Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  marzo 05 Lunedì calendario

James il preferito perde la corsa al trono In casa Murdoch successione al veleno – "James e Rebekah hanno fottuto il News of the World"

James il preferito perde la corsa al trono In casa Murdoch successione al veleno – "James e Rebekah hanno fottuto il News of the World". Come titolo sparato in prima pagina da un tabloid scandalistico, non sarebbe stato male. Ma in bocca a Elisabeth Murdoch, durante un party pieno zeppo di giornalisti, quelle parole hanno avuto un effetto ancora più dirompente. Riassumiamo chi è chi. Elisabeth è la secondogenita di Rupert Murdoch, uno dei più grandi magnati (se non il più grande, Berlusconi permettendo) dei media al mondo. Il James a cui si riferiva con la sua colorita espressione è suo fratello minore, fino a qualche giorno or sono presidente di News International, la sussidiaria dell’impero Murdoch che controlla tutti i suoi giornali e tivù in Europa. Rebekha è Rebekha Brooks, giovane, rossa (solo di capelli) e fino a qualche mese fa arrembante amministratrice delegata di New International. Infine il News of the World era, sino all’estate scorsa, il giornale più venduto del Regno Unito, due milioni e mezzo di copie, un foglio popolare sempre pieno di scoop, spesso luridi, e di gossip, talvolta veri. Se a quel party dell’autunno scorso l’invettiva attribuita a Elisabeth poteva sembrare un’opinione, oggi è diventata una certezza. Magari non in termini così crudi, ma non c’è dubbio che James Murdoch e Rebekah Brooks abbiano rovinato e distrutto il News of the World: travolto dallo scandalo delle intercettazioni illecite e dei poliziotti corrotti, i due sistemi usati dai cronisti del tabloid per trovare notizie esclusive e succulente, l’estate scorsa il domenicale con la più alta tiratura del regno è stato chiuso d’autorità in un batter d’occhio per ordine di Murdoch senior, come zavorra da gettare nella speranza di riprendere quota. Ma non è servito. Così, dopo l’arresto di una ventina di suoi giornalisti, compreso il direttore e il vicedirettore, l’arresto di detective privati e dirigenti legati al suo giornale, l’arresto di Rebekah Brooks, la scoperta che decine di poliziotti erano nel libro paga non solo del News of the World ma anche del Sun, il suo quotidiano di maggiore successo, l’81enne patriarca Murdoch ha dovuto buttare altra zavorra: suo figlio James. Il più giovane ma anche il prediletto. L’erede designato. Costretto a dimettersi da presidente di News International, a lasciare Londra e a tornare in America, a occuparsi ufficialmente di progetti televisivi internazionali, di fatto in fuga prima che per lui possano scattare in Inghiterra addirittura le manette per falsa testimonianza. Si dice che Rupert abbia avuto un debole per James fin da quando era bambino. Ma si fa un po’ fatica a capire il perché. A scuola non brillava. Ad Harvard, dove fu ammesso in virtù del suo celebre cognome, non finì gli studi. Le compagnie che il padre gli affidò o le imprese in cui lui si buttava, per lo più in campo musicale, sono andate tutte male. Eppure a poco più di trent’anni fu promosso al vertice di News International, apparentemente destinato a prendere un giorno il posto di suo padre. Un motivo della sua ascesa è stato indubbiamente che i suoi fratelli non andavano d’accordo con papà. Sia Lachlan, il primogenito, che Elisabeth, la seconda arrivata, inizialmente cresciuti anche loro nella ditta di famiglia, si sono dimessi, non a causa di scandali ma di propria spontanea volontà, tra il 2000 e il 2006. E mentre Lachlan è tornato nell’Australia del papà a coltivare lì interessi mediatici e spirituali (ha consigliato al padre meditazione e agopuntura, prima di presentarsi alla commissione d’inchiesta sul Tabloidgate a Londra), potrebbe essere Elisabeth quella che non ha messo da parte l’ambizione di ereditare un giorno lo scettro del comando. Suo marito, uno