Alberto Mattioli, La Stampa 8/3/2012, 8 marzo 2012
Michel Houellebecq, Hergé e Pierre Dukan: un romanziere, il disegnatore di Tin Tin e un dietologo. Sono tre degli autori di maggior successo della casa editrice Flammarion, messa in vendita dal gruppo italiano Rcs
Michel Houellebecq, Hergé e Pierre Dukan: un romanziere, il disegnatore di Tin Tin e un dietologo. Sono tre degli autori di maggior successo della casa editrice Flammarion, messa in vendita dal gruppo italiano Rcs. Si aprirà quindi a Parigi una vera battaglia editorial-economica. Candidato numero uno a vincerla, Antoine Gallimard, Pdg (Président-Directeur général) dell’omonimo gruppo e nipote del fondatore, che potrebbe festeggiare il centenario della maison familiare acquistando la storica grande rivale: come se in Italia la Mondadori comprasse la Rizzoli, o viceversa. Da place de l’Odéon, dal 1876 sede della Flammarion (il fondatore, Ernest Flammarion, debuttò vendendo libri sotto i portici del teatro) una fonte molto ben informata frena: le date e le cifre dell’operazione che circolano sui media sono ancora tutte da confermare. Di certo c’è solo che il 16 marzo si riunirà il Consiglio d’Amministrazione di Rcs MediaGroup. Di fronte a una situazione non brillante (938 milioni di debito a fine 2011, perdita di 25,5 milioni nei primi nove mesi dell’anno scorso), Rcs potrebbe decidere di disfarsi del 77% di Flammarion, acquistato nel 2000 dai discendenti del fondatore. Il gruppo fa gola a molti. Secondo Le Figaro , «è una delle maison meglio gestite dell’editoria francese», con un giro d’affari di 220 milioni di euro (nel 2010) e marchi prestigiosi come Arthaud, Père Castor, specializzato in libri per ragazzi, Aubier, Casterman, l’editore di Tin Tin, o J’ai lu. Ogni anno circa 1.400 novità si aggiungono a un catalogo di 27 mila titoli e vengono venduti 36 milioni di libri. Gli specialisti valutano il valore del gruppo fra i 220 e i 250 milioni ma, in un’intervista a Prima comunicazione , l’amministratore delegato di Rcs Libri, Alessandro Bompieri, pur senza confermare la decisione di vendere, ha parlato di una cifra di 300 milioni, circa il doppio di quanto Rizzoli pagò Flammarion. Fra i due gruppi i rapporti sono antichi e consolidati: simbolo, la celebre collana «I classici dell’arte», lanciata nel ‘68 e co-edita dalle due parti delle Alpi. Adesso i potenziali acquirenti europei preparano le loro strategie. In corsa ce ne sarebbero sei, fra cui alcuni fondi pensione, Editis (di proprietà degli spagnoli Planeta) e un paio di editori non francesi (ma sicuramente non Mondadori). Però a Parigi si parla molto dell’interessamento di Gallimard, che si sarebbe già assicurato il sostegno dell’Fsi, il potente Fond stratégique d’investissement pubblico e forse anche l’alleanza con un altro pretendente, l’editore Eyrolles. Per questo Antoine Gallimard, nonostante la sua ben nota prudenza, ha già confermato all’Afp la sua volontà di farsi avanti: «Flammarion è una bella opportunità per noi. Sono ufficialmente candidato all’acquisto e confermo che depositeremo un’offerta a Mediobanca», che Rcs dovrebbe incaricare della vendita. «Per il momento - spiega Gallimard - sono delle offerte non impegnative. Rcs le esaminerà e farà una selezione». Gallimard ha già annunciato che manterrà l’autonomia delle due strutture e in particolare delle loro reti di distribuzione. Vista da Parigi, la sua offerta ha altri due vantaggi: intanto riportebbe la proprietà di Flammarion in Francia e poi viene da un altro editore. L’idea di diventare proprietà di un fondo d’investimento non sorride certo a chi lavora in Flammarion, una casa editrice «pura». Ernest fece fortuna con autori come Zola e Maupassant, ma il suo grande bestseller di fine Ottocento fu Astronomie populaire , un manuale divulgativo sull’astronomia di suo fratello Camille. L’attuale direttrice della maison è un’italiana, benché nata ad Alessandria d’Egitto e di carriera tutta parigina, Teresa Cremisi, autrice della «buona gestione» sopra ricordata. Ma Cremisi è anche l’ennesimo indizio che fa pensare che Gallimard parta favorito: lavorò lì dal 1989 al 2005, cominciando come lessicografa e finendo come condirettrice (tutto iniziò, si racconta, dall’incontro con Antoine durante una serata danzante al Salone del libro di Francoforte). Quando, dopo sedici anni e due premi Goncourt, Cremisi lasciò improvvisamente Gallimard per approdare a Flammarion, il mondo dell’editoria francese rimase di stucco. Ma capita anche che i divorzi sfocino in un secondo matrimonio.