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 2012  marzo 07 Mercoledì calendario

Ecco la nuova ondata di tasse Lo Stato fa il pieno con la birra - La ciliegina sulla torta fisca­le, che gli italiani incominceranno a trangugiare già questo mese di marzo, è arrivata ieri dalla Camera: le imposte sulla produzione di bir­ra e alcolici aumenteranno

Ecco la nuova ondata di tasse Lo Stato fa il pieno con la birra - La ciliegina sulla torta fisca­le, che gli italiani incominceranno a trangugiare già questo mese di marzo, è arrivata ieri dalla Camera: le imposte sulla produzione di bir­ra e alcolici aumenteranno. Il prov­vedimento, deciso dalla Commis­sione Industria per garantire 100 milioni di incassi e finanziare l’as­sunzione di 10mila precari della scuola, prevedeva che altri 250 mi­lioni ( per la regolarizzazione ne ser­vono 350) arrivassero da lotto e lot­terie. Ma in serata oltre al danno è arrivata la beffa: la Commissione Bilancio ha bloccato l’emenda­mentoch­eprevedevaappuntol’as­sunzione degli insegnanti di soste­gno. Oggi il testo finale del dl Sem­plificazioni arriva alla Camera, do­ve già domani il governo potrebbe porre la fiducia. Spiccioli, certo. Ma che somma­ti a tutti gli ag­gravi fiscali pre­visti dalla ma­novra «Salva Ita­lia », fanno cifre pesanti. La sola addizionale re­gionale Irpef, il cui conguaglio 2011 sarà tratte­nuto a marzo nelle buste pa­ga, costerà alla famiglia in me­dia 371 euro. E con la stessa bu­sta paga di mar­zo si pagherà l’acconto del 30% dell’addi­zionale comu­nale che, com­plessivamente, varrà fra i 130 e i 177 euro a te­sta. Si calcola che le addizio­nali sottrarran­no 608 euro al bilancio della famiglia me­dia. È dunque questo il mese dello sconten­to. I primi aggra­vi fiscali sono incominciati da gen­naio, coi bolli sui prodotti finanzia­ri, il rincaro delle accise sui carbu­ranti, l’aumento del canone Rai. Ma è marzo il mese in cui i contri­buenti incominceranno a sentire gli effetti della stangata, con il con­guaglio dell’addizionale regionale 2011 e con l’anticipo dell’addizio­nale comunale. L’aliquota regiona­le è ormai all’ 1,23%. Sono oltre 300 i Comuni che hanno aumentato l’addizionale locale, e le sorprese non sono finite visto che le ammini­strazioni ha­nno tempo per decide­re i rincari fino al 30 giugno. I lavora­tori autonomi e i professionisti ver­seranno le addizionali in giugno, con la dichiarazione dei redditi. E proprio in giugno si pagherà pa­gheranno la prima rata della nuo­va Imu, che sostituisce la vecchia Ici: riguarda anche la prima casa, e si calcola sulle rendite catastali riva­lutate del 60%. Le aliquote sono del 4 per mille sulla prima e del 7,6 per mille su seconde e terze case.L’ag­gravio per la famiglia media è calco­lato in poco meno di un centinaio di euro, con punte di oltre 400 euro a Roma e Milano; sulle seconde ca­se le nuove imposte superano la media dei 600 euro, con picchi di ol­tre 1.2-00 a Roma e Milano e in alcu­ne località di vacanza. Dalla nuova tassazione degli immobili il gover­no attende un gettito superiore agli 11 miliardi. Si pagherà anche l’im­pos­ta sulle abitazioni possedute al­l’estero. Anche le imprese sono sul chi vive. Il decreto fiscale, che deve ancora essere approvato in parla­mento, prevede lo sblocco di una serie di tasse comunali, provinciali e regionali. È in particolare l’Irap a forte rischio di rincaro. Secondo i calcoli dell’associazione artigiani Cgia di Mestre, la stangata potreb­be risultare pari a 3,5 miliardi di eu­ro nell’ipotesi che le Regioni auto­rizzate (tutte tranne Lazio, Abruz­zo, Molise, Campania, Puglia, Cala­bria e Sicilia che hanno già portato l’aliquota al massimo per contene­re il deficit della sanità) portino al massimo l’aliquota.Lo sblocco del­le tasse locali riguarderà anche il bollo auto,l’addizionale regionale sul gas metano, i tributi ambientali provinciali, l’imposta di pubblici­tà, l’imposta sull’occupazione de­gli spazi pubblici, e via così. In atte­sa della nuova imposta sui servizi comunali e sui rifiuti (Tares), i Co­muni hanno mano libera sulla vec­chia Tarsu, che potrà rincarare an­che quest’anno. Va poi aggiunta il tributo ambientale provinciale, con un’aliquota che da quest’anno potrà aumentare liberamente. Il risultato di questa raffica di au­menti di tasse e balzelli è che que­st’anno si raggiungerà il record sto­rico della pressione fiscale: verrà superata l’asticella del 45% del Pil, contro il 42,5% del 2011. Nel 1980 la pressione fiscale era al 31,4%, dun­que è aumentata da allora di quasi 14 punti. Siamo, e saremo ancor più, fra i più tartassati d’Europa. E in autunno scatterà il temutissimo aumento dell’Iva di due punti per­centuali. L’annuncio lo ha dato ieri il viceministro all’Economia Vitto­rio Grilli: l’aliquota ordinaria, già portata al 21%l’anno scorso,a otto­bre passerà al 23%, provocando un forte aumento dei prezzi.