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 2012  marzo 05 Lunedì calendario

Rossella è prigioniera di un grande intrigo (e di tante menzogne) - La falsa notizia della liberazio­ne di Rossella Urru, la cooperante nelle mani di una banda di taglia­gole islamici da 4 mesi, non può es­sere solo una bolla mediatica nata da media locali, rilanciata dalla potente Al Jazeera e alimentata, come mai era accaduto prima in casi di rapimenti internazionali, da qualche testata italiana

Rossella è prigioniera di un grande intrigo (e di tante menzogne) - La falsa notizia della liberazio­ne di Rossella Urru, la cooperante nelle mani di una banda di taglia­gole islamici da 4 mesi, non può es­sere solo una bolla mediatica nata da media locali, rilanciata dalla potente Al Jazeera e alimentata, come mai era accaduto prima in casi di rapimenti internazionali, da qualche testata italiana. Non è escluso che si tratti di un gioco al massacro con fini oscuri, che per il momento ha sicuramente dila­niato i familiari di Rossella. L’obiettivo: alzare la posta della li­berazione, far pressione nel mo­men­to in cui il ministro degli Este­ri spagnolo era in visita in Mali per occuparsi dei due ostaggi di casa sua rapiti assieme alla nostra Ur­ru. Oppure mettere in imbarazzo la Farnesina e l’Unità di crisi, che per ore ha continuato a non con­fermare la liberazione passando per oscuri censori. Il supposto scambio fra Rossel­la Urru e terroristi prigionieri si è sciolto come neve la sole nello spa­zio di una nottata. Il famoso gen­darme mauritano che doveva ve­nir liberato assieme all’italiana, dopo il rilascio di un sospetto ter­rorista dalle carceri locali, non è mai tornato a casa. Sembra che sia solo slittato di una settimana l’ulti­matum per tagliargli la testa. Lo stesso giornale on line Sahara me­dia , che sabato mattina aveva strombazzato la liberazione di Rossella, si sarebbe prestato al gio­co al massacro. «La notizia su un accordo tra il governo mauritano e Al Qaida, per la liberazione di Rossella Urru e del poliziotto mau­ritano, è falsa» ha affermato alle agenzie una gola profonda che la­vora al sito. Pure al Jazeera , che ha rilancia­to nel mondo la notizia della libe­razione, fa marcia indietro. A que­sto punto è lecito chiedersi quali siano le «fonti investigative quali­ficate » citate sabato sera dall’Adn Kronos che confermavano la libe­razione. E come mai altre testate come Sky Tg 24 davano per certa la notizia. Per non parlare della bu­fala su Rossella già consegnata ai mediatori italiani. A tal punto che da Fiorello, in prima linea per la li­berazione, ai politici di ogni schie­ramento, si faceva a gara nel canta­re vittoria. Margherita Boniver, che più volte si è occupata, come inviata speciale della Farnesina, di casi così delicati ha spiegato a Il Giornale : «Non c’era alcuna libe­razione. Siamo di fronte ad una fu­ga di notizie provocatoria con chissà quali fini». Non solo: è la prima volta che l’annuncio infondato sulla libera­z­ione di un ostaggio si autoalimen­ta a dismisura e ancora non sem­bra scemare. La stessa Unità di cri­si della Farnesina bombardata da notizie che davano per certa la li­berazione ha avuto dei dubbi e si è messa a controllare se qualcosa, sul terreno, fosse sfuggito, ma pur­troppo non era così. Le ipotesi variano dalla banale bolla mediatica che si autoalimen­ta grazie al «verbo» di Al Jazeera , al tentativo dei sequestratori di crea­re un polverone per alzare il prez­zo della liberazione. Sabato era in visita in Mali il ministro degli Este­ri di Madrid, Josè Manuel Garcia-Margallo. Con il presidente malia­no, Amadu Tumani Turè, ha af­frontato la «questione degli ostag­gi occidentali e, in particolare, quella dei due spagnoli» rapiti con Rossella. L’unica notizia tra­pelata è che «stanno bene». Nella palude terrorista del Sahara tutto è possibile e Rossella potrebbe tor­nare a casa nel giro di poche ore, ma il problema di fondo è che l’Ita­lia ha poche «antenne» nelle zone dove operano i talebani d’Africa.