Sergio Rizzo, CorrierEconomia 05/03/2012, 5 marzo 2012
SE L’AMA PULISCE SOLO IN CASA ALTRUI
Andate a Roma: le cose che si vedono lì, altrove difficilmente le troverete. Facciamo il caso dell’azienda pubblica che si occupa della raccolta dei rifiuti e della pulizia della città. Ha la bellezza di 7.840 dipendenti: di cui 822 (ottocentoventidue) impiegati, con un rapporto di un colletto bianco ogni 8,6 ramazze, se ci mettiamo pure i 52 quadri e i 31 dirigenti. E in un mondo nel quale le aziende licenziano, l’Ama invece assume a ritmi cinesi. Fra il 2008 e il 2010 gli organici si sono gonfiati di 1.518 unità, con un aumento del 24%.
Nonostante questo immane impegno occupazionale, ancora più ciclopico se teniamo presente che ai 7.840 dipendenti dell’Ama vanno sommati i 3.683 (quasi tutti precari) di Roma Multiservizi, impresa comunale specializzata per esempio nella pulizia delle scuole, l’Azienda municipale ambiente non ha nemmeno la gente per passare lo straccio e dare una spolverata nei suoi stessi uffici. Tanto che, il 31 gennaio scorso, ha pubblicato un bando di gara per la «pulizia, la sanificazione e il decoro» di 45 sedi, per cinque anni e un costo di 19 milioni di euro. Più o meno, la somma aggiuntiva che incasserà il Comune di Roma dalla norma grazie alla quale si fanno pagare le tasse agli immobili della Chiesa.
La circostanza non poteva ovviamente passare inosservata. Il consigliere regionale dei Verdi Angelo Bonelli ha presentato una interrogazione al curaro chiedendo spiegazioni sulla vicenda, surreale, di una ditta di pulizie pubblica che si fa pulire gli uffici da una ditta di pulizie privata. Tanto più perché la suddetta azienda pubblica non naviga affatto nell’oro: basta dire che a fine 2010 aveva 620 milioni di debiti e 743 milioni di crediti verso utenti morosi, svalutati a «soli» 436 milioni. Senza poi considerare, ha fatto rilevare il perfido Bonelli, che l’Ama «dispone di una sua società impegnata nei servizi di igiene ambientale per conto di enti pubblici e privati, che potrebbe quindi svolgere il lavoro oggetto del bando». È la Ama servizi integrati srl.
Per completezza d’informazione va precisato che questa società è amministrata da Fulvio Torreti, già presidente della IX circoscrizione di Roma per i Verdi. E magari c’è chi potrebbe vederci un nesso con l’interrogazione. Ma le perplessità di Bonelli, in ogni caso, non fanno una grinza. È accettabile che si spenda una somma simile per un servizio che si ha già in casa? Soprattutto disponendo di migliaia di addetti?
Ne siamo certi: i nostri lettori resteranno allibiti. Soltanto quelli, però, che sono all’oscuro di come funziona da queste parti. A Natale dello scorso anno, per esempio, i dipendenti dell’Ama hanno avuto un regalino: il premio «relativo alla performance 2010». Per la maggior parte di loro si tratta di pochi euro. Ma sono i criteri per vederseli riconosciuti che dicono tutto. «Il premio», dice testualmente la comunicazione di servizio, riguarderà i dipendenti che sono stati assunti prima del 17 dicembre 2010 e che risultano in possesso dei seguenti requisiti: percentuale di assenza 2010 minore del 50 per cento e sanzioni disciplinari 2010 inferiori a 6 giorni di sospensione».
Dunque, per essere «premiati» è stato sufficiente andare a lavorare un giorno su due e non essere stati puniti per più di una settimana lavorativa a causa di gravi negligenze. Ci si può allora stupire che la pulitura delle sedi dell’Ama venga affidata ai privati?
Andate a Roma: lo spettacolo è assicurato.
Sergio Rizzo