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 2012  marzo 05 Lunedì calendario

COSÌ IL FISCO MISURA I RISCHI DI EVASIONE

Anche i furbetti dello scontrino entreranno in una lista "nera". Il decreto fiscale appena entrato in vigore (Dl 16/2012) consente all’amministrazione finanziaria di mettere sotto osservazione i commercianti e gli esercenti che per più volte sono stati pizzicati a non rilasciare ricevuta o scontrino ai clienti.
Questa è solo l’ultima delle liste antievasori a cui il fisco può attingere per controlli mirati. Negli ultimi anni le leggi hanno messo a disposizione degli 007 dell’agenzia delle Entrate una serie di strumenti che fanno leva sempre di più sull’incrocio dei dati: il Sole 24 Ore del Lunedì ha censito ben 14 elenchi di contribuenti che potrebbero essere sottoposti ad accertamento. È il caso di usare il condizionale, perché essere inclusi in queste liste non è automaticamente un indizio di evasione.
Ad accendere la spia di irregolarità può essere ad esempio il possesso o l’uso (in leasing) di beni come auto di lusso o yacht, ritenuti incompatibili con i redditi dichiarati, o un comportamento anomalo del contribuente, come le false compensazioni di crediti d’imposta, o l’intestazione fittizia a società di beni usati in realtà dagli azionisti o dai loro familiari. Proprio su quest’ultimo fronte, entro il 2 aprile dovranno essere comunicati per la prima volta al fisco i beni intestati a un’azienda ma concessi ai soci, che confluiranno in un elenco specifico.
Ma la vera arma in più per la lotta all’evasione è la lista dei movimenti sui conti correnti prevista dal decreto salva-Italia (Dl 201/2011). Queste informazioni andranno ad aggiungersi ai dati identificativi dei titolari dei rapporti e alle informazioni basilari (apertura, modifica e chiusura del rapporto), già in possesso dell’anagrafe tributaria. In pratica, si arriverà a un enorme database a cui l’agenzia delle Entrate attingerà per elaborare «specifiche liste selettive di contribuenti a maggior rischio di evasione».
Nei prossimi giorni è atteso il provvedimento con cui l’amministrazione finanziaria dovrà definire le modalità di invio dei dettagli sui movimenti da parte delle banche e degli altri operatori finanziari. Allo studio ci sono diverse ipotesi, con l’obiettivo di ridurre gli oneri per gli intermediari, fornire dati facilmente intellegibili all’Agenzia e assicurare il rispetto delle misure minime di privacy.
Una delle soluzioni potrebbe essere l’invio dei saldi aggregati per macrovoci (forse alcune decine, come ad esempio prelievi, bonifici, versamenti in contante o con assegni) e riferiti a un arco temporale di almeno un trimestre. L’alternativa è la trasmissione su base annuale, che andrebbe incontro alla necessità per gli intermediari di gestire meglio gli aumentati adempimenti, come l’applicazione del bollo sui dossier titoli, la nuova tassazione delle rendite finanziarie e l’imposta sui capitali scudati.
Resta da chiarire se saranno oggetto di comunicazione anche gli accessi alle cassette di sicurezza, che potrebbero diventare indicatore di un eventuale occultamento di denaro contante.
L’altro fronte su cui sta lavorando è quello delle informazioni al cliente: si sta verificando se i dati comunicati al fisco possano essere riassunti (e in che modalità) nell’estratto conto inviato periodicamente. Un modo, questo, per garantire la trasparenza delle comunicazioni.
Anche il nuovo redditometro (per il quale si attende ancora il software) consentirà di creare liste di contribuenti che hanno dichiarato meno rispetto al loro effettivo tenore di vita. Il vecchio meccanismo (applicabile fino all’anno di imposta 2008) alimentava gli elenchi «T» e «AU» che distinguevano i soggetti a rischio in base agli incrementi patrimoniali e alle autovetture.
Controlli mirati saranno riservati anche a imprese, professionisti e autonomi che applicano gli studi di settore. Sempre il decreto salva-Italia, infatti, ha previsto da un lato un trattamento di favore, ai fini dell’accertamento, per i contribuenti in regola, e dall’altro uno specifico piano di verifiche per quelli fuori rotta, anche attingendo alle indagini sui conti correnti bancari. Un’ulteriore "attenzione" che si va ad innestare su un meccanismo collaudato e già da anni seleziona i contribuenti meno virtuosi per sottoporli ad approfondimenti.
Anche lo spesometro e le comunicazioni delle operazioni black list (oggetto di due semplificazioni dell’ultimo decreto fiscale) consentono di individuare possibili anomalie su fronti diversi: nel primo caso, vengono segnalati gli acquisti per i quali esiste l’obbligo di fattura (e quelli da 3.600 euro in su se la fattura non è obbligatoria); nel secondo, da ora in poi arriveranno tutti gli scambi di beni e servizi superiori ai 500 euro nei confronti dei paradisi fiscali.
Insomma, un patrimonio enorme di informazioni che il fisco raccoglie e continuerà a raccogliere, sempre di più, ogni giorno. La vera sfida sarà riuscire a incrociarle tutte per stanare chi non dichiara.