degli uomini delle pubbliche relazioni più potenti di Londra, le ha consigliato secondo le indiscrezioni di avere pazienza. Cioè di aspettare che il suo fratellino James si mettesse nei guai da solo. O meglio con l’aiuto di Rebekah. Come è puntualmente successo. A sua volta la moglie di James, un’americana che gli ha dato tre figli, detesta il marito di Elisabeth. E in questo bel groviglio di "parenti serpenti" è scoppiato lo scandalo che potrebbe mettere fine, o almeno qualche limite, al giornalismo scandalistico britannico. James e Rebekah, bisogna dire, sembravano fatti l’uno per l’altra. Tutti e due spregiudicati, giovani e aggressivi. Tutti e due decisi a bruciare le tappe. Anche lei ha fatto una carriera fulminante dentro News International: cronista, columnist, direttrice, amministratore delegato. E che caratterino! Quando qualche anno fa ebbe una lite con il suo primo marito, un exattore e presentatore televisivo con l’aspetto del pugile, se ne diedero talmente tante che dovette intervenire la polizia. E quando due anni fa il quotidiano Independent fece una campagna pubblicitaria un po’ provocatoria, "sarete voi lettori a decidere chi eleggere primo ministro, non saranno i giornali di Murdoch" (la cui influenza su Downing Street dura dai tempi di Blair), Rebekah e James entrarono insieme un mattino nella redazione dell’Independent, si presentarono a sorpresa davanti al direttore e ai capiredattori riuniti attorno a un tavolo e per un pelo non presero tutti a schiaffi. Non a caso Murdoch padre diceva che Rebekha era per lui come una figlia adottiva. Adesso sono rimasti metaforicamente orfani tutti e due. Rebekha dimenticata, lasciata a occuparsi dei guai giudiziari di cui potrebbe dover rispondere per le intercettazioni illecite. James scaricato di fatto dal ruolo di erede. Per entrambi vale lo stesso quesito che costrinse il presidente americano Nixon alle dimissioni per lo scandalo Watergate: cosa sapeva e quando lo ha saputo? Entrambi negano di essere stati a conoscenza della vasta operazione di spionaggio illecito e corruzione di pubblici ufficiali montata dai loro giornali. James è arrivato al punto di sostenere di non avere letto fino in fondo l’email, ripescata in un archivio digitale che era stato misteriosamente cancellato, in cui un suo dipendente lo informava del malaffare: "Avevo fretta", è la sua scusa. Non gli credono in molti. L’inchiesta parlamentare fornirà misure per regolare l’attività dei media e forse anche per impedire l’eccessiva concentrazione di testate: in Gran Bretagna l’impero Murdoch ha il 40 per cento dei giornali e le più importanti reti televisive private (vi ricorda qualcuno?), forse dovrà venderne una parte. L’inchiesta giudiziaria potrebbe incriminare James per avere dichiarato il falso, ingannato il parlamento, nascosto la verità. A quel punto l’Fbi potrebbe aprire un’inchiesta per corruzione sul gruppo Murdoch in America. E per il grande tycoon dei media sarebbe la fine. Forse anche lo stesso Rupert sarebbe costretto a dimettersi. Magari non finirà così, o almeno non così in fretta. Ma un fatto pare certo: le cose non andranno più come prima, per l’impero dei media su cui non tramonta mai il sole. E anche un altro: le rivelazioni non sono finite. Nei giorni scorsi si è per esempio scoperto che Rebekah ricevette in prestito per anni dalla polizia di Londra un cavallo, uno di quelli solitamente montati dai poliziotti. Ebbene ora qualcuno si chiede se il primo ministro David Cameron, anche lui appassionato di equitazione, ha per caso cavalcato il destriero prestato a Rebekah dalla polizia, quando andava ai party nella casa di campagna di lei, fino a pochi mesi fa. All’epoca in cui Andy Coulson, exdirettore del News of the World, amicone di Rebekah e James, faceva il portavoce e capo delle comunicazioni a Downing street, prima di venire arrestato pure lui per lo scandalo. Di scoop, in questa storia, potrebbero arrivarne ancora.