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 2012  marzo 05 Lunedì calendario

Mangi a volontà e a prezzo fisso Ecco la nuova legge della tavola - A qualcuno piace tanto. E a prezzo fisso

Mangi a volontà e a prezzo fisso Ecco la nuova legge della tavola - A qualcuno piace tanto. E a prezzo fisso. Si chiama Ayce il nuo­vo fen­omeno della ristorazione in­ternazionale, e dietro questa sigla - agli americani gli acronomi met­tono pure appetito - si nasconde la formula All You Can Eat . Vale a dire: mangia quanto puoi. Nasco­no come funghi (naturalmente commestibili) le insegne che pro­pongono questa formula: prezzo stabilito e piatto da riempire a vo­lontà, anche più volte. Pratica­mente il paese dei balocchi. Una recente ricerca condotta da Smart Research e presentata al­l­a Fiera di Rimini nel corso di Sapo­re, il salone internazionale dedica­toal food& beverage extradomesti­co, fa sapere che agli italiani il «mangia-a-volontà» piace ecco­me. Il 48 per cento degli intervista­ti trova la formula Ayce coerente con il proprio modo di intendere l’alimentazione. L’88 per cento di coloro che sono stati almeno una volta in un ristorante che adotta la formula Ayce si dice soddisfatto dell’esperienza, anche dal punto di vista qualitativo e il 73 assicura che ci tornerà. Il 95 per cento ha trovato il locale conveniente (e ci mancherebbe altro) e il 55 per cen­to trova che l’Ayce sia compatibile addirittura con la nostra tradizio­ne culinaria, anche se va detto che al momento la maggior parte dei locali di questo tipo sono etnici. Insomma: gli italiani- o almeno molti di essi - quando vanno a mangiare fuori pensano prima al portafogli e alla pancia che alla bi­lancia o alla qualità. E non è un ca­s­o che questa tipologia di ristoran­ti si stia diffondendo in Italia nel pieno della più grave crisi econo­mica del dopoguerra. Ma ci sono anche altre chiavi di lettura, un po’ meno immediate. Ad esem­pio, un rifiuto da parte di una certa clientela del ristorante d’alto bor­do, da vivere come esperienza sen­soriale, ma dal quale ti alzi con il conto corrente più leggero e spe­s­so anche con un po’ di languorino da porzioni omeopatiche. Anco­ra: una ennesima manifestazione della filosofia no frills ( niente fron­zoli) che è alla base di molte delle nostre scelte di consumatori, rias­sumibili nel concetto di low cost : dalle compagnie aeree all’arreda­mento è vincente (e fa perfino fi­go) badare all’essenziale,puntan­do su una qualità accettabile al giusto prezzo anche nel caso di consumi non primari. Con questa formula è possibile continuare a godere di qualche lusso (andare a cena fuori, viaggiare, fare sport). I locali All You Can Eat sono an­che a loro modo istruttivi. Ad esempio alcuni di loro insegnano i piaceri della sobrietà più di un consiglio dei ministri guidato da Mario Monti: alcuni usano pena­lizzare gli arraffatori prevedendo un fee supplementare per chi la­scia il cibo nei piatti. Altri più sem­plicemente non consentono un nuovo giro al buffet se non si è fini­to il cibo già preso. Apparente­mente un’istigazione al quinto palmento, in realtà un’occasione per riflettere sulla moderazione, servendosi a misura del proprio appetito. Per guidare i Pantagruel 2.0 alla scoperta del meraviglioso mondo dell’ All You Can Eat è atti­vo anche un sito internet ( www. ayce.it ) che segnala e recensisce si­mili insegne. Il curatore è Alberto Rubinelli, autore in proprio di molte schede. Ecco come elenca il menu di un pranzo no limits in un locale italo-sino-thai-brasiliano di viale Teodorico, a Milano: «Un piattone di antipasti italiani misti, con salame, prosciutto cotto e cru­do, pancetta, grana, gorgonzola; due piatti di sushi, più uno di sashi­mi; un piatto di antipasti misti ci­nesi e italiani, roastbeef, polipo in insalata, nervetti, mozzarella; un piatto di primi cinesi, pasta, riso, ravioli; due piatti di sashimi; un piatto di carni varie; churrasco al­­l’italiana, primo giro con anatra e salsiccia; due piatti di sushi; un piatto con carni varie cinesi, pol­lo, maiale, gamberetti, polpetti­na; secondo giro di churrasco, con manzo; ultimo giro di sushi, nighiri di salmone e di gambero; un piatto di dolci vari, torte, biscot­ti; una scodella di macedonia; caf­fè ». Tutto a 15,90 euro. Digestivo escluso.