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 2012  marzo 06 Martedì calendario

RAGGIUNTO L’ACCORDO SUI DEBITI PREMAFIN. SI TRATTA SUI CONCAMBI

Unipol, Fondiaria Sai e le principali banche creditrici cercano di accelerare sul maxi progetto di riassetto. Le due compagnie assicurative, in un summit tenuto ieri in mattinata, si sono date tempi stretti per arrivare alla formalizzazione di una proposta di concambio in vista dei consigli di amministrazione del 15 marzo. Il tutto con l’obiettivo di arrivare a metà aprile con un piano industriale condiviso. Le banche, invece, dopo un vertice durato oltre quattro ore con l’advisor di Premafin, Leonardo & co, avrebbero raggiunto un’intesa di massima sul riscadenziamento del debito della holding. Mancherebbero ancora alcuni dettagli tecnici e alcune informazioni chiave ma l’obiettivo sarebbe di produrre, per il cda della finanziaria del 15 marzo, una lettera firmata da tutti gli istituti (UniCredit, Mediobanca, Banco Popolare, Intesa, General Electric, Bpm e Cariparma) che ufficializzi l’impegno delle banche sul progetto in modo da consentire alla holding l’approvazione del bilancio. A gestire la cosa sarà direttamente UniCredit in qualità di banca agente. Quanto ai contenuti del piano, sono state fatte due ipotesi: prima e dopo la fusione di Premafin in Fondiaria Sai, Milano Assicurazioni e Unipol Assicurazioni. Finché non si realizzerà l’integrazione, oppure in caso di mancata partecipazione della holding all’aggregazione, i 368 milioni di debiti verranno riscadenziati al 2020. Mentre a fusione realizzata, 218 milioni verrebbero rimborsati al 2018, con l’avvio di un piano di ammortamento del debito al 2016, e 150 milioni verrebbero trasformati in un prestito convertendo con cash option solo a scadenza, tre anni, e soprattutto con un valore di mercato a 100 e quindi senza minusvalenze per le banche. È stato poi confermato il pegno degli istituti sulle azioni della holding. In tutto ciò come si potrebbe inserire la proposta di Sator e Palladio? Alcune delle banche sedute attorno al tavolo, in parte interessate all’offerta, avrebbero chiesto specifico parere ai legali presenti e di fatto sarebbero state «sconsigliate» dal procedere a trattativa privata con Roberto Meneguzzo e Matteo Arpe poiché sarebbe di competenza del solo consiglio Premafin prendere decisioni in merito. Qui, però, si ritorna sul delicato tema del vincolo di esclusiva. Un vincolo che, secondo alcuni, potrebbe cadere nel caso in cui la fusione della holding nell’agglomerato uscisse dal perimetro del progetto. Non solo perché ne è parte fondante ma anche perché, di fatto, gli azionisti, in particolare i Ligresti, perderebbero il diritto di recesso oltre che voce in capitolo sulla gestione. E poi, nelle prossime ore, bisognerà capire se tutti gli istituti hanno inteso allo stesso modo il «consiglio» dato dai legali.
I partner bancassicurativi di Fondiaria-Sai, si preparano in ogni caso al riassetto della compagnia. Nei giorni scorsi Pier Francesco Saviotti, amministratore delegato del Banco Popolare, ha preso posizione sul piano di salvataggio di Unipol dicendo che è «la soluzione più giusta». Una scelta di campo del Banco Popolare che, più che alla partecipata Palladio, sembra guardare al futuro della joint venture con FonSai, Popolare Vita. La compagnia bancassicurativa di Verona, che distribuisce polizze vita sulla rete del Banco Popolare, è consolidata da Fondiaria-Sai con il 50% più un azione ed è una realtà importante: nel 2010 ha registrato 2,4 miliardi di raccolta premi, cui vanno sommati altri 1,2 miliardi di premi della controllata irlandese The Lawrence Life. Tuttavia, nei mesi scorsi, a causa dell’assorbimento di capitale delle sue attività, Popolare Vita è stata causa di forti tensioni fra il gruppo Fondiaria-Sai, che ha cercato di venderne una quota per deconsolidarla, e il Banco Popolare. Unipol invece potrebbe garantire al Banco la sistemazione della joint venture; e probabilmente anche di questo, seppure a grandi linee, avrebbero discusso Carlo Cimbri e Saviotti in un recente incontro. Per adesso Unipol, che ha una propria società di bancassicurazione, non intende considerare piani di cooperazione o di integrazione fra Arca e Popolare Vita. Ma al di là delle decisioni che verranno prese, per il gruppo Banco Popolare l’arrivo dell’assicurazione di Bologna dà prospettive su rilancio della joint venture.
Nel frattempo, prende forma anche il salvataggio di Sinergia-Imco. In particolare, il primo passaggio si è concretizzato ieri con l’ingresso di Claudio Calabi nel board della holding in qualità di vice-presidente. Il manager, una volta approvata la procedura ex articolo 67 della legge fallimentare, verrà poi nominato presidente e gestirà il piano di valorizzazione degli immobili che passerà dalla costituzione di un fondo immobiliare gestito da Hines.