Federico Geremicca, La Stampa 7/3/2012, 7 marzo 2012
INTERVISTA A LEOLUCA ORLANDO
Io dico che è una vergogna. Ed è per questo che non mi arrendo. Non posso arrendermi, me lo chiede la nostra gente». Sono le cinque del pomeriggio e Leoluca Orlando è all’aeroporto intitolato a Falcone e Borsellino, in partenza per Roma. Incontrerà Di Pietro (forse anche Bersani) e tenterà di ottenere qui, nella capitale, quel che non gli è riuscito a Palermo: e cioè, l’annullamento delle primarie svoltesi domenica.
Però, scusi, il riconteggio delle schede è finito, e la stessa Borsellino ha detto che riconosce la vittoria di Ferrandelli e lo sosterrà...
«Non è così. Poi si è corretta».
Non pare, per la verità.
«Se glielo dico io che si è corretta...! Prima di pranzo ha fatto un’altra dichiarazione dove dice di attendere che i garanti si esprimano sulle irregolarità “sollevate sia sul piano politico che etico”...».
Gliel’ha “estorta” lei questa dichiarazione?
«Lasci stare...».
E comunque è sembrata una dichiarazione pro forma, diciamo così. Prima parlavate di brogli ai seggi, schede manomesse...
«Ci sono segnalazioni alla Digos e ai carabinieri. Parlo di quasi trenta denunce. In molte zone della città sono successe cose strane: alla Zisa, a Piazza Indipendenza, a Borgonuovo...».
Che cose strane?
«Uomini di Raffaele Lombardo e del Pdl davanti ai seggi, persone che distribuivano soldi, il filmato di “Striscia la notizia” contro Faraone... Siamo di fronte a un evidente inquinamento politico del voto».
E’ già diverso che denunciare brogli e schede sospette, però.
«Ma non meno grave. Nel 2007 i votanti alle primarie furono 19 mila, stavolta 10 mila in più. Che le viene in mente quando ascolta Cascio, presidente Pdl dell’Assemblea regionale, dire che forse alle primarie del centrosinistra hanno votato 10 mila elettori del centrodestra?».
Che probabilmente è una fesseria.
«E quando Lombardo dice che se Ferrandelli non arrivasse al ballottaggio lui gli chiederà di sostenere il suo candidato, cioè Massimo Costa?».
Che magari è una provocazione fatta sperando che lei ci caschi.
«Non è così. Lei non conosce le cose di Palermo. Le primarie devono essere annullate per evidente inquinamento politico. E in ogni caso per me il rapporto con il Pd passa attraverso la faccia di Rita e di nessun altro».
Che vuol dire?
«Che noi sosterremo comunque Rita Borsellino».
E che significa, scusi? Se le primarie non verranno annullate, come ormai sembra chiaro, lei che farà?
«Io non sosterrò mai un candidato amico di Raffaele Lombardo e dei suoi assessori. Su questo ci può scommettere».
A costo di mandare per aria la coalizione e favorire la vittoria del centrodestra?
«Lombardo si trova lì dov’è avendo vinto le elezioni contro il centrosinistra guidato da Anna Finocchiaro. E’ un avversario politico. Non posso accettare che ora entri in casa nostra e scelga il nostro candidato-sindaco a Palermo».
E’ un’affermazione arbitraria, la sua. Non le pare?
«Aspetti il lavoro dei tre garanti, tutte persone serie, e vedrà se è arbitraria...».
E se anche loro non riscontrassero gli inquinamenti di cui lei parla? Sosterrà Fabrizio Ferrandelli (che fino a un mese fa, per altro, era nel suo stesso partito) oppure no?
«Lasci stare i percorsi politici di Ferrandelli, che sono un capitolo a parte... Io sostengo Rita Borsellino, nessun altro».
Allora ha ragione chi dice che lei intende candidarsi in prima persona.
«Il mio candidato è Rita. Poi è chiaro che siamo in una situazione in cui può succedere di tutto».
Compresa, dunque, una sua nuova discesa in campo?
«Io so una sola cosa: non possiamo lasciar decidere il futuro di Palermo a Raffaele Lombardo».
Capisco che è un suo avversario politico, ma lei ne parla come fosse Al Capone. E’ Al Capone?
«Per me è come Totò Cuffaro. Ma senza cannoli...».
Questa è una battuta, non una risposta.
«E’ inquisito. E noi non possiamo lasciar decidere le sorti di Palermo a un inquisito».
Ma è solo inquisito, appunto.
«Guardi, si tratta soltanto di aspettare e vedere se sarà condannato per concorso esterno o per voto di scambio».
Voto di scambio?
«Con i mafiosi, certo».