MARK FRANCHETTI, La Stampa 5/3/2012, 5 marzo 2012
Vladimir Terzo fra dubbi e impossibilità di cambiare - Putin ha ottime ragioni per sentirsi al sicuro
Vladimir Terzo fra dubbi e impossibilità di cambiare - Putin ha ottime ragioni per sentirsi al sicuro. Il risultato del voto non avrebbe potuto essere più prevedibile, ed è tornato a essere Presidente della Russia, con un record di tre mandati. Molto meno prevedibile è però quello che accadrà adesso, visto che dopo un decennio di apatia politica negli ultimi tre mesi nel Paese sono cambiate tante cose. Oggi decine di centinaia di manifestanti si riverseranno nelle strade del centro di Mosca per protestare contro il ritorno di Putin al Cremlino. Il raduno di massa, autorizzato dal potere, sarà il quarto dal dicembre scorso, quando le prove dei brogli elettorali a favore di Putin hanno innescato le più vaste manifestazioni anti-governative dal collasso del comunismo vent’anni fa. Finora le proteste sono state pacifiche, ma adesso ci sono timori che la violenza possa scoppiare oggi, in quanto un piccolo gruppo di oppositori irriducibili ha deciso di tenere una manifestazione separata e non autorizzata che certamente si concluderà con la polizia che picchia e ferma i partecipanti. Alexei Navalny, il più famoso attivista anti-corruzione del Paese e blogger diventato l’icona del movimento di protesta, ha già annunciato che non riconoscerà il risultato dello scrutinio. Ancora prima della chiusura dei seggi, ha dichiarato che le elezioni sono state sporche quanto quelle di dicembre. In una mossa destinata ad aumentare la tensione e provocare la violenza della polizia, Navalny ha annunciato che gli attivisti dell’opposizione potrebbero fare una tendopoli in piazza a scrutinio avvenuto. «Il risultato, come sempre, si sapeva in anticipo», dice un diplomatico che lavora a Mosca: «Putin sarà Presidente di nuovo. Ma stavolta è diverso. È quello che accadrà dopo che è del tutto incerto. Mosca ribolle». Altrettanto imprevedibile è che tipo di Presidente sarà in Putin al terzo mandato. Le opinioni divergono, ma la maggioranza concorda: le recenti proteste, mai viste prima, hanno spogliato Putin della sua aura di invincibilità e se pensa di poter rientrare al Cremlino come quello di prima, i suoi giorni sono contati. La domanda che molti si facevano nella notte in cui arrivavano i risultati elettorali, è: che tipo di Presidente sarà il Putin-3. Più autoritario o più liberale? Reagirà all’opposizione, la più forte che avesse mai avuto dalla sua ascesa al potere nel 2000, con un giro di vite o allentando la presa e introducendo riforme? Qualche giorno fa Putin, apparendo ringiovanito da quello che molti sospettano essere un trattamento al botox, ha detto alla stampa straniera che le paure di un’offensiva contro l’opposizione erano infondate. Le riforme significano la reintroduzione delle elezioni regionali abolite da Putin nel 2004, l’ammissione dei veri partiti dell’opposizione a registrarsi e correre per il Parlamento, e maggiore libertà di stampa, soprattutto nella tv strettamente controllata dal Cremlino. Putin è un pragmatico, e molti dicono che lui ha ascoltato il messaggio gridato dalla piazza, per quanto alcuni suoi commenti particolarmente sprezzanti verso i manifestanti dimostrano che ascoltare non sempre significa comprendere. Ma soprattutto: è lui l’uomo giusto per riformare il sistema che lui stesso ha creato? «Penso che lui capisca di dover promuovere riforme, ma per natura è un uomo molto cauto, uno che si tormenta sulle decisioni e le prende all’ultimo momento», dice Alexei Venediktov, direttore della radio Eco di Mosca, la più indomita emittente d’opposizione: «Il clima sta cambiando troppo rapidamente per lui, è ancora dietro la curva». Il tallone d’Achille di Putin sono la corruzione e la «naglost», l’arroganza e la spudoratezza del sistema che ha creato. La Russia è sempre stata corrotta, ma se sotto Eltsin le ruberie erano rampanti, sotto Putin sono diventate un’istituzione. È un male che colpisce tutti i russi. Dal Cremlino in giù, la corruzione ha inquinato la società a tutti i livelli. E considerato che alcuni dei più stretti amici e alleati di Putin, inclusi quelli con i quali si allenava a judo fin da ragazzino, sono diventati miliardari, è difficile immaginare che il nuovo Presidente russo potrà seriamente combattere la corruzione e gli immensi conflitti d’interesse all’interno del Cremlino. Da dove cominciare? È una domanda che si fanno in tanti. Negli anni Putin ha detto a chi lo conosceva bene che i due momenti più terribili della sua vita li ha vissuti a Dresda nel 1990 e a Pietroburgo nel 1991, e in entrambi i casi riguardavano una folla di persone. Nella prima occasione Putin, ancora un ufficiale del Kgb di stanza nella Germania dell’Est comunista, si scontrò con una folla arrabbiata che cercava di assaltare la sede della polizia segreta sovietica dove lavorava. Il futuro leader russo aveva chiamato disperatamente Mosca per istruzione, ma senza risultato, e bruciò rapidamente i documenti sensibili. Il secondo episodio è avvenuto durante i tre giorni del tentato golpe comunista contro Gorbaciov, quando il destino della Russia era appeso a un filo e il mondo osservava con ansia. All’epoca era il vice del sindaco liberale della città, e disse agli amici che temeva soprattutto per le figlie. Ora che grandi folle di manifestanti protestano per le strade di Mosca, la direzione che la Russia seguirà nel futuro dipenderà per buona parte dall’effetto che faranno a Putin nella sua terza riedizione. È un duro, la sua gente lo sa, ma è anche abbastanza abile per reinventarsi. Un anno fa, a 58 anni, VVP ha cominciato a giocare a hockey. Gli è piaciuto così tantoche si allena anche dopo mezzanotte, qualche volta anche da solo. La scommessa, al suo ritorno al Cremlino per la terza volta, è se riuscirà a mostrare un simile talento per rinnovarsi anche fuori dal ghiaccio.