Aldo Grasso, Corriere della Sera 9/3/2012, 9 marzo 2012
Lontani i tempi dell’ereditiera bruttina e insicura interpretata da Olivia de Havilland nel melodramma di William Wyler! L’ereditiera dei giorni nostri ha le fattezze plastiche di Tamara Ecclestone, di Paris Hilton e delle altre icone del circuito internazionale del divismo più pop
Lontani i tempi dell’ereditiera bruttina e insicura interpretata da Olivia de Havilland nel melodramma di William Wyler! L’ereditiera dei giorni nostri ha le fattezze plastiche di Tamara Ecclestone, di Paris Hilton e delle altre icone del circuito internazionale del divismo più pop. Non è ancora ben chiaro cosa sia successo poche settimane prima del Festival di Sanremo, quando Tamara è stata rimossa dal cast artistico dell’edizione di quest’anno, pare con disappunto del direttore Mauro Mazza. Pretese irragionevoli della giovane «figlia di» o pasticci organizzativi di Sanremo? Fatto sta che di Tamara nessuna traccia. Per fortuna è arrivato «Tamara Ecclestone: billion $$ girl», (E!, canale 129 di Sky, mercoledì, ore 21.00), un reality che segue passo per passo le giornate della socialite inglese, tra Chelsea e Montecarlo, tra feste mondane e case da sogno, tra capricci e nuove iniziative imprenditoriali. Cosa ci siamo persi! Tamara è la figlia del dominus della Formula Uno Bernie Ecclestone e di una ex modella di Armani. Per capirci, è una che prende l’aereo privato in bigodini per andare a passare una serata nella vip lounge di una famosa discoteca di Cannes. I problemoni che deve affrontare nella prima puntata sono una piccola eruzione cutanea, immediatamente curata da un dermatologo solerte, il lancio della sua linea personale di shampoo e balsamo sul canale di shopping QVC, un servizio fotografico in abiti succinti come modella di biancheria intima, e una lite furiosa con il fidanzato Omar Khyami, colpevole di aver adocchiato un’altra in discoteca, finita con tanto di lacrime e cerone colato. Diciamo subito che il reality sulla vita di Tamara va preso per quello che è, ovvero un ritratto divertente ed eccessivo, un gioco mondano, e va guardato senza moralismo preventivo, lasciando da parte, per una volta, la lotta di classe.