Marc Lazar, la Repubblica 9/3/2012, 9 marzo 2012
Quest´anno le strade di Francia e Italia si incrociano. In Italia il governo Monti pare determinato a realizzare importanti riforme in un Paese che notoriamente incontra enormi difficoltà quando si tratta di cambiare
Quest´anno le strade di Francia e Italia si incrociano. In Italia il governo Monti pare determinato a realizzare importanti riforme in un Paese che notoriamente incontra enormi difficoltà quando si tratta di cambiare. La Francia sarà chiamata a scegliersi un nuovo presidente e subito dopo a eleggere una nuova Assemblea nazionale. L´elezione presidenziale riguarda i francesi, ma di riflesso anche tutti gli europei. Al di là dei pronostici sui risultati che circolano fin d´ora – Nicolas Sarkozy sarebbe alquanto indietro rispetto al socialista François Hollande, gran favorito – questa consultazione elettorale si rivelerà altrettanto decisiva per un motivo diverso. iN linea teorica le elezioni costituiscono un´occasione eccezionale per tirare le somme sul presidente uscente e sulla situazione nella quale versa il Paese, per individuare i grandi problemi della nazione e delineare le strade future che dovrà imboccare, quantunque - almeno per il momento - due francesi su tre si stiano disinteressando completamente della campagna elettorale. È per questo motivo che Sarkozy tende a prendere a modello la Germania, mentre il suo avversario - non potendo contare su alcun Paese europeo governato da socialisti - invoca piuttosto l´indispensabile riattivazione del modello francese. Sarebbe stimolante prendere in esame un altro punto di vista e mettere a confronto la situazione della Francia e quella dell´Italia. Tale iniziativa parrà illogica a tutti coloro che vedono tra i due Paesi soltanto differenze storiche, istituzionali, politiche, economiche, sociali e culturali lampanti e concrete. Tuttavia, questo accostamento ha il grandissimo merito di permettere di riflettere, come in un gioco di specchi, sul futuro dei due Paesi. In effetti, a prescindere da quali siano state le particolarità della loro traiettoria storica, ogni Stato nazione europeo oggi è alle prese con imperativi categorici equiparabili se intende uscire dalla crisi economica, riconsiderare il proprio rapporto con la politica, ricostruire il tessuto sociale, ridefinire la propria collocazione in ambito europeo e nel mondo globalizzato. Così, l´Italia sta vivendo il dissolvimento del proprio modello politico ed economico affermatosi dopo la Seconda guerra mondiale. Invece di sottolineare le sue incontestabili peculiarità, sarebbe più sensato considerarla un Paese che cristallizza i movimenti di fondo più generali che riguardano anche la maggior parte dei membri dell´Unione europea a causa del crescente convergere della politica, delle politiche pubbliche e delle aziende operanti all´interno di essa. Così facendo, in luogo di costituire un´anomalia, l´Italia diventa una sorta di sismografo delle trasformazioni osservabili altrove, prima di tutto in Francia. Le opere in corso in Italia assomigliano alle fatiche d´Ercole: ridare vigore alla democrazia, favorire la ripresa della crescita su nuove premesse, formare le élite dirigenti, modernizzare lo Stato e l´amministrazione pubblica, garantire una ripresa demografica e ridefinire le modalità del vivere civile. Si tratta di questioni pressoché identiche per la Francia e, per taluni aspetti, per tutta l´Unione europea. Se sembra che tutto o quasi tutto contrapponga la Francia all´Italia, le difficoltà alle quali questi due Paesi devono far fronte sono al contrario assai uguali e suscitano le medesime preoccupazioni per il declino. La crisi della rappresentanza politica è forte, l´economia è stagnante, i deficit pubblici sono elevati, il mercato del lavoro resta inflessibile, formazione, insegnamento superiore, ricerca e sviluppo - che costituiscono le premesse della società del futuro - sono malmesse rispetto alla concorrenza internazionale, tranne qualche rara eccezione. L´aumento della disoccupazione è devastante, le ineguaglianze sociali si acuiscono ancor più, la povertà aumenta con conseguenze deleterie (esclusione, emarginazione, molteplici sofferenze). L´emarginazione urbana comporta gravi lacerazioni, le giovani generazioni e le donne sono tra le fasce più sacrificate e pagano lo scotto di un modello di protezione sociale concepito in origine per i baby boomer. La società intera è scossa e pervasa da molteplici paure, soprattutto in relazione alla sicurezza quotidiana, ma anche all´integrazione europea e alla globalizzazione, e quindi si interroga su quali siano i suoi fondamenti, la sua identità collettiva, la sua cultura, le ragioni del suo vivere insieme e il suo progetto per il futuro. I due Paesi fondatori dell´Europa sono dunque costretti e obbligati a riformarsi. Le difficoltà e le trasformazioni che stanno incontrando sono le medesime che sta vivendo il resto d´Europa, così come simili saranno le soluzioni che metteranno in atto e che riguarderanno l´insieme dell´Unione. Da questo punto di vista Francia e Italia sono di fronte a due enormi sfide comuni, come minimo. La prima, di importanza cruciale, riguarda il miglioramento della democrazia, soprattutto tramite la regolamentazione della questione del conflitto di interessi che non riguarda identiche realtà su un versante e l´altro delle Alpi, e implica di fissare un limite per le poltrone che si possono occupare in uno stesso momento, o ancora confermare ancora una volta l´indipendenza dei media. La seconda sfida riguarda la necessità di favorire lo sviluppo di società competitive pur garantendo la coesione sociale, il che presuppone, per esempio, di favorire in maniera categorica la crescita, dando vita a una nuova politica industriale, realizzando considerevoli sforzi sul piano degli investimenti nella formazione e nella conoscenza a tutti i livelli (Francia e Italia hanno entrambe accumulato un considerevole ritardo da questo punto di vista), diversificando il reclutamento delle élite, e infine riformulando le politiche famigliari. Infine, il 2012 dovrebbe consentire di rilanciare la cooperazione tra Roma e Parigi. La Germania è un partner pressoché obbligato di Francia e Italia, ma il rapporto tra queste ultime due è importantissimo per l´Unione europea perché può rendere l´Ue più democratica, procurarle una reale efficienza economica, fiscale e sociale e permetterle di tessere legami solidi con un panorama mediterraneo in pieno fermento. Insomma, nel 2012 Francia e Italia non dovranno seguire spartiti diversi: avranno infatti la possibilità di dar vita a un duetto che porterà a costruire un destino comune. (Traduzione di Anna Bissanti )