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 2012  marzo 08 Giovedì calendario

Frena il calo delle immatricolazioni di auto in Italia, che in aprile hanno accusato una flessione del 2,24% verso un anno prima a 157

Frena il calo delle immatricolazioni di auto in Italia, che in aprile hanno accusato una flessione del 2,24% verso un anno prima a 157.309 unità. Lo comunica il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. A marzo c’era stato un tonfo delle vendite del 27,57%. Nello stesso periodo sono stati registrati 403.899 trasferimenti di proprietà di auto usate, con una variazione di -2,52% rispetto ad aprile 2010. Il volume globale delle vendite (561.208 autovetture) ha dunque interessato per il 28,03 % auto nuove e per il 71,97 % auto usate. Fiat Group e le altre. Volkswagen prende quota Ad aprile le nuove immatricolazioni di Fiat Group Automobiles hanno subito in Italia una flessione dell’8,46% attestandosi a 45.176 unità contro le 49.353 di aprile 2010. A marzo le vendite del gruppo torinese avevano subito un crollo del 31,92%. Nei primi quattro mesi la flessione del mercato è pari al 18,96% a 671.788 unità con il gruppo Fiat che registra una quota al 28,7% («in linea con quella ottenuta nei primi mesi di quest’anno», osserva il gruppo guidato da Sergio Marchionne) e vendite in ribasso di circa il 25 per cento. Riguardo ai singoli brand del Lingotto, ad aprile Fiat ha segnato in Italia una quota del 20,41%, in calo rispetto al 23,45% di un anno fa. Lancia è scesa al 4,80%, dal 4,93% di aprile 2010, mentre la quota Alfa Romeo, unica in controtendenza, è cresciuta il mese scorso al 3,50%, contro il 2,29% di un anno fa. Tra le marche estere da segnalare l’andamento in controtendenza di Volkswagen (+11,34% a 13.079 unità e 8,31% di quota di mercato contro 7,30% di un anno prima), Opel e Nissan (+2,86%) e Bmw (+1,83%). Sui numeri più piccoli boom per Jeep (+188% con 735 unità vendute contro 255 di aprile 2010) e Mini (+21% con 1.548 vetture). Secondo il Lingotto a condizionare i risultati di aprile (soprattutto per quanto riguarda il brand Fiat) contribuisce l’uscita di produzione nei mesi scorsi di alcuni modelli che ad aprile dello scorso anno erano invece presenti in gamma, come per esempio Fiat Croma, Fiat Multipla, Fiat Ulysse, Fiat 600 e Fiat Punto Classic. Le vendite di questi modelli valevano circa 3 punti percentuali di quota. Il rinnovamento delle gamme dei marchi - osserva il Lingotto - durerà tutto l’anno e inizia già a maggio con il Fiat Freemont - un veicolo progettato per rispondere alle diverse esigenze delle famiglie attive e di coloro che sono alla ricerca di un mezzo spazioso, comodo e versatile - e con la Lancia Ypsilon che rinnoverà il successo dell’attuale Ypsilon e, grazie alla sua carrozzeria con cinque porte, permetterà alla Lancia di conquistare nuovi clienti nel segmento B. Sempre a maggio arriva la 500 TwinAir Analisti sorpresi, era attesa una crescita non il tredicesimo calo consecutivo Insomma, dopo dodici cali consecutivi per il mercato dell’auto italiano in aprile è arrivato il tredicesimo. La nuova defaillance, anche se di gran lunga più contenuta di quelle dei mesi precedenti, ha colto gli analisti di sorpresa perché ci si attendeva una crescita in quanto il confronto si fa con un aprile 2010 particolarmente debole: si trattava infatti del primo mese dopo la fine dell’effetto incentivi 2009. «Al di là del lieve calo in termini percentuali, l’aspetto che preoccupa - sottolinea il Centro Studi Promotor di Bologna - è il numero assoluto delle immatricolazioni che è particolarmente basso, tanto che per trovare un valore più depresso occorre tornare indietro di ben quindici anni, cioè risalire al 1995, nel pieno della precedente grande crisi del mercato automobilistico italiano». Concessionari ancora molto pessimisti sull’evoluzione della domanda Il fatto che i dati siano stati resi noti soltanto alle 18 di oggi non consente un’analisi dettagliata dei risultati. In ogni caso dalle rilevazioni del Centro Studi Promotor emerge che il calo riguarda soprattutto gli acquisti dei privati che, normalmente, rappresentano i tre quarti delle vendite. La delicatezza della situazione del mercato automobilistico italiano emerge con chiarezza anche dalla inchiesta congiunturale mensile di aprile condotta da Promotor da cui risulta che nel mese scorso l’84% dei concessionari valuta su bassi livelli la raccolta di ordini (in febbraio e marzo la percentuale corrispondente era dell’75%), mentre il 52% degli operatori interpellati è pessimista sull’evoluzione della domanda a tre-quattro mesi (contro una percentuale corrispondente del 31% in marzo). Le case estere: politica poco sensibile con accise e imposta di trascrizione Secondo Gianni Filipponi, direttore generale dell’Unrae, l’Associazione delle Case estere presenti in Italia, politica ed economia non aiutano il settore auto. «All’incremento dell’accisa sui carburanti - ha commentato Filipponi - si aggiungono le misure predisposte con il Decreto Legislativo sul federalismo fiscale che, fra l’altro, modifica il metodo di calcolo dell’Imposta Provinciale di Trascrizione, misura fiscale che aumenterà il peso delle tasse sull’acquisto dei veicoli nuovi e sui passaggi di proprietà. Segnali, questi che dimostrano la poca sensibilità del mondo politico nei confronti del cittadino automobilista e di un settore che già versa in forti difficoltà». Volumi molto bassi, mercato mai così debole «Pur trattandosi - ha proseguito Filipponi - di un numero non lontano da quello registrato lo scorso anno va ricordato che si tratta di volumi comunque molto bassi e per risalire a livelli inferiori alle 160.000 unità bisogna tornare indietro addirittura all’aprile di 15 anni fa. Anche per quanto riguarda gli ordini lo scambio di dati tra Anfia ed Unrae indica una prima stima di 158.000 contratti, a conferma della debolezza del mercato. Il valore è simile a quello registrato nell’aprile dello scorso anno (160.000), ma va sottolineato che da quando esiste questa rilevazione (1998) non si sono mai registrati per lo stesso mese livelli così bassi». Il confronto relativo al cumulato dei primi quattro mesi è fortemente condizionato dal fatto che nel gennaio-marzo dello scorso anno le immatricolazioni godevano della coda degli incentivi statali, mentre ciò non avveniva per i contratti. Di conseguenza, le immatricolazioni registrano una forte differenza negativa (671.788 unità rispetto alle 828.940 del gennaio-aprile 2010: -19%), mentre, per quanto riguarda gli ordini nei primi 4 mesi di quest’anno, i 675.000 contratti sono in crescita (oltre il 10% in più) rispetto alla debole raccolta del primo quadrimestre dello scorso anno (612.400 unità).