GUIDO RUOTOLO, La Stampa 5/3/2012, 5 marzo 2012
“Fui contaminato dal polonio Oggi tratto con i pirati” - Ve lo ricordate Mario Scaramella? Le ultime sue due immagini lo ritraevano in un letto d’ospedale inglese, «contaminato», forse in fin di vita, protagonista di una spy story di tutto rispetto: 007 russi passati agli inglesi che combattono contro altri 007 russi dell’ex Kgb fedeli a Vladimir Putin
“Fui contaminato dal polonio Oggi tratto con i pirati” - Ve lo ricordate Mario Scaramella? Le ultime sue due immagini lo ritraevano in un letto d’ospedale inglese, «contaminato», forse in fin di vita, protagonista di una spy story di tutto rispetto: 007 russi passati agli inglesi che combattono contro altri 007 russi dell’ex Kgb fedeli a Vladimir Putin. E almeno uno muore contaminato da polonio-210, Aleksander Litvinenko, che il nostro Scaramella incontrò il giorno prima in un Sushibar di Piccadilly, Londra. E materia dello scontro era anche la rete di spie occidentali al soldo dei russi. L’altra immagine di Scaramella era quella delle manette, finito in carcere per una calunnia che in corso d’opera si trasformò in traffico internazionale d’armi e violazione del segreto d’ufficio. Poi, con il tempo e gli eventi di lui si sono perse le tracce. Ma non è certo diventato una mummia, in questi anni. Lo incontriamo in un bar di piazza Vanvitelli. Forse è un po’ appesantito, ma l’entusiasmo è sempre lo stesso. Un eterno ragazzino (è del 1970), molto precoce e anche molto creativo. Iniziò con la fondazione dei Nasc, i «Nuclei agenti di sicurezza civile», specializzati in tutela dell’ambiente. Quando ne parla oggi gli sorridono gli occhi. «Era il 1990, grazie a Santoro e alle sue trasmissioni di denuncia contro il traffico dei rifiuti che una banda di ragazzi si entusiasmò. E quante volte si sono rivolti a noi gli inviati di Santoro, come Paolo Mondani? Ma lo sa quanti dei Nasc oggi sono magistrati? Lasciamo stare...». Annuisce sospirando, a proposito del suo spirito intraprendente di iniziativa: «È stata la mia benedizione e nello stesso tempo una maledizione». Oggi Scaramella si divide tra Parigi e Londra, con puntate napoletane dove vivono i suoi due figli. Si occupa di pirateria marittima e non solo. Consigliere giuridico e diplomatico del presidente del Congo, Joseph Kabila, «con l’ex capo dell’antiterrorismo per l’Europa e l’Africa del Sea Lift Command della Us Navy a Napoli, Shawn Winter, abbiamo messo in piedi un Analysis Group per le vicende della pirateria marittima». E aggiunge: «Dai sindaci dei comuni i cui marittimi si sono ritrovati ostaggi dei pirati, sono stato attivato per trovare una soluzione positiva ai sequestri dei mercantili». Pochi giorni fa una sua intervista su un mensile d’attualità è stato lo spunto perché la pattuglia di parlamentari radicali presentasse una interrogazione con la quale ha chiesto la modifica della legge che disciplina l’uso di militari a bordo di navi mercantili italiane, avendo, Scaramella, preso una posizione molto decisa sulla vicenda dei marò arrestati in India, per la morte di due pescatori: «Pertanto quanto accaduto costituisce una violazione italiana alle norme di diritto internazionale in ogni caso...». Il carcere, la vigilia del Natale del 2006. Quattordici mesi tra una cella e gli arresti domiciliari. Poi, il patteggiamento e la fine di un incubo. Che storia, Mario Scaramella. Consulente della Mitrokhin guidata dal senatore Paolo Guzzanti. Il consulente e il presidente si ritrovarono a combattere una battaglia campale contro tutti, intanto contro la Russia di Vladimir Putin e ciò che era rimasto dello spietato ed efficiente Kgb, il temutissimo servizio segreto della Russia comunista. Convinti, entrambi, di aver trovato nell’ex presidente dell’Iri, del Consiglio dei ministri e della Commissione Ue, Romano Prodi, e in Alfonso Pecoraro Scanio, Verdi, due spie al soldo del Cremlino. Oggi Scaramella scandisce lentamente: «Le mie relazioni sono sempre state di una prudenza.. I miei informatori avevano notizie di seconda mano e sempre provenienti dai servizi... mi sono limitato a riportare le notizie.. che erano state confermate da cinque fonti». Era la metà del decennio scorso. Che fuochi d’artificio. Due anni prima di Scaramella, un altro personaggio ai più sconosciuto, Igor Marini, terremotò i palazzi della capitale, con la storia di Telekom Serbia e delle mazzette a Romano Prodi, Piero Fassino, Clemente Mastella, e Lamberto Dini e signora. Il 2006, dunque, fu l’anno terribile di Mario Scaramella. E le conseguenze le paga ancora oggi. Si fa serio, il consulente esperto giuridico: «Nelle ultime settimane sono stato bersaglio di strani avvertimenti. Sono venuti per due volte a casa, a Itri, e per due volte hanno aperto l’auto. Strani furti che io ho denunciato regolarmente ai carabinieri». È il passato che ritorna. Perché è vero che per noi sembra un film del secolo scorso, le tumultuose attività della commissione parlamentare Mitrokhin, ma per Scaramella, pagato il debito con la giustizia italiana, deve affrontare due impegni internazionali. «Il coroner inglese ha aperto ufficialmente il processo per la morte di Aleksandr Litvinenko. Il punto è che tutte le indagini sono state svolte dai servizi segreti e anche le mie dichiarazioni e le mie analisi sono coperte dal segreto. Se il coroner si imporrà, il processo potrà decollare. Io sono un testimone». Ma c’è la complicazione russa. Scaramella potrebbe essere nei fatti indagato nell’inchiesta per l’omicidio Litvinenko e il duplice tentato omicidio di altri due ex 007 russi, risultati anche loro contaminati, che secondo gli inglesi sarebbero gli assassini di Litvinenko. «Grazie a un favore fatto da Silvio Berlusconi al suo amico Putin, sono stato interrogato a Roma da un plotone di magistrati russi. Molto incuriositi dal fatto che un rapporto del Noe dei carabinieri sosteneva di aver trovato tracce di plutonio nella stanza dell’albergo di Capri nella quale vivevo».