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 2012  marzo 05 Lunedì calendario

Arriva il mediatore per riportare la pace nella valle - Troppo tardi. Era il 16 febbraio quando David Laws esperto di fama internazionale nel campo dei conflitti sociali e anche consulente del presidente americano, Barak Obama, con un collega francese e le italiane Marianella Sclavi e Iolanda Romana ha incontrato i sindaci della Valsusa e della Valsangone che fanno parte dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione per una lezione/seminario sulla gestione dei conflitti sociali collegati alla realizzazione delle grandi opere

Arriva il mediatore per riportare la pace nella valle - Troppo tardi. Era il 16 febbraio quando David Laws esperto di fama internazionale nel campo dei conflitti sociali e anche consulente del presidente americano, Barak Obama, con un collega francese e le italiane Marianella Sclavi e Iolanda Romana ha incontrato i sindaci della Valsusa e della Valsangone che fanno parte dell’Osservatorio tecnico sulla Torino-Lione per una lezione/seminario sulla gestione dei conflitti sociali collegati alla realizzazione delle grandi opere. L’ultimo di una serie di incontri organizzati dal commissario straordinario Mario Virano per evitare che si possano ripetere in Italia una dieci cento Valsusa così come annunciato da uno dei leader No Tav, Lele Rizzo. Troppo tardi perché 9 giorni dopo sono iniziate le procedure per l’allargamento del cantiere della Maddalena di Chiomonte da parte di Ltf e la reazione del movimento con la caduta dal traliccio di Luca Abbà e poi i blocchi stradali e gli scontri. Laws, che insegna al Mit di Boston, ha raccontato alcuni casi studio di gestione dei conflitti negli Stati Uniti. E lo stesso hanno fatto gli altri professori. «E’ stata una lezione interessante ed è giusta anche l’idea di realizzare le grandi opere attraverso il consenso ma non credo che ci possano essere ricette esportabili». Non certo in Valsusa dove si parla di Tav e di No Tav, con scontri allegati da 21 anni. «Stiamo lavorando spiega Virano - per offrire al governo un pacchetto di proposte per evitare che si possano ripetere le vicende valsusine. Modalità di lavoro e di ricerca del consenso che si possono applicare prima che inizino le procedure per le grandi opere». E la prima lezione che arriva dalla Valsusa è questa: «Sicuramente c’è la consapevolezza che se si vuole evitare conflittualità bisogna evitare di cominciare a discutere con le comunità locali quando il progetto è già fatto». Del resto i lavori dell’Osservatorio sono partiti dopo che nel 2005 ci sono stati i primi scontri in Valsusa. E solo a cavallo tra il 2007 e il 2008 su suggerimento dell’allora ministro dei Trasporti, Bianchi, la Torino-Lione è stata pensata come elemento per trasformare il territorio. Ancora Virano: «Se uno si siede al tavolo dicendo questo è il progetto, magari il progetto definitivo, che è costato qualche milione di euro e due o tre anni di lavoro e poi si dice ora discutiamo, al di là dell’apertura mentale degli interlocutori c’è una rigidità oggettiva». Ieri il commissario di Governo per la Torino-Lione, dopo l’intervista televisiva con Lucia Annunziata, ha incontrato il ministro delle Infrastrutture, Corrado Passera per chiedere una decina di giorni in più per completare il dossier. Sul tavolo anche tre modelli di consultazione: anglo-americano, francese e svizzero, imperniato sui referendum. Secondo Virano «l’evoluzione del modello italiano può essere più affine a quello francese».