere profitti su scala globale con prodotti unici e innovativi, ma pur sempre contendibili dai suoi rivali. In questo modo il benessere dei consumatori mondiali non può che beneficiarne: maggiore concorrenza e più innovazione. Questo è in qualche modo il nuovo capitalismo inaugurato dal successo di Apple. Un capitalismo dinamico, contendibile, senza confini e dove non esiste più alcuna possibile pausa per tirare il fiato. L’epicentro del confronto globale ora è il mobile, poi toccherà alla Tv. Ma anche Nokia, Microsoft e Samsung hanno la possibilità e le potenzialità per poter provare a dire la loro.