Andrea Valdambrini, il Fatto Quotidiano 7/3/2012, 7 marzo 2012
“OSAMA: IL CORPO NON È IN MARE, MA NEGLI USA”
Il blitz, la gioia degli americani per le strade, l’orgoglio di Obama per la cattura del nemico numero uno, il cadavere scaricato gettato in mare di colui che almeno dall’11 settembre 2001 sembra aver incarnato i peggiori incubi dell’Occidente: Osama Bin Laden. Ma le perplessità su quelle spoglie che – sostenne allora la Casa Bianca – sarebbe stato pericoloso e controproducente dare in pasto all’opinione pubblica, sono state molte fin dall’inizio. È davvero andato tutto come ci è stato raccontato? Stando alle ultimi rivelazione di Wikileaks sembrebbe di no. Il sito fondato da Julan Assange ha pubblicato alcune e-mail inviate da Fred Burton, vicepresidente dell’agenzia di intelligence Stratfor – anche nota “la Cia ombra – poche ore dopo l’azione militare che ha portato all’uccisione del leader di Al Qaeda. Nei messaggi, Burton contraddice la versione ufficiale, affermando che il cadavere non sarebbe stato gettato in mare, bensì trasportato dalla Cia in aereo fino agli Usa. Prima mail rilevante alle 5,26 di mattina, il 2 maggio 2011, quando Burton scrive ad un collega: “Sembra proprio che abbiamo il corpo con noi. Meno male”.
PRECISA poco dopo, esattamente alle 5,51: “Il corpo è diretto a Dover, in Delaware, su un aereo della Cia. Poi avanti fino all’Istituto di Patologia delle forze armate, a Bethesda”. Segue un interessante scambio tra lo stesso Burton e il capo di Stratfor Gorge Friedman. Burton avanza un dubbio e fa un parallelo storico: “Se il corpo è stato buttato in mare, cosa di cui dubito, sembra un caso alla Adolf Eichemann (cremato dopo la condanna, ndr)”. In un’altra mail argomenterebbe: “Il governo Usa deve rendere disponibili le foto, con Osama Bin Laden con le brache calate, in modo da chiudere la bocca a pazzi come Alex Jones e Glenn Beck (presentatori radio americani, teorici del complotto
ndr). Poi, nell’ultimo scambio di posta elettronica della giornata con Friedman, alle 3,10 del pomeriggio successivo, Burton scrive: “L’affare sporco è fatto. Adesso già riposa tra i pesci”. Dalla notte al primo pomeriggio la versione è cambiata. È successo qualcosa realmente nell’arco di quelle dieci ore? Oppure Burton ha voluto per qualche motivo allineare la propria versione a quella ufficiale? Non lo sapremo da fonti Stratfor, che ha reagito stizzita sostenendo come le mail pubblicate da Wikileaks potrebbero essere manipolate o contraffate, e negando comunque di volerle commentare.
La fuga di notizie arriva nel pieno di una vasta operazione iniziata a fine febbraio, nel corso della quale Wikileaks sta pubblicando 5 milioni di mail provenienti proprio dalla Stratfort, già presa di mira dal gruppo hacker Anonymous lo scorso 24 dicembre, quando furono rubati i dati di 4 mila utenti. Intanto, un portavoce dell’Onu ha denunciato il modo “crudele e degradante” con cui è stato trattato dalle autorità americane Breadley Manning, il soldato accusato di aver trasmesso documenti sensibili a Wikileaks, ora detenuto e a rischio di pene severissime. E sempre negli Usa, l’Fbi ha condotto un’importante operazione contro il gruppo hacker Lulz Security, coinvolto in numerosi attacchi ad agenzie di sicurezza, Cia compresa. Tra gi arrestati anche l’americano Jeremy Hammond, indicato come uno degli artefici dell’attacco di Anonymous alla Stratfor